Scena: Domenica 16 marzo 2008, ore 18:00 circa. Roma, San Giovanni, 3° piano di un palazzo la cui visuale è occupata in gran parte dalla facciata della Basilica (ma basta abbassare lo sguardo per scorgere una sorta di baraccopoli, che altro non è che il mercato di Via Sannio). Salotto di casa mia, televisione spenta.
Protagonista: Il sottoscritto, uomo di mezza età, con una decennale passione per la fantascienza scritta, con la quale arreda il suo habitat, attrezzando sempre più pareti della sua casa a libreria.
Prologo: Il protagonista è reduce da un pranzo luculliano consumato in una trattoria con cucina tradizionale sita "fori porta" (Velletri). Tra fiumi di vino bianco della casa, tagliatelle fatte a mano con funghi porcini, fegatelli di maiale alla brace, patate arrosto, cicoria ripassata in padella, puntarelle alla romana, e per chiudere panna cotta, ha festeggiato con amici e parenti i 18 anni di una sua nipote (della quale è lo zio, non il nonno!). Per cui tornato a casa con moglie e figlio è come si dice da noi "in grazia di Dio".
Atto I: Accende con noncuranza la TV, su Rai 1 c'è la pubblicità, ma sa che la trasmissione in corso è Domenica In e non è interessato, passa su Rai 2 e anche lì pubblicità, alè, continua lo zapping e va su Rai 3. Sta iniziando, con una sigletta accattivante, una di quelle trasmissioni che gli piacciono molto ma che non riesce, per un motivo o per un altro quasi mai a vedere: Per un pugno di libri. Comincia quello che potremmo definire il book game, ma che a quelli della sua generazione ricorda Chissà chi lo sa? mitica trasmissione anni '60 della TV dei Ragazzi, presentata dall'altrettanto mitico Febo Conti (un misto tra Nicola di Bari e Paolo Pigna, dico come aspetto fisico). Il presentatore Neri Marcorè, coadiuvato dall'esperto in letteratura Professor Piero Dorfles, presenta la puntata alla quale partecipano gli studenti del Liceo Scientifico “De Lorenzo” di Latronico, provincia di Potenza, e quelli del Liceo Scientifico “Antonio Labriola” di Napoli.
Dal suo torpore il nostro viene destato dall'annuncio che "la puntata odierna avrà come argomento principale Minority Report (titolo italiano Rapporto di Minoranza ), scritto da Philip K. Dick nel 1956, famoso al grande pubblico grazie all’omonimo film di Steven Spielberg, libro che descrive un futuro immaginario in cui il male della società verrà bandito dai “precog”, uomini alterati geneticamente, in grado di prevedere gli atti criminosi", wow!
Atto II: prima di passare alla competizione tra le due scolaresche il presentatore accetta la prima telefonata, con in palio 5 libri, con la nuova definizione da indovinare: "Incubo del dentista". Una signora molto gentile risponde dall'altra parte del telefono Il deserto dei tartari, l'esperto dispiaciuto risponde "No, però la sua soluzione è migliore di quella pensata dai nostri autori". E intanto lui pensa si parla di Buzzati, uno dei nostri, molto vicino alla letteratura fantascientifica e comunque fantastica. E vai! Mi sembra improvvisamente di essere in una di quelle presentazioni alla Asimov dove nel descrivere i fatti di cronaca li definiva come appartenenti al mondo della fantasia, e invece parlando delle novità fantascientifiche parlava di mondo reale. O meglio ancora in un recente racconto di Silvio Sosio, dal titolo significativo Mondo alla rovescia, nel quale il palinsesto televisivo è invaso dalle serie e dai film di fantascienza e il mondo della cultura e dell'informazione hanno ghettizzato ogni altro genere.
Atto III: continuando a crogiolarmi sul divano la trasmissione scorre, domande su Dick, su Ubik, su Deckard, brani famosi e curiosità sull'autore e le sue opere, poi ancora i contributi filmati con Enrico Ghezzi e Nicoletta Vallorani sempre su Dick e la fantascienza. Un'apoteosi. Il vero culmine si tocca quando l'esimio professor Dorfles dà una definizione di fantascienza, semplice ma efficace: "Dick è un autore di fantascienza, la fantascienza è sempre stata considerata una letteratura di serie B e invece è un'ottima letteratura se è scritta da ottimi autori".
Epilogo: La trasmissione finisce, vincono tanto a poco, gli studenti di Napoli, rimango estasiato e incredulo, ma è stato tutto vero? Tutto reale? E' forse un effetto allucinogeno degli adorati fegatelli di maiale? Adesso parte la sigla del TG: E VAI! Si torna al mondo della fantascienza.
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