Una nuova metamorfosi: il più fantascientifico dei fumetti Marvel continua nella sua corsa per mettersi al passo coi tempi.
In vista del film e del ruolo sempre più centrale del personaggio nell'universo Marvel, la celebre casa editrice americana si sta concentrando per rivoluzionare, un passo dopo l'altro, il concetto di uno dei suoi più rinomati supereroi. Dopo il celebre Extremis di Warren Ellis, eccoci di fronte alla nuova gestione post Civil War di Iron Man. Con le dimissioni di Maria Hill, nel finale della guerra fratricida che ha visto gli eroi Marvel in lotta l'uno contro l'altro, a Tony Stark viene assegnato il ruolo di direttore del più celebre ente spionistico del mondo: lo S.H.I.E.L.D. Una scomoda eredità per lo sceneggiatore che avesse preso in mano la serie a questo punto, ma un'ottima occasione per mostrare le proprie capacità tentando di rendere in una struttura organica i cambiamenti subiti dalla testata negli ultimi mesi. Daniel e Charles Knauf con questa prima miniserie di Iron Man: direttore dello S.H.I.E.L.D. non solo se la cavano egregiamente, ma riescono a farlo senza dimenticare, come succede di solito, personaggi e particolari delle gestioni che li hanno preceduti.
Iron Man si avvia ad un'ambientazione più adulta e più complessa in cui l'evoluzione tecnologica e gli elementi fantascientifici non rimangono un'ombra di colore esotico in storie prettamente supereroistiche ma un elemento importante che, con le sue implicazioni, scuote le fondamenta dell'universo stesso in cui si muove il protagonista. Tony Stark si trova proiettato improvvisamente in un mondo di cospirazioni internazionali senza sapere di chi può veramente fidarsi e soprattutto senza aver la benchè minima esperienza nel gestire questo tipo di problemi. Unica sua risorsa è l'intelligenza e la capacità di organizzazione che lo ha contraddistinto fino ad ora. Una storia che si prospetta carica di tensione e di ironia con personaggi comprimari a tutto tondo che vanno dal vecchio mentore di Stark, un incrocio fra un biologo ed uno sciamano, al vecchio braccio destro del precedente direttore, un militare tutto d'un pezzo uscito dritto dritto dalla Seconda Guerra Mondiale. Cominceranno a profilarsi anche antichi nemici all'orizzonte, trattati per fortuna in modo razionale ed intelligente, non ridotti al ruolo di sedicenti dominatori del mondo in calzamaglia.
I disegni, a cura di Roberto De La Torre, abbandonano i toni stilistici ipertecnologici alla Granov per sviluppare un tratto più noir, più sporco che stranamente non stona nè con il contesto nè con la resa degli elementi tecnologici come parrebbe a prima vista. Un fumetto gradevole, ancora non perfetto, ma con in sè gli elementi che potrebbero portare questa gestione ad ottimi risultati.
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