È una differenza di approccio non banale, ed ha a che fare con uno dei grandi temi di sempre della fantascienza, ovvero l’alieno. L’extraterrestre, l’abitante di altri mondi, è stato presentato nella letteratura e nel cinema in una miriade di modi diversi, ma alla fin fine l’approccio psicologico è sempre stato riconducibile a due tipologie ben precise: l’alieno riconoscibile in quanto nostro simile, e pertanto inquadrabile in categorie che possiamo riconoscere e accettare (basti pensare alla pletora di alieni umanoidi che popolano l’universo di Star Trek); l’alieno totalmente differente da noi, che ci impone uno sforzo di comprensione e di ridefinizione dei nostri schemi concettuali. Se tale sforzo fallisce, l’alieno è un mostro da emarginare e distruggere; se lo sforzo riesce, il nostro concetto di normalità ne esce ampliato e rinforzato, più solido e in grado di affrontare nuove sfide.
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