Il futuro ideale dei più ottimistici scenari asimoviani (la tecnologia che finalmente libera l'umanità dal lavoro) quindi si compirà per i paesi ricchi, sulle spalle di quelli poveri, i quali d'altra parte erano in linea di massima già poveri prima che il mondo ricco fosse ricco (altrimenti non starebbero al gioco).

Liberatici del fardello del lavoro produttivo, inizieremo allora a smantellare tutti gli altri lavori. Perché mai un ospedale occidentale dovrebbe pagare costosissimi medici occidentali quando potrà disporre in olo-conferenza di abilissimi medici del Terzo Mondo che costeranno un decimo? I nostri tribunali non potranno finalmente accelerare, snellire e rendere più conveniente ed obiettivo il corso della giustizia delegando tutta l'attività processuale a giudici, procuratori, avvocati del Terzo Mondo specializzatisi in diritto penale occidentale? In breve, la ricca società occidentale potrebbe nei prossimi decenni smantellare gran parte dei propri ingranaggi e sostituirli con più vantaggiosi ingranaggi dislocati nel Terzo Mondo. Alcune delle funzioni, come il commercio al dettaglio, sono già in estinzione, sostituite dalla grande distribuzione. Altre funzioni verranno soppiantate altrimenti.

I politici del futuro, ad esempio, potranno essere mere rappresentazioni sintetizzate al computer. Dopotutto, chi ha mai visto un Bill Clinton o un Rocco Buttiglione con i propri occhi? E chi mai ha bisogno di vederli veramente? I politici ormai li si vede solo in televisione, e tra pochi anni i computer saranno perfettamente in grado di costruire con facilità rappresentazioni visive di individui inesistenti perfettamente indistinguibili dagli individui autentici. E allora, non sarà più conveniente eliminare in toto la classe politica dei paesi ricchi, sostituendola con una vasta ed esaustiva schiera di politici completamente virtuali? Per definizione, un buon politico in una società democratica è semplicemente chi sia al meglio in grado di interpretare il volere della parte di popolazione che lo ha eletto. Ebbene, chi meglio di un politico virtuale garantisce la perfetta adempienza a questa funzione? Internet permetterà infatti a chiunque di interagire con il programma esperto che si celerà dietro alla faccia del politico per il quale si sarà votato, impartendogli tutte le istruzioni desiderate. Naturalmente, ogni cittadino potrà influire esclusivamente sul politico che avrà votato (anche le votazioni avverranno ovviamente solo via Internet). Il politico virtuale agirà rispettando al meglio il volere della maggioranza di coloro che lo avranno votato, cercando tuttavia di tenere conto anche delle indicazioni della propria minoranza. Cosa mai potrà dire, però, un politico virtuale che non esiste altro che in un computer? Di norma, i discorsi dei politici sono sempre uguali, nel senso che da che mondo è mondo le ciance che fanno presa sulla gente sono sempre le stesse. Uno specifico programma-tubolario provvederà tuttavia ad assicurare una pseudo-varietà ai discorsi emessi, ed un programma esperto per il rilevamento e l'interpretazione del feedback dei continui sondaggi aggiusterà il tiro, selezionando nel tempo una nuova classe di politici virtuali, costituiti in realtà da una selezione naturale dei migliori sistemi esperti in circolazione. Il politico virtuale sarà incorruttibile, non dilapiderà il denaro pubblico per foraggiare le proprie clientele, in cambio di voti e per l'auto blu e per le altre proprie gratificazioni personali. Inoltre il politico virtuale avrà la faccia, il corpo ed i vestiti che noi sceglieremo per lui (o per lei), un po' come già oggi avviene per alcuni videogiochi, ma con maggiore precisione ed efficacia. Anche la professione di politico verrà quindi archiviata nella libera e ricca società a venire. Molte altre professioni spariranno analogamente, secondo tempi e modalità imprevedibili oggi.

Quale sarà la conseguenza di tutto ciò per i cittadini dei paesi ricchi?

L'aumento del tempo libero. In effetti, sempre più gente non avrà più bisogno di lavorare, perché la società ricaverà la quasi totalità delle proprie necessità dagli schiavi dislocati nel Terzo Mondo, o da funzioni surrogate dei computer. Questo potrà forse finalmente liberarci dalle briglie e dalle catene dell'identità.

Un'identità stabile è una caratteristica fondamentale in un mondo dove le persone sono ingranaggi utili di una macchina che senza essi s'inceppa. Nel mondo del passato (e per buona parte anche del presente) un chirurgo che al momento buono si dimenticasse di essere un chirurgo per invece credersi un cantautore, ispirerebbe pochissima fiducia nel paziente sotto i suoi ferri. Se il nostro pasticciere di fiducia un mattino si svegliasse salumiere, noi finiremmo a trovarci a mangiare bignè alla salsiccia alla festa del nostro compleanno, o confetti di fegatini di pollo nel giorno del matrimonio. Originale forse, pur tuttavia disgustoso ed inconveniente.