L'ultima frontiera della tecnologia applicata all'eros – ci spiegano gli scienziati – è la robotica sessuale. Di cosa si tratta? Semplice: si prendono un essere umano, maschile o femminile poco importa, ed un robot, li si chiude in una comoda stanza da letto e si attende che la natura (artificiale?) faccia il suo corso.
Ovviamente, poi, ci sarà il più classico dei matrimoni riparatori. Fantascienza? No, realtà, o meglio realtà futura.
Ad esporre questa erotica previsione è David Levy, ricercatore sull’intelligenza artificiale all'Università di Maastricht, in Olanda. L’eminente scienziato inglese – sessantaduenne, ma si sa che per il sesso l’età non conta - ha dichiarato che entro il 2050 si assisterà a matrimoni tra umani e robot. Dove? Negli Usa. Secondo Levy, il Massachusetts sarà la prima giurisdizione a legalizzare questo genere di matrimoni misti. Per due motivi: è uno dei pochi stati ad avere leggi molto liberali ed è stato il precursore della legalizzazione di matrimoni tra omosessuali. Ma è anche la sede del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), celebre per le ricerche sull'high-tech. Quindi, basta fare due più due ed il gioco è fatto.
Non è il solo, comunque, a prevedere l’integrazione sessuale tra uomini ed esseri artificiali. Il suo collega Henrik Christensen, docente di robotica all'Università di Stoccolma e fondatore dell’European Robotics Research Network è sicuro che entro cinque anni al massimo la gente comincerà a far sesso con i robot.
Ronald Arkin, direttore del Mobile Robot Laboratory del Georgia Institute of Technology di Atlanta, rilancia la posta affermando che una relazione con un robot è certamente possibile e solo per il fatto che finora non sia legale, non significa che le persone non lo facciano.
Insomma, bando alle ciance, è ora di aggiornare anche le tre leggi della robotica di Isaac Asimov. Prima legge: un robot non può recare danno a un essere umano facendo del sano sesso, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento sessuale, un essere umano riceva danno. Seconda legge: un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, anche se sono di natura sadomaso, purché tali ordini non contrastino con la Prima Legge. Terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge. Come a dire che se un robot maschio gioca a pallone e lo si utilizza per formare la barriera durante un calcio di punizione è bene che si protegga le parti intime con le proprie mani.
Possiamo immaginarlo questo futuro robot-erotico: cloni sintetici di Rutger Hauer che rivolgendosi alle loro clienti cominciano il loro approccio sessuale con frasi del tipo: «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi», lasciando tutto il resto all’immaginazione. Ancora, riproduzioni fedeli di Tricia Helfer, la Numero Sei agente Cylone di Battlestar Galactica che ammiccante verso il probabile partner, li invita a tradire tutta la razza umana. Siamo sicuri che nel 2050 questi saranno tra i modelli più venduti.
Ma no, forse, l’amore tra robot sarà più romantico, come in Il robot che sembrava me (The Robot Who Looked Me, 1978) di Robert Sheckley dove una coppia affida il corteggiamento e due robot indistinguibili da loro, e i robot eseguiranno alla perfezione il loro compito, innamorandosi e fuggendo insieme.
Oppure, faremo la fine di Philip Chimberley, il protagonista del bel racconto Compratemi tutta (Guinevere for Everybody, 1954) di Jack Williamson, che si lasciò incantare da una stereoscopica insegna luminosa che diceva: GHISLENA COMPRATELA SUBITO NON È UN ROBOT... Sotto l’insegna c’era una macchina distributrice a cui era incatenata una bella ragazza-androide che continuava a ripetere ad ogni passante: «Ehi, voi... C'è nessuno che voglia comprarmi?... Forse voi, signore? Compratemi voi... compratemi tutta... vedrete che vi piacerò... ». Il povero Chimberley comprò Ghislena e i suoi guai ebbero inizio.
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