"È la storia del tessitore di capelli. Se non l'avete ancora letta, non posso promettervi che l'amerete. Non posso neppure promettervi che vi piacerà. Posso solo fare una promessa: non la dimenticherete mai". Così Andreas Eschbach, scrittore tedesco dell'ultima generazione, presenta il proprio romanzo in uscita questo mese in tutte le edicole nella collana Solaria di Fanucci, a L. 7900. Miliardi di tappeti di capelli è un perturbante romanzo, un fanta-thriller pervaso da una forte ricerca di misticismo e di ritorno alle ritualità primitive della civiltà postatomica, in contrapposizione a un contesto di ipertecnologia spaziale. Riflessione sul potere e sulla manipolazione religiosa, sulla contaminazione tra fede e tecnologia, ma anche sulla solitudine dell'io, sulla continua ricerca di un imperscrutabile disegno esistenziale, Miliardi di tappeti di capelli è la storia di tessitori che passano tutta la loro vita ad annodare tappeti con i capelli delle loro consorti e figlie, per ornare il palazzo dell'Imperatore, un essere superiore e immortale. Una Odissea nello spazio, è il caso di dire, dove le moderne Penelope al maschile intessono le loro esistenze e, nodo dopo nodo, di padre in figlio, si trasmettono un sapere che cela un terribile segreto.

Andreas Eschbach è nato a Ulm nel 1959 e vive nei pressi di Stoccarda. Si è laureato in tecnica aerospaziale. In seguito ha diretto una società per lo sviluppo di software. Ha scritto i primi racconti a quindici anni, pubblicati in diverse riviste letterarie. Nel 1994 ha ricevuto la borsa di studio della Fondazione Arno Schmidt assegnata ai nuovi scrittori di talento. Dopo Miliardi di tappeti di capelli ha pubblicato altri quattro romanzi. Vincitore di importantissimi premi, Eschbach si è già affermato presso il pubblico internazionale, è stato tradotto in Francia con grande successo, ed è l'indiscussa star della nuova fantascienza tedesca. Miliardi di tappeti di capelli è la sua prima opera pubblicata in Italia. Miliardi di tappeti di capelli di Andreas Eschbach, Solaria Fanucci, pp. 288, L. 7900.