Un anno fa la prima antologia connettivista tentava di dare una panoramica delle principali tematiche del movimento. Questa seconda antologia, Frammenti di una rosa quantica, non è così ambiziosa. Più prosaicamente si fregia della sua frammentarietà, sin dal titolo. Il riferimento alla meccanica quantistica evidenzia lo stato naturale del movimento, che vive continui cambiamenti di definizione, resistente a qualsiasi osservazione. Anzi proprio il tentativo di osservazione genera i cambiamenti.
L'antologia presenta quindi ancora più discontinuità, al suo interno, di quante ne avesse la prima.
Ci sono anche nomi nuovi. Ci sono i connettivisti della prima ora, ma anche semplici simpatizzanti, coinvolti perché comunque affini a un movimento che può essere tutto e il contrario di tutto.
In un anno sono successe tante cose. Scrivendo s'impara. La vittoria al premio Urania di Sezione π2 non è un evento casuale, né unico. Anche altri connettivisti hanno vinto prestigiosi premi per racconti. Infatti in questa antologia la qualità media è nettamente migliorata, pur partendo dal buon livello della precedente.
Veniamo ai racconti.
Orizzonte degli Eventi, di Giovanni De Matteo è un racconto che per struttura è da considerarsi un romanzo breve. Un racconto che oscilla tra suggestive evocazioni di millenarie civiltà, citazioni fumettistiche, paradossi della fisica e la migliore space opera. E' così ben strutturato da essere suscettibile di ampliamenti, che potrebbero portarlo al respiro del romanzo lungo.
SPAM di Filippo C. Battaglia, è un allucinato viaggio nelle estreme conseguenze dalla civiltà dei consumi. Graffiante.
L'uomo dei pupazzi di schiuma di Dario Tonani, ci mostra l'avvento di nuove forme di vita. Figlie sia dell'avanzata manipolazione dei materiali, che del software che assume auto consapevolezza. Il racconto pur tuttavia sembra fermarsi prima di possibili sviluppi. Peccato perché è molto ben scritto.
Chandra, sogna la neve che brucia di Alberto Cola.
Ossia anche le AI hanno un anima. I “ghost” che si affannano a cercare le tracce della più evoluta di esse, ossia “Miracle” se ne renderanno conto? Attenzione, la risposta potrebbe inquietare più della domanda. Bello.
Cento anni di Sandro Battisti è breve come un soffio. Ma è intenso, struggente. Le estreme conseguenze dell'ingordigia di sapere e conoscenza sono sempre dietro l'angolo. Fare attenzione. Sempre. Da leggere e da ascoltare nei reading che Sandro tiene per l'Italia.
Principio d'induzione di Roberto Furlani è un ottima drammatizzazione di un principio della fisica classica, immerso in uno scenario di guerra futuribile, in realtà fin troppo attuale. Un racconto dallo svolgimento compiuto. Uno dei migliori dell'antologia.
137 di Lukha Kremo Baroncinij.
Intelligenze naturali alimentano computer organici, connessi a loro volta con intelligenze artificiali. In uno scenario freddo e disumano si combatte un conflitto silenzioso. Immaginifico e ben scritto.
Confiteor di Mario Gazzola è un pugno nello stomaco. Ostie mediche sono in grado di fare dimenticare i peccati, fatti e, soprattutto, subiti. L'antico rituale della confessione è quindi asservito a scopi che il racconto esplicita senza pudore. Ottimo senso del ritmo, esaltato nei reading dalle ottime capacità espressive del suo autore, ma capace di emozionare anche alla sola lettura privata.
L'ultima stanza del mondo di Alex Tonelli ha per protagonisti quattro sopravvissuti a una pestilenza mondiale. Ma l'essere chiusi in una stanza, senza contatti con il mondo, li renderà protagonisti di uno dei più classici paradossi quantistici. Buona costruzione dei personaggi.
Afterlife di Daniele Pasquini.
Il racconto narra di un futuro nel quale l'anima, dopo la morte, diventa un software da caricare in un software di realtà virtuale. La vera e definitiva Second Life. Ovviamente nulla è mai semplice come si crede. Non completamente sviluppato, a mio giudizio, ma il tema è interessante.
Esperimento quantico di Domenico Mastrapasqua racconta di un novello icaro quantistico. Del sempre eterno protendersi oltre ogni limite fisico. Ovviamente le conseguenze di questa ricerca sono sempre imprevedibili.
La favola nera di Marco Milani è la coniugazione in chiave connettivista dell'eterno scontro dell'uomo con le sue paure. In questo caso di un bambino, che affronterà lo spauracchio più temuto, “l'uomo nero”. Buonissimo il dialogo.
L'istante gelido di Fernando Fazzari è un aneddoto, più che un racconto. Una Bologna non molto lontana dall'attuale fa da sfondo a una resa dei conti tra padre e figlio, con toni da racconto maistream.
Amiens (1905) di Simone Conti è una delle punte di diamante di questa antologia. E' possibile fare interagire Jules Verne con tutti, dico tutti, i personaggi delle sue opere? Chi è il misterioso nemico che insieme dovranno affrontare? Da leggere. Non me ne vogliano gli altri, ma è il mio racconto preferito dell'antologia. Assolutamente da leggere.
In conclusione un'antologia tutta da leggere. Come già scrissi l'anno scorso, i connettivisti hanno il maledetto vizio di parlare poco, e scrivere tanto. E il maledetto coraggio di esporsi, in un momento che continua a essere poco felice per la fantascienza. Non posso poi non fare i miei complimenti a Giorgio Raffaelli per le splendide immagini a corredo dei racconti, che avrebbero meritato la stampa a colori. Ma capisco anche l'esigenza meritoria dell'editore di mantenere un prezzo abbordabile. Ottima è poi la grafica del volume. Curata e ben fatta anche la parte redazionale, che consta nella simpatica introduzione di Luca Masali, la compiaciuta nota dell'editore Luca Kremo Baroncinij e le necessarie note biografiche sugli autori.
Prendete e leggetene tutti.
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