- L’U.M.D. registra quindi anche un decesso.- Esatto, senza possibilità di errore.- Se tolgo il BM…- Può farlo, non è un obbligo tenerlo al polso, ma è una sicurezza personale. In quel caso l’U.M.D. registra l’allontanamento termico, ma resta, come dire, all’erta, in standby. Poi, dopo una trentina di giorni, si spegne.
- E se morissi in quel momento?
- Non lo registrerebbe.
- Allora può essere successo questo alla donna.
Il tecnico biometrico scosse il capo. - No, è diverso. Nel caso di Rosanna Serra non c’è stata una stasi della strumentazione, poiché abbiamo registrato proprio la cessazione delle sue funzioni vitali.
Il BM non è stato mai staccato dal suo polso. Anche quando è stata arrestata, lo portava. E il suo U.M.D., da poche ore, aveva ripreso a registrare le sue principali funzioni vitali dopo cinque anni, quasi non ci fosse mai stata una interruzione.
Ottavio sospirò pesantemente. Restò soprapensiero qualche istante: - Insomma, mi sta dicendo che la ragazza è morta, lo è rimasta per cinque anni, poi è tornata in vita come se nulla fosse e le strumentazioni hanno registrato tutto.
- Senza possibilità di errore.
- Lei crede nel paranormale? Nel sovrumano? Negli zombi?
Mirko ridacchiò: - Io sono un tecnico, non c’è nessuno che è più di me attaccato alla realtà.
- Allora c’è stato un errore nella strumentazione?
- È la prima cosa a cui ho pensato. Ho esaminato al microscopio i circuiti delle apparecchiature. Sono perfetti. Gli strumenti non hanno problemi.
- Quindi torniamo agli zombi.
L’altro scosse il capo: - Sono certo che ci sia una spiegazione logica e per nulla sovrumana. Credo che l’ispettore voglia da lei questa spiegazione.
- Una spiegazione di una donna che muore e torna a vivere dopo cinque anni per uccidere qualcuno?
- A volte ciò che si crede di vedere non è proprio quello che si vede.
- Cosa vuole dire?
- Una volta sono letteralmente impazzito nell’esaminare un circuito che mi dava risultati inaccettabili. Eppure non ci potevano esser dubbi. Il circuito era perfetto, ma i risultati erano sbagliati. Più o meno la stessa impossibilità del caso della ragazza.
- E allora?
- Non avevo tenuto conto dell’ingrandimento che alterava i rapporti di volume. Insomma, credevo di vedere una cosa che non era reale perché ne era l’ingrandimento.
- Ma se una persona è morta, è morta!
- È vero, ma… ma credo che possa esserci una differenza tra la morte e la registrazione della morte.
- Quindi torniamo all’errore degli strumenti.
- No, gliel’ho detto, nessuna possibilità di errore. Ho fatto tre controlli incrociati.
- Che lei sappia, cosa è successo al corpo della ragazza, dopo la sua vera o presunta morte?
- A questo posso risponderle io.
L’ispettore era tornato e si era intromesso nella conversazione.
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