Scarso budget, nessun personale, spallegiato solo dal governo americano Jackson King, una volta al comando della più potente squadra di intervento superumano del mondo, si trova a dover ridimensionare le proprie aspettative ed a considerare un differente approccio...
Stormwatch, la squadra di pronto intervento superumano delle Nazioni Unite, è stata una delle collane storiche della Wildstorm per quasi due decenni ed ha visto passare nelle sue varie incarnazioni artisti del calibro di Jim Lee (il creatore della serie) e Warren Ellis. Quando il lettore si trova di fronte a questo fumetto di solito si aspetta personaggi in grado di rifare letteralmente i connotati del nostro pianeta in un battito di ciglia o di spianare montagne col pensiero.
Christos Gage (Law & Order, Numb3rs e X-Men), trovatosi a dover gestire questa particolare incarnazione del gruppo, decide per cambiare radicalmente punto di vista e modalità narrative. Jackson King, storico comandante della squadra e nuovo Weatherman, si trova senza nessun tipo di risorse e finanziato dai soli Stati Uniti, con pochi agenti operativi in un contesto globale, se è possibile, ancor più pericoloso e aggressivo del solito. Il gruppo principale di Stormwatch, i grossi calibri insomma, non possono trovarsi ovunque (anche il teletrasporto costa) e soprattutto non sempre sono in grado di gestire da soli i problemi perchè, sempre più spesso, si trovano in svantaggio tattico e numerico. La soluzione, secondo King, potrebbe stare nell'aggirare la questione addestrando gli umani normali (o almeno quasi normali) a gestirsi da soli le difficoltà derivanti dalla convivenza con gli esseri post-umani. Nasce così Stormwatch: Post Human Division, una nuova realtà sperimentale destinata ad essere, nel caso si dimostri efficace, il modello per un team di pronto intervento a basso costo da dispiegare in ogni grande città d'America, o, nel caso invece non si dimostri efficace, il più breve tentativo della storia di gestire post-umani con scarse risorse.
Le basi di questo fumetto sono ottime ed originali, piene delle potenzialità che potrebbero portarlo, in un prossimo futuro, a vette narrative all'altezza degli illustri predecessori: peccato che vengano sfruttate dall'autore solo in parte. La trama è divertente, i personaggi brillanti e spassosi, le situazioni son costruite ad arte per mettere in luce i disagi di persone "quasi" normali nel dover gestire problemi impossibili con risorse risibili, peccato non sembri abbastanza in base a quanto ci si poteva prospettare. Gage non riesce a far il grande passo, a mettere in campo una trama veramente pregnante e che coivolga personalità importanti dell'universo Wildstorm, rimane nel divertente e leggero senza però connotarlo anche di contenuti all'altezza delle aspettative. I post-umani si rivelano una strana brigata di provenienza soprattutto aliena mentre non viene per nulla esplorata la tematica metaumana evolutiva o artificiale; d'altro canto i protagonisti troppo spesso devono ricorrere proprio ai poteri di cui dovrebbero far a meno per trarsi d'impaccio dalle situazioni più pericolose.
Adatte all'atmosfera le matite di Doug Mahnke (Batman, Superman, JLA) che riesce a conciliare un tratto ben definito con una buona espressività e una apparente "sporcizia" nella resa finale. Un disegno che calza a pennello per le atmosfere più terrene e reali della serie. Un inizio quindi decisamente promettente che si spera abbia sviluppi molto migliori in futuro.
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