Difficilmente pensiamo a quello che si trova sotto i nostri piedi, eppure cavi elettrici, tubi del gas, gallerie della metropolitana e condotti delle fogne si intersecano in un fitto groviglio nel sottosuolo, dimenticate da tutti ma non dagli scrittori di fantascienza.
E così Theodore L. Thomas e Kate Wilhelm ci invitano a pensare a quello che potrebbe accadere in quel grande laboratorio chimico costituito dal sistema fognario di una grande città, dove migliaia e migliaia di reazioni chimiche trasformano le sostanze che vi si riversano, e dove anche l'impensabile potrebbe accadere.
E in Clone proprio l'impensabile accade, nelle fogne di Chicago nasce la vita, un organismo con caratteristiche peculiari e mortali, senza riscontri nelle forme viventi che ci sono famigliari, dapprima debole e vulnerabile, poi sempre più potente.
Dopo un capitolo dedicato alla descrizione, affascinante, della nascita del clone questi inizia a entrare in contatto con gli esseri umani, e non si tratta di una cosa piacevole, almeno per le vittime assorbite dalla vorace massa verdastra.
Mentre le persone spariscono lasciando solo una pozza d'acqua uno studioso, Mark Kenniston, inizia a studiare le caratteristiche del clone, scoprendo un modo per ucciderlo velocemente, o almeno a ucciderne le proppagini, dato chela massa centrale dell'organismo è al riparo sottoterra.
Mentre il panico si diffonde Kenniston riesce a convincere le autorità che le sue idee sono l'unico mezzo per sconfiggere la misteriosa minaccia che incombe sulla città, e inizia una corsa disperata per impedire che il clone arrivi nel lago Michigan, una volta nei grandi laghi diventerebbe impossibile arrestare la diffusione del mostro.
Mentre zone sempre più vaste della città vengono invase e migliaia di persone vengono assorbite la disperata difesa continua, tra atti di eroismo, stupidità e viltà, riuscirà l'umo arestare al vertice della vita o dovrà soccombere a una creatura che lui stesso ha contribuito a creare?
Inevitabile che Clone richiami alla memoria Blob, dove una sostanza orribile e amorfa si nutre di tutto quello che le capita a tiro, anche se in questo caso la nascita del mostro viene attribuita al caso e non all'arrivo dallo spazio, e probabilmente Theodore Thomas ha tratto ispirazione dalla gelatina del film per scrivere il racconto che venne poi ampliato da Kate Wilheim nel romanzo.
Scritto con ritmo incalzante e racchiuso in meno di una giornata Clone è un buon esempio di letteratura catastrofica, ben scritto e con alcune scene memorabili, come la già citata nascita del clone e l'arrivo dell'organismo nell'enorme macello di Chicago.
Il finale è forse un po' deludente, anche se le ultime righe chiudono con una nota ambigua e preoccupante la vicenda, ma nel complesso si tratta di un romanzo di piacevole lettura, dove non bisogna cercare spessore e significati, ma solo sano divertimento.
E' la quarta volta che questo romanzo viene pubblicato nel nostro paese, anche se le prime tre con il titolo Dalle fogne di Chicago, difficile però definirlo un classico, specialmente di fronte ad altre opere di Kate Wilheim, come Gli eredi della Terra o Il tempo del ginepro, queste davvero mi piacerebbe rileggerle.
Theodore Lockard Thomas è uno scrittore specializzato in racconti, attivo principalmente su Analog dal 1952 alla fine degli anni settanta, poco conosciuto in Italia, se non per due romanzi scritti insieme a Kate Wilhelm, questo Clone (The Clone, 1965) ampliamento di un proprio racconto del 1959, e Il giorno della nuvola (Year of the Cloud, 1970).
Tra i suoi racconti possiamo citare Morte per fuoco (Man fire, 1965), dove da una spiegazione scientifica al fenomeno dell'autocombustione umana, e L'uomo del tempo (The weather man, 1962), sull'uso politico del comtrollo climatico.
Kate Wilhelm, nata 1928 a Toledo, Ohio, è una delle più celebri scrittrici americane, ha pubblicato numerosi romanzi di fantascienza, horror e fantasy vincendo tre premi Nebula e un Hugo nel 1977 per il romanzo Gli eredi della terra (Where Late the Sweet Birds Sang, 1976).
Sposata con lo scrittore Damon Knight è stata molto attiva sia come scrittrice che nel campo dello sviluppo delle giovani leve di scrittori, che hanno potuto frequentare le sue scuole di scrittura o assistere alle sue conferenze.
Attualmente vive a Eugene, nell'Oregon.
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