5. Attendibilità scientifica, estrapolazione tecnologica, indagine sociale. Arriviamo quindi alle peculiarità formali, stilistiche e tematiche del postumanesimo. Il filone emerge dal magma del post-cyberpunk, che con esiti alterni cerca di percorrere nuove strade dopo la fantascienza degli anni Ottanta, provando ad andare oltre le semplici variazioni sul tema.
a) Da un punto di vista prettamente ideologico, il postumanesimo tende a recuperare la vena anarcoide insita nel primo cyberpunk e poi diluita negli anni seguenti, fino a essere talora addomesticata da una accettazione fatalistica e quasi reazionaria delle leggi del mercato e dello strapotere delle multinazionali. Il colpo di coda di una sensibilità decisamente leftist può trovare una spiegazione nel progressivo svelamento delle contraddizioni della società e della politica occidentali, la presa di coscienza che dopo il crollo del Muro non è stato il sistema migliore in assoluto a prevalere, ma solo il meno dannoso, almeno finché anche questo non ha estrinsecato i suoi aspetti più deleteri non più controbilanciati dall’equilibrio geopolitico internazionale. Sicuramente determinante è stata l’influenza di autori carismatici come Iain M. Banks e Ken MacLeod, che non hanno mai fatto mistero della loro appartenenza all’area culturale della sinistra. Ma un gioco non trascurabile potrebbe essere stato svolto anche dalla continua accentuazione dello stato di precarietà, tanto sul piano delle economie nazionali quanto a un più alto livello geopolitico, comportato dalle dinamiche del capitalismo, mai come adesso in fermento per l’attrito interno tra il riflusso imperialista di marca americana e il turbocapitalismo selvaggio abbracciato dal colosso cinese. A questa tendenza non fanno eccezione autori che, per le loro simpatie, sono decisamente lontani dall’area della sinistra: lo stesso Vinge, Walter Jon Williams, oppure Charles Stross. Non si può comunque ignorare, specie nelle opere segnate da una sensibilità orientale, una forte componente spiritualistica che traduce in termini metafisici l’ossessione cardinale del “superamento” come “trascendenza”.
b) Sul piano stilistico, il postumanesimo rilancia sperimentazioni e contaminazioni di generi e linguaggi, trovando un bordo d’attacco particolarmente favorevole nei territori contigui del noir e del thriller già esplorati dal cyberpunk, senza disdegnare il pastiche o la satira. L’eredità degli anni Ottanta si esplicita anche in una profonda attitudine postmoderna, che riflette in ambito letterario la trascendenza dei confini e dei limiti dell’umanità che rappresenta il nucleo tematico del filone.
c) Per quanto concerne i contenuti, possiamo identificare come postumaniste tutte quelle opere che mettono in scena società umane radicalmente alterate dall’impatto della tecnologia rispetto al nostro presente. Questo impatto si riflette a un livello profondo, biologico e psicologico, sull’individuo, che deve spesso fare i conti con i rischi dell’alienazione (espropriazione della propria memoria e/o del proprio corpo), la perdita d’identità, l’annientamento per opera di un potere soverchiante al punto da rasentare il sovrannaturale. Molti lavori postumanisti si configurano come meccanismi narrativi congegnati per stritolare i personaggi, mettendone a nudo i residui di umanità. Alla perdita dei requisiti biologici della specie si accompagna spesso un forte senso di nostalgia, capace di sublimare per riflesso automatico i connotati emotivi dell’umanità nell’azione dei protagonisti. Alla resa dei conti, è la sensibilità di ognuno che fissa i confini della propria personalità, in linea con la propria libertà di autodeterminazione. In quest’ottica, la tecnologia non è nient’altro che uno strumento di cui servirsi per superare, ove lo si voglia, i vincoli imposti dal caso o dal capriccio della natura.
Come illustravamo in merito alla convergenza di istanze attuata dal postumanesimo, dopo l’esilio terrestre le trame della fantascienza tornano a esplorare gli abissi del cosmo. Spesso lo fanno servendosene come di un semplice specchio per trasfigurare il nostro mondo, ma capita anche che a questa prima funzione metaforica si affianchi una prospettiva estrapolativa volta a radicalizzare le problematiche attuali e prefigurare le potenziali problematiche del domani. Potremmo dire che, contrariamente al puro intrattenimento dell’avventura spaziale, anche quando ci allontaniamo dalla biosfera terrestre con il postumanesimo non perdiamo mai contatto con la realtà. Il ritorno nello spazio si compie nel segno di uno svecchiamento delle tecnologie, che mette da parte i classici razzi e le astronavi iperluce e si affida piuttosto a sonde e portali quantistici, mezzi praticabili da equipaggi umani solo a patto di rinunciare ai propri corpi e abbracciare la virtualizzazione delle proprie coscienze. Tecnologie avveniristiche e allo stato attuale delle nostre conoscenze ancora remote, ma se è vero che cinquant’anni fa immaginare una condivisione di risorse in tempo reale attraverso il web non poteva nemmeno essere preso in considerazione come espediente narrativo, è di questa audacia che abbiamo bisogno per riportare il futuro nell’attualità.
Cercheremo di trovare riscontro a quanto finora esposto nelle opere più significative del filone. Per un più fedele inquadramento storico del fenomeno proveremo inoltre a tracciare un percorso storico nella storia del genere, dai semi concettuali insiti nella fantascienza fin dalle sue origini allo stato attuale del suo percorso evolutivo.
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