Alla fine probabilmente la spunterà. La WGA, Writers Guild of America, potente associazione sindacale che raccoglie la quasi totalità degli autori cinematografici e televisivi statunitensi, sembra ormai a un passo dall'ottenere il riconoscimento delle proprie rivendicazioni. Infatti, secondo quanto riferisce la Associated Press, appare vicina la risoluzione della vertenza sindacale che ha dato l'avvio a uno dei più lunghi ed estenuanti scioperi della storia dell'industria cinetelevisiva; gli autori potrebbero tornare al lavoro già dalla prossima settimana, con grande sollievo dei produttori e soprattutto degli utenti finali.

Lo sciopero generale era stato indetto il 1 novembre scorso, in seguito al mancato accordo sul rinnovo del contratto fra WGA e major. La causa scatenante della protesta stava nel non riconoscimento agli autori delle royalties per le opere distribuite su canali diversi dal cinema e dalla televisione, quali internet, telefoni cellulari, riproduttori digitali ed altro. Esempio classico di format distribuiti su canale innovativo riguarda i cosiddetti webisodes, episodi di serial televisivi trasmessi esclusivamente sul web. Il mancato riconoscimento derivava dallo standard dei contratti stipulati tra autori ed editori, di durata solitamente decennale e che non tenevano conto della rapidità delle innovazioni tecnologiche.

Dopo oltre tre mesi di sciopero, con relative manifestazioni e cortei, l'Alliance of Motion Picture and Television Producers, controparte della WGA, ha ceduto per "sfinimento". I primi contatti informali per trovare una soluzione definitiva al problema sono iniziati alla fine di gennaio; non ci sono notizie certe riguardo all'accordo raggiunto, anche per la volontà di entrambe le parti di non dare comunicazioni agli organi di stampa fino alla firma ufficiale, ma le informazioni disponibili parlano di una sostanziale resa degli studios, che avrebbero accettato in pieno il punto di vista degli autori riguardo l'utilizzo dei cosiddetti "media alternativi".

Secondo altri gli studios non avrebbero però mai cessato di fare pressing sugli autori, rendendosi ben conto delle conseguenze nefaste di uno sciopero così prolungato. Oltre al terremoto provocato sui progetti cinematografici e sui palinsesti televisivi, che i network sono stati costretti a stravolgere, lo sciopero ha messo in moto un meccanismo di adesione probabilmente sottovalutato in partenza. I primi a schierarsi apertamente e senza mezzi termini con gli autori sono stati proprio gli attori, in teoria anche tra i primi a essere danneggiati; gran parte delle grandi star hollywoodiane hanno manifestato pubblicamente la propria solidarietà con la WGA. Il risultato si è tradotto dapprima con il boicottaggio della cerimonia di premiazione per i Golden Globe, sostituita da uno scarno comunicato stampa; la stessa minaccia ha iniziato ad aleggiare minacciosamente anche sull'imminente assegnazione degli Oscar, l'evento principe della stagione nonché uno degli avvenimenti mondani di maggior risonanza mondiale. Quasi certamente è stata proprio quest'ultima eventualità a fare cedere le major, sempre più intimorite dal ritorno negativo in termini economici e d'immagine. Insomma, tutto è ben quel che sembra finire bene. Almeno fino alla prossima vertenza.