Da tempo la Yamato Video si sta dedicando alla pubblicazione dei grandi classici del passato dell'animazione nipponica: da Alpen Rose a Georgie gran arte delle serie televisive che hanno avuto il loro momento di gloria negli anni '80 sono state pubblicate in ottime edizioni DVD dalla casa editrice. Tra i titoli in catalogo annoveriamo un nome che alla maggior parte dei lettori (in particolare quelli con meno di trent'anni) non dirà assolutamente nulla: Baldios- L'invincibile guerriero dello spazio.
Quella di cui si sta parlando è in assoluto una delle serie più immeritatamente sfortunate della storia dell'animazione giapponese, sorte che non è riuscita a riscattarsi nemmeno in Italia. Venne trasmessa per la prima volta in patria nel 1980, ma gli esiti in termini di audience furono disastrosi: schiacciato tra Rocky Joe e Lupin III, Baldios arrivò addirittura ad avere l'1% di share televisivo e l'emittente televisiva fu costretta a piazzarlo alle sette del mattino, di domenica. Alla fine gli sponsor furono così insoddisfatti dagli esiti in termini commerciali e di ascolto della serie da volerne l'interruzione all'episodio 31, quando gli ultimi sette erano in cantiere e gli episodi 33 e 34 erano stati ormai doppiati. Solo nel dicembre del 1981, dietro la grande insistenza dei fans e delle riviste di animazione, che consideravano Baldios un capolavoro, le ultime puntate della serie animata vennero trasmesse e sempre nello stesso anno venne realizzato un film per il grande schermo in cui, dopo un riassunto di dubbia qualità dell'intero anime, venne finalmente fatto vedere il finale. In Italia arrivò invece nel 1982, trasmesso da varie reti locali a cui poi seguirono poche e sporadiche repliche. Fino al 2000, l'anno in cui la Yamato decise di pubblicarlo in VHS, l'unico modo che i fans avevano di vedere Baldios era passarsi le copie fatte con i videoregistratori del 1982.
Perchè pubblicare un anime di così poco successo? Ricordo sempre quello che mi disse il proprietario di una fumetteria a Bologna: "Gli appassionati di Baldios sono pochi, ma quelli che ci sono farebbero di tutto per quel robot!" In effetti è vero: Baldios è una piccola perla che in pochi conoscono e che meriterebbe di essere riscoperta.
Il pianeta S-1 è un pianeta bruciato dalle radiazioni a causa delle continue attività militari e ormai la sopravvivenza della popolazione è impossibile. Da una parte i militari, capitanati da Gattler, vorrebbero partire alla conquista di un altro pianeta, dall'altra parte gli scienziati, guidati da Reigan e dal figlio Marin si oppongono alla distruzione di un altro pianeta e puntano alla creazione di tecnologie che potrebbero risanare il pianeta. Gattler però ordisce un complotto: uccide l'imperatore di S-1 e si arroga ogni potere facendo cadere la colpa su Reigan, che muore nella fuga, e su Marin, che colpisce a morte per difendersi il fratello di Aphrodia. Questa, acceccata dalla rabbia, decide di unirsi al progetto di conquista di Gattler, il quale la nomina generale delle forze armate, e giura di vendicare la morte del fratello con il sangue di Marin. L'armata di S-1, Aldebaran, parte e Marin con la sua navicella, il Pulser Burn, cerca di inseguirli per fermare quest'ennesimo scempio, ma a causa di una distorsione temporale li perde e si risveglia sulla Terra del ventiduesimo secolo, proprio mentre è sotto l'attacco di Gattler. Dopo l'iniziale diffidenza a causa delle sue infauste origini, Marin entrerà a far parte dei Blue Fixer, la squadra di piloti incaricata di fermare l'avanzata dell'Aldebaran: il Pulser Burn infatti è l'unica speranza per la Terra perchè grazie alla sua tecnologia ancora sconosciuta dai terrestri, unendosi con le altre navicelle dei Blue Fixer (il Baldiprize e il Cater Renger), fa i modo che si possa creare il Baldios, un robot capace di navigare nel sub spazio e sconfiggere le armate di S-1. Marin non ci pensa su un minuto a votarsi alla causa terrestre e a mettersi contro i suoi vecchi compagni intenzionati a distruggere questo pianeta che tanto somiglia a S-1 prima che venisse rovinata dall'inquinamento...
Negli anni '80 i cartoni con i robottoni erano tantissimi e la maggior parte sembravano creati con lo stampino: ci sarebbe voluto negli anni '90 Hideaki Anno a riportare in auge il genere con Evangelion. In Baldios dei forti elementi di rottura con il genere già erano presenti: innanzitutto il fulcro delle singole puntate non è il robot, che anzi in alcuni momenti è anche una presenza marginale ai fini della trama e non è invincibile. Lo scopo fondamentale della trama per il creatore Yoshiaki Sohara è quello di mandare un messaggio ecologista e di mostrare come non si può fuggire dalle proprie responsabilità. Inoltre oltre agli scenari politici, c'è un forte retrogusto di shojo anni '80, tanto che si potrebbe considerare questo anime una space opera. Oltre infatti a tutta una serie di amori infelici, genitori sconosciuti, infanzie tragiche e altri elementi puramente melodrammatici che rendono cupo il passato di ogni personaggio, l'intero anime si basa sul dramma di amore e odio che lega Marin e Aphrodia. Certamente Baldios ha forti limiti, tipici dei cartoni animati anni '80: animazioni macchinose, colonna sonora ripetitiva, mecha design non affascinante, diversi errori nel montaggio; tuttavia se il proprietario di quella fumetteria mi ha detto quella frase, non varrebbe la pena scoprire il perchè?
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