Andromeda Strain è una miniserie in due puntate realizzata da A&E Network che si basa sul famoso romanzo di Michael Chricton che nei primi anni '70 ebbe già una trasposizione cinematografica ad opera di Robert Wise.
A produrre questo progetto troviamo un paio stelle di prima grandezza nel firmamento di Hollywood, in grado di far drizzare le antenne a tutti i cultori della fantascienza cinematografica: i due fratelli Ridley Scott e Tony Scott.
Un satellite governativo cade nei pressi di un piccolo paesino sperduto dello Utah di nome Piedmont a pochi metri da una coppia di giovani ragazzi che non trovano di meglio da fare che caricarselo sul pick-up e portarselo a casa.
Questo rappresenta la parola fine per gli abitanti di Piedmont, e per la squadra dell'esercito giunta con colpevole ritardo per il recupero dell'oggetto, in quanto nel satellite è contenuto un virus di origine sconosciuta, probabilmente aliena, dal nome in codice Andromeda che stermina in maniera praticamente istantanea l'intera popolazione umana di Piedmont ad eccezione di un vecchio alcolizzato e una neonata di pochi mesi.
E' in questo momento che entra in gioco il progetto Wildfire, un unità speciale per lo studio e il contenimento di pandemie infettive guidata dal Dottor Jeremy Stone interpretato da Benjamin Bratt, il famoso Detective Ray di Law & Order, Red Planet, e protagonista del recente adattamento del romanzo di Gabriel Garcìa Marquez, Love in the time of Cholera.
Il Dr. Stone assembla quindi il suo team composto da quattro scienziati, massimi esperti in vari rami della biochimica: la Dottoressa Angela Noyce ( Christa Miller, la Jordan di Scrubs), il progettista di armi biologiche Dr. Tsi Chou interpretato da Daniel Da Kim, vecchia conoscenza per i fan di Lost, la Dottoressa Charlene Barton (Viola Davis, già vista in Traveler e City of Angels), il Maggiore Bill Keene virologo e referente dell'esercito all'interno del progetto che ha la faccia di Ricky Schroeder (l'agente Doyle in 24).
Un cast sicuramente di tutto rispetto con volti conosciuti della televisione americana a cui va aggiunto Eric McCormack, che più o meno tutti conoscono come il Will di Will & Grace, nel ruolo di un reporter d'assalto con molteplici problemi di alcolismo e cocaina.
La miniserie comincia nel migliore dei modi con un entrata in scena di Andromeda veramente spettacolare, in un film dove gli effetti speciali sono assolutamente di primordine.
L'atmosfera di Piedmont ridotto a un inquietante paese fantasma funziona benissimo, con momenti assolutamente agghiaccianti specialmente quando avviene la ricostruzione degli eventi di quei pochi minuti in cui si è scatenato l'inferno.
Anche il reclutamento della squadra Wildfire è gestito ottimamente con uno schema alla Sporca Dozzina che ci permette di entrare efficacemente all'interno della psicologia di tutti i personaggi del team.
Ma proprio quando lo spettatore è ormai catturato e si passa da quella che è la risoluzione del mistero legato all'origine del codice Andromeda a una vera e propria lotta contro il tempo per arginarlo e distruggerlo che la tensione paradossalmente si affossa in maniera repentina e definitiva.
L'atmosfera e il taglio alla Sindrome Cinese con tanto di countdown per autodistruzione del reattore nucleare sono un qualcosa di assolutamente scontato, come i militari cattivi, i giornalisti buoni e dannati, e gli ormai stereotipati poteri occulti della politica che come espediente narrativo sono stati francamente abusati sin dai tempi degli X-Files (massima espressione del complottismo).
Tutta la parte legata alle peripezie del cronista Will e della sua precipitosa fuga con bella ragazza tatticamente inserita, perchè fa sempre bene alla storia salvare la donzella, è di un inutilità imbarazzante.
Giusto la teoria del wormhole con loop temporale annesso riesce a riaccendere un minimo di interesse finale che non serve comunque a riequilibrare le sorti di questo Andromeda Strain profondamente diviso qualitativamente e stilisticamente dalle due puntate di cui è composto.
Sinceramente avrei voluto fermarmi alla prima.
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