Qualcuno ha notato come molte delle prossime produzione cinemtagrafiche abbiano come comune denominatore le voci "tratto dal videogame" o "tratto dal fumetto"?

Anche se palesemente questo rappresenta l'ormai cronico inseguimento del target teenageriale da parte delle major di hollywood, al punto che pare strano che ancora non si parli di un Grand Theft Auto 4-The Movie, è anche vero che in alcuni casi, all'interno di queste forme di intrattenimento, si nasconda anche una storia interessante.

Il videogame Bioshock ha dalla sua parte una delle ambientazioni più ipnotiche mai viste in un gioco, un'atmosfera avvolgente e un tono già molto cinematografico per conto suo, anche se realizzare degnamente la città di Rapture avrebbe richiesto un budget non indifferente.

A questo punto entra in scena il regista Gore Verbinski, ormai arrivato nell'olimpo dei registi di successo grazie a un paio di titoli come la trilogia di Pirati dei Caraibi e il primo The ring.

Sarà proprio lui ad occuparsi della produzione e regia del film Bioshock, per conto della Universal, in quanto per sua ammissione è rimasto molto colpito dal design art-deco e dai personaggi inquietanti che popolano l'utopica (e fallita) città di Rapture. Non ultimo il robotico Big Daddy.

Inoltre, aggiunge che l'intera storia di una civiltà utopica crollata miseramente, viene svelata in modo molto intelligente, il che dona al gioco un forte valore cinematografico.

Per chi non lo sapesse, la trama del gioco parte dall'unico sopravvissuto a un disastro aereo nel mezzo dell'oceano negli anni 40, che a nuoto raggiunge una sorta di faro al cui interno trova un batiscafo che lo porterà sul fondo dell'oceano stesso, dove scoprirà una città subacquea, Rapture, nata dal desiderio di un miliardario di creare la società perfetta, slegata da vincoli quali l'etica e qualsiasi limite sociologico.

Solo che, una volta arrivato a destinazione, il protagonista scopre una città silenziosa e devastata, dove le voci di vecchi spot di propaganda echeggiano nell'aria, l'acqua filtra dalle pareti e le poche persone ancora vive... beh, non sono vive nel senso che diamo alla parola usualmente.

Visivamente ineccepibile ma anche un filo ostico nella sua difficoltà, alleggerita solo dal poter salvare in qualsiasi momento, Bioshock è nato per essere un film e al timone non potrebbe esserci un nome migliore. A parte forse Tim Burton.

Malgrado non sia stata comunicata una data di uscita, Verbinski ha detto che vuole iniziare la preproduzione non appena la sceneggiatura verrà approvata, dalla Universal e dalla Take Two, la software house produttrice del gioco stesso.

Se le aspettative saranno rispettate, il viaggio fino a Rapture sarà indimenticabile. Anche se potrebbe essere senza ritorno.