Non c'è da stupirsi se X men è in qualche maniera il miglior film ispirato ai supereroi capace di battersela forse solo con i Batman dark di Tim Burton. Il lavoro di interazione tra il team creativo guidato dal produttore Tom De Santo e dal regista Bryan Singer e i milioni di fans tramite i fan club ha dato buoni frutti. Portata all'osso (la saga di X men ha troppi personaggi per mostrarli tutti in un film) la storia si concentra sul difficile rapporto tra il Professor X e Magneto. Entrambi mutanti, entrambi terrorizzati dall'idiosincrasia degli uomini nei confronti di coloro i quali hanno subito le mutazioni genetiche, amici da anni, si sentono lontani nel trovare soluzioni per il loro futuro rapporto con l'umanità. Xavier è un assertore del dialogo. L'altro ­ avendo subito come ebreo l'Olocausto ­ non ripone fiducia negli uomini e sgomento dalla loro capacità di annientamento dei nemici, vuole scatenare una guerra contro di loro. Ma sulla sua strada ci sono gli X men, un gruppo di giovani dai superpoteri guidati dal professor X. Il film parte dall'integrazione nel gruppo di Rogue e Wolverine e tra effetti speciali estremamente convincenti e una storia dal buon ritmo (la regia è tutto insieme al carisma e al fascino degli attori) Bryan Singer ha il grandissimo merito di avere realizzato un film non retorico e interessante sui supereroi. Una pellicola resa assai originale dal fatto che X e Magneto non sono nemici, né si odiano. Sono solo persone costrette a combattersi per le loro idee estremamente diverse. Entrambi vittime dell'odio e del razzismo degli uomini, reagiscono in maniera diversa. X men è davvero un buon film. Un cartone animato sul grande schermo che senza esagerazioni e smagliature piace, diverte ed interessa. Lanciando in più un messaggio di tolleranza e di antirazzismo a tutti gli spettatori: la diversità è la ricchezza e non bisogna avere paura, né odiare ciò che non si conosce e non si capisce.