È forse una delle sorprese più piacevoli degli ultimi anni per quello che riguarda i film derivati dai fumetti: Iron Man diretto da Jon Favreau ed interpretato da Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Jeff Bridges e Terrence Howard è non solo uno dei film più riusciti legati ai supereroi degli ultimi anni, ma – soprattutto – una delle migliore pellicole di un genere, spesso, purtroppo a rischio “conformismo”.Prima coproduzione direttamente seguita dalla Marvel con Universal, Iron Man brilla per il suo protagonista Robert Downey Jr. e per la sua grande capacità di seguire con equilibrio da un lato il grande senso dell’umorismo della narrazione, dall’altro argomenti più seri come la guerra, la sopraffazione derivata dalla proliferazione delle armi. Una bella sorpresa che viene raccontata a Delos, dal regista Jon Favreau.
Iron Man è un supereroe non molto conosciuto al di fuori degli Stati Uniti: era questo un elemento di preoccupazione quando ha affrontato il progetto?
In realtà Iron Man non è molto conosciuto nemmeno negli USA, anche se la comunità degli amanti dei fumetti sapeva perfettamente chi fosse. Questo progetto, quindi, rappresentava una sfida doppia. Nei confronti degli amanti del fumetto e di quelli che, invece, non ne avevano mai sentito parlare. Fortunatamente il fatto che fosse la prima volta della Marvel come coproduttrice, mi ha permesso di restare più fedele al fumetto di quanto possano avere fatto altri registi con altre Majors. Grazie alla comunità on line che è così vocale e globale al tempo stesso, ho potuto fare valere le mie ragioni in una scelta del protagonista che non era affatto scontata.Ricordo che quando ho sentito dire che Johnny Depp avrebbe girato I Pirati dei Caraibi sono rimasto sorpreso, così come so che alcune persone sono rimaste incuriosite dalla nostra decisione di affidare a Robert un film come Iron Man. Del resto tutto il cast non era in linea con quelle che, in genere, sono le aspettative della gente nei confronti di un film legato ai supereroi. E’ stato questo cast a definire il personaggio e il film. La mia speranza è che le scelte relative a questo personaggio, possano diventare rapidamente parte dell’iconografia moderna.
Iron Man è un piccolo capolavoro di stile ed eleganza. Un film divertente, che parla di cose serie senza scivolare nelle lacerazioni dark di tanti supereroi che vediamo al cinema. Come siete arrivati a questo equilibrio?
In realtà al ‘cuore’ del film siamo arrivati attraverso le performances degli attori. La sceneggiatura non era del tutto completa quando abbiamo iniziato a lavorare sul set e quindi abbiamo avuto una grande libertà creativa di ‘inventare’ i dialoghi e di collaborare tutti insieme alla costruzione della narrazione. Molto deriva dall’improvvisazione e anche se alcune delle scene erano estremamente dettagliate nella sceneggiatura, abbiamo fatto in modo che l’intera pellicola beneficiasse di un tono ‘leggero’. Questo perché ci sono già moltissimi film sui supereroi e noi volevamo distinguerci dagli altri dando vita ad una pellicola che non avesse il tono dark di tanto cinema appartenente a questo genere. Volevamo che non solo fosse divertente, ma anche leggermente ‘sovversivo’ nel suo humour. Questa libertà ci ha consentito di essere più ‘realistici’ anche sul versante politico di tanti film che vediamo in giro.
Parliamo del grande senso dell’umorismo…
La mia formazione è nel cinema indipendente e, soprattutto, nella commedia. In ogni spazio possibile abbiamo voluto inserire situazioni umoristiche. Questo perché l’essere leggero e divertente non è necessariamente un limite per diventare, lo stesso, un film epico e importante. Io credo che questo tipo di film debba essere soprattutto di intrattenimento, ma che – al tempo stesso – sia in grado di distrarre le persone dai loro problemi quotidiani e di farle riflettere su questioni rilevanti come, ad esempio, la guerra. Oggi negli Stati Uniti la situazione politica è molto ingarbugliata ed è bello andare al cinema e distrarsi per due ore con qualche bella risata.
Una scelta ‘originale’…
Iron Man ha un tono peculiare e un’identità precisa grazie alla grande qualità del lavoro portato avanti da tutto il cast. In più Robert Downey Jr. ha avuto un ruolo determinante sia nella costruzione del personaggio che della trama. Tutti gli altri attori e io stesso lo abbiamo seguito in questo processo di costruzione quotidiana del nostro film. Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo realizzato.
Un tema importante è quello della proliferazione delle armi…
Dal mio punto di vista volevamo soprattutto che Iron Man fosse un film di intrattenimento. Io non sono un cineasta impegnato dal punto di vista politico, perché le mie idee politiche non sono immutabili. Volevo proporre al pubblico qualcosa che non risultasse una sorta di predica, ma che riflettesse la realtà dei nostri tempi e le ansie che viviamo negli Stati Uniti dopo l’11 settembre e negli ultimi anni.Quaranta anni di fumetti di Iron Man mi hanno fatto ben riflettere su quale potrebbe essere oggi il comportamento di questo personaggio nei confronti della situazione presente. Nel fumetto originale Tony Stark è un progettista di armi in Vietnam. Adesso lo abbiamo ‘aggiornato’ all’Afghanistan. L’idea che tutto quello che fai possa avere delle conseguenze per tutto il mondo, è una lezione interessante per il personaggio interpretato da Robert Downey Jr. È così che Tony Stark impara la sua lezione. E’ una sorta di illuminazione molto divertente da portare sullo schermo, perché è una sorta di reinvenzione del mito dell’uomo pronto a cambiare la sua vita dopo avere capito quello che gli sta accadendo. E’ un risveglio della propria coscienza che a me piaceva. Credo, infatti, che i film legati ai Supereroi funzionino al meglio quando ‘incanalano’ antiche mitologie in narrazione moderne.Nei fumetti tu hai tre tipi di storie: il primo è quando dei poteri arrivano magicamente all’eroe rendendolo tale, l’altro è quando l’eroe nasce così e il terzo è quando c’è una trasformazione volontaria. Il più antico e il più interessante è sicuramente quest’ultimo mito. Un rito di passaggio per un uomo che decide di diventare un eroe in maniera cosciente e chiara. C’è un risveglio spirituale e questi uomini e donne reagiscono diventando persone eroiche. Iron Man nasce dalla volontà e dall’impegno di un uomo.
Iron Man è un eroe ‘costruito’ e non nato per caso…
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