Alla fine del mese di marzo il giudice Stephen G. Larson della Corte Distrettuale degli Stati Uniti, Distretto Centrale della California, ha deciso di attribuire a Joanne Siegel e a Laura Siegel Larson, rispettivamente vedova e figlia di Jerry Siegel i diritti di proprietà del materiale contenuto nell’albo Action Comics #1, ovvero il fumetto originale del 1938 in cui fece il suo debutto il supereroe più famoso del mondo: Superman.
Jerry Siegel (1914-1996) è stato co-creatore di Superman insieme al disegnatore Joe Shuster (1914-1992) e per molti anni ne ha sceneggiato le avventure. Il suo rapporto con la DC Comics non è sempre stato ottimale, ma aveva ottenuto un certo equilibrio fino alla sua morte.
Le leggi su copyright e diritto d’autore, che variano a seconda della nazione, sono estremamente complesse e risentono sia della pressione esercitata da chi possiede importanti proprietà intellettuali, sia dalle legislazioni che permettono il passaggio delle stesse proprietà individuali nel regno del pubblico dominio quando sono soddisfatte determinate condizioni. Si tratta sempre di acqua molto agitate, perché intorno a queste proprietà si muovono spesso grandi cifre di denaro.
In seguito a una legge del 1976, che permette a un autore e agli eredi di un autore di avere la possibilità di gestire il rinnovo dei diritti di un’opera e di rivalutarli a seconda del valore di mercato attuale, la moglie e la figlia di Siegel, dopo la morte di Siegel nel 1997, avevano citato in giudizio Warner Bros. Entertainment, Time Warner e DC Comics, dichiarando conclusi i contratti e gli accordi che legavano Siegel (e Shuster) alla DC Comics (i diritti di Superman assegnati originalmente nel 1938 e successivi accordi, riconoscimenti e pagamenti del 1948 e 1975).
Il giudizio verteva sulla validità di poter concludere unilateralmente questi contratti. In 72 pagine il giudice Larson esprime la sua opinione considerando il lavoro originale, Action Comics #1. I due autori lo avevano pensato e realizzato per un formato adatto per i quotidiani, ma la DC lo aveva accettato solo dopo che era stato modificato per il formato albo (asserendo così che era un lavoro almeno in parte “commissionato” e quindi non soggetto al diritto d’autore come un lavoro completamente creato). In conclusione il giudice Larson attribuisce i diritti dell’opera e del personaggio Superman agli autori e quindi ai suoi eredi.
Da notare che comunque non sono compresi i diritti sui profitti realizzati all’estero, perché di competenza esterna agli Stati Uniti e quelli relativi all’uso del marchio Superman (tipo la S sulle magliette). Non sono invece state prese decisioni sui profitti realizzati finora dalla DC tramite il personaggio Superman, ovvero i diritti cinematografici e televisivi.
Le cose sono complicate anche da affermazioni di chi rappresenta il patrimonio di Shuster (che non ha lasciato eredi) per cui già nel 2013 la DC/Warner non potrebbe utilizzare Superman senza il consenso dei detentori dei diritti (patrimonio Shuster compreso) e anche dal fatto che secondo alcune interpretazioni nel 2033 (95 anni dalla creazione) Superman diventerebbe di dominio pubblico.
Questa è più o meno la situazione: gli eredi di Siegel possiedono metà dei diritti del personaggio Superman e di quanto apparso in Action Comics #1 (o derivato da). La Warner è già pronta agli appelli, ma il giudice ha chiesto alle parti in causa di trascorrere i prossimi 60 giorni a cercare una soluzione comune o di rivedersi in tribunale a partire dal 4 novembre 2008. La soluzione più semplice è si arrivi a un accordo finanziario, magari accompagnato da un maggior riconoscimento morale degli autori. Ma se così non fosse?
Teoricamente nessuna delle due parti ha il controllo creativo diretto su quello che fa l’altra, ma potrebbe realizzare storie di Superman per conto proprio (senza però dare esclusive senza il beneplacito dell’altra parte e dandole comunque metà dei profitti). Quindi potrebbero esserci due differenti serie a fumetti (una della DC e una di una casa editrice concorrente) o anche due differenti film realizzati in contemporanea, magari concettualmente differenti. In ogni caso ogni parte (DC ed eredi) guadagnerebbe metà dei profitti.
Gli eredi Siegel potrebbero ipoteticamente vendere il loro personaggio per esempio alla Marvel? Non proprio, perché entra il gioco la differenza tra la proprietà dei diritti (copyright — l’opera originale e i suoi concetti) e del marchio (trademark — quello che lo identifica), oltre al fatto che i diritti degli eredi sono legati ad Action Comics #1 e non alla successiva evoluzione del personaggio. Anche se la Marvel (o chi per lei) si gettasse nell’impresa non potrebbe utilizzare “quel“ Superman, ma uno legato al concetto originale e forse il mercato non sarebbe interessato a un Superman differente. Senza contare che la Marvel affronterà a breve una problematica simile con i diritti di Capitan America. A questo punto la DC potrebbe “vendicarsi” e intromettersi nella cosa, creando di fatto una guerra che potrebbe poi non limitarsi ai personaggi dei fumetti.
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