Quel primo evento mi ha stimolato a continuare, mi ha fatto capire che l’idea del BookClub nel Metaverso poteva funzionare: il fatto che il club fosse dovunque e in nessun luogo poteva essere l’arma vincente contro la pigrizia dilagante, quella che ti impedisce di alzare il fondoschiena dalla sedia per organizzare una mini-con da qualche parte in quella che avevo imparato già a chiamare Real Life (RL).

Certo, le barriere d’accesso c’erano ed erano roba mica da ridere: per potersi godere veramente una serata su SL serviva un computer con una scheda video adeguata e un collegamento a Internet che fosse per lo meno ADSL, meglio se veloce. Il client per Mac, inoltre, zoppicava ancora un pochino. Oltre ai requisiti hardware e di connettività, SL richiedeva un minimo di allenamento nell’utilizzo del programma: tirar dentro un autore, trasformandolo di fatto in un niubbo implume, era una grossa responsabilità e richiedeva la disponibilità da parte mia a insegnargli il minimo indispensabile per riuscire a muoversi e a parlare. Con Maurizio e Luigi, entrambi superinformatizzati, il problema non si era posto più di tanto, ma quando ho organizzato il secondo evento, all’inizio di giugno, ho capito che la verifica hardware e il mini-training dell’ospite dovevano diventare parte integrante del tutto.

Oltre a questo, visti i problemi tecnici dovuti all’incapacità intrinseca delle SIM di Second Life di ospitare più di un certo numero di avatar contemporaneamente, urgeva un trasloco. Il caso ha voluto che il mio amico Daniel, proprio in quei giorni, avesse un piccolo terreno da 512 mq su Amberaldus che gli avanzava: benchè di sole due settimane più anziano di me in SL, Daniel aveva già fatto il salto a utente Premium per costruire una sede per DominoPoint, il suo club di esperti di Lotus Domino. Amberaldus era una SIM tranquilla e poco frequentata sulla Mainland, il continente principale gestito dalla Linden, e mi offriva sufficienti garanzie di stabilità. Così, grazie all’aiuto di Daniel, ho costruito un piccolo bookclub tutto nuovo su quel terreno in prestito e ho traslocato la mostra di Manzieri e tutti gli arredi del vecchio club.

Due settimane dopo, alla fine di maggio, sono diventata anche io utente Premium e il terreno in prestito è finalmente diventato mio. http://www.eliver.it/blog/?p=87

Poi quello a fianco, e quello a fianco ancora, fino ad avere 1536 mq e un numero sufficiente di prim per costruire qualcosa di bello, funzionale e accogliente.

Perché vedete, su SL vige una sorta di “regolamento edilizio” digitale che stabilisce il

numero massimo di oggetti di base – chiamati primitive o “prim” - che ciascun terreno può contenere: più grande è il terreno, più cose ci si possono costruire sopra. Sembra una cosa ragionevole, ma si tratta in realtà di un meccanismo assai perverso che ti spinge a comprare sempre più terra, perchè il rapporto tra estensione del terreno e numero di prim che può contenere è davvero ridicolo: 117 prim per ogni 512 mq. Vi sembra tanto? Beh, vi sbagliate. Per quanto grande sia il terreno, le prim a disposizione non sono MAI abbastanza. Un edificio piccolo e mediamente rifinito può arrivare a 30 prim, un divano a 20, un set di buona fattura da due sedie e un tavolino con ombrellone anche a 50. In pratica, non abbiamo ancora iniziato ad arredare e già siamo al limite.

Volendo, mi sarei potuta accontentare di un arredamento “low prim”, fatto di oggetti per loro stessa natura semplici ma inevitabilmente un po’ squallidi e poco rifiniti. Io però non volevo accontentarmi, volevo creare qualcosa di carino, e per questo alla fine ho deciso di allargarmi fino a 1536 mq e di acquistare un arredamento di qualità.

E il mio avatar si perfezionava sempre di più, cercando di assomigliarmi un po’.