Fra qualche mese potrebbe capitarvi di trovarvi in mano una copia del romanzo Clipart di Elisabetta Vernier, e di scoprire all'interno un sacco di parole strane con lettere apparentemente scelte a caso, con decisamente troppi accenti e decisamente poche vocali.
Nel caso, sappiate che si tratta dell'edizione ungherese del romanzo, in uscita il prossimo autunno presso una casa editrice del gruppo che pubblica anche Galaktika, la più famosa rivista di fantascienza ungherese (nonché una delle più prestigiose testate di fantascienza europee).
La lingua ungherese è scritta con i caratteri latini, ma, come il turco e il finlandese, appartiene a un ceppo del tutto diverso da quelli da cui derivano le lingue neolatine o gotiche; non c'è speranza quindi di riconoscere parole somiglianti alle nostre o a termini inglesi o tedeschi.
Il romanzo è stato selezionato dal direttore di Galaktika, Attila Neméth, che aveva già pubblicato sulla rivista il racconto di Elisabetta Vernier Origami (uscito in Italia su Delos). Il racconto, insieme anche a Hungry Light (anch'esso apparso su Delos), sarà incluso anche nel nuovo volume, essendo Clipart un romanzo non molto lungo.
Clipart era uscito in Italia come quarto volume della collana Fantascienza.com nel 2003, e aveva vinto il premio Italia come miglior romanzo nel 2004. L'autrice ne ha realizzato anche una versione audiolibro - o podcast se volete - ascoltabile e scaricabile dal suo sito, www.kranio.com/clipart/podcast/.
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