La glasnost del sesso mercenario permetterà d'altro canto anche alle prostitute di ottimizzare le loro risorse. Avendo il mondo intero come mercato, le più belle e ricercate potranno aumentare i prezzi e trovare comunque clienti. Anche le meno belle incrementeranno tuttavia la probabilità di trovare lavoro. Inoltre, per tutte quelle con un minimo di sale in zucca sarà un gioco da ragazzi gestire il rapporto con i clienti direttamente, via email, senza intermediazioni di magnaccia, papponi ed altra nettezza umana. Quelle senza un minimo di sale in zucca sarebbero comunque finite per frequentare gente loro pari.
La glasnost del sesso mercenario renderà la prostituzione un lavoro come un altro, come da sempre già avviene in molti paesi del mondo con culture diverse dalla nostra. La normalizzazione del sesso mercenario imporrà di conseguenza gli ineludibili dettami del politically correct; a pronunciare parole a connotazione negativa esplicita come puttana, mignotta, troia, ecc. si passerà per razzisti sessuali. Anche termini come prostituta diventeranno tabù, per via della accezione negativa implicita. Le donne che faranno sesso per soldi saranno chiamate operatrici sessuali, ed avranno tutte la loro partita IVA, con la quale potranno evadere le tasse fatturando un semplice intervento orale anziché un doppio servizio anale. La normalizzazione del sesso mercenario aumenterà anche la quantità di ragazze che decideranno di intraprendere la carriera di operatrice sessuale. Vedere su Internet tante ragazze belle già dedite con apparente soddisfazione a questa attività innescherà un effetto emulazione che faciliterà a molte giovani la decisione di fare altrettanto.
La glasnost del sesso mercenario renderà più semplice il turismo sessuale. Molti paesi monetariamente svantaggiati (dire paese povero non sarà politically correct in futuro) già oggi traggono una parte del loro sostentamento dal turismo sessuale. Ciò potrà non piacere ad un moralista cattolico, che quindi probabilmente negherà anche a sé stesso questa evidenza, ma si tratta della realtà dei fatti. In futuro, nei paesi monetariamente sempre più svantaggiati il turismo sessuale potrebbe diventare la principale fonte di prodotto nazionale lordo. Dalle nostre parti, pie associazioni di volontari pseudobuonisti continueranno a combattere il fenomeno del turismo sessuale (magari confondendolo con la pedofilia -- che è un capitolo a parte non in discussione qui), battendosi quindi implicitamente per lo sterminio per fame dei popoli che senza turismo sessuale non avrebbero più di che mangiare. Nei paesi fondati sul turismo sessuale, saranno infatti le donne a generare la maggior parte del Prodotto Nazionale Lordo. E' un paradigma già visibile oggi: nei paesi nei quali gli uomini falliscono nella generazione di una quantità sufficiente di ricchezza, le donne si gettano in massa a generare Prodotto Nazionale Lordo con il mestiere più antico del mondo.
Il costante aumento del divario di ricchezza tra i paesi ricchi ed i paesi poveri, unito all'abbattimento dei costi per i trasporti aerei ed alla glasnost del sesso mercenario mediante Internet faranno letteralmente decollare il turismo sessuale. Soprattutto in una ricca società occidentale dove nel contempo si rischierà di finire in galera per molestie sessuali semplicemente invitando a cena una collega di lavoro (condizione già in essere negli Stati Uniti, e che in futuro si propagherà anche in Europa estremizzandosi sempre di più).
Alcuni dei paesi monetariamente svantaggiati nei quali il turismo sessuale sarà così importante potrebbero decidere di istituire il servizio militare obbligatorio per le donne, un anno di prostituzione ineludibile per tutti i soggetti di sesso femminile in età di leva. Soluzione a prima vista inquietante, tuttavia coerente e simmetrica rispetto alla logica del servizio militare maschile. Fare la guerra non è più bello che fare l'amore, anche se di amore coatto si tratta. E per un paese privo di sensibili problemi di tipo bellico, ma ricco di gravi problemi di tipo economico, la cui principale speranza di sopravvivenza sia riposta nella risorsa del turismo sessuale, un anno di prostituzione obbligatoria sotto disciplina militare per tutte le donne non sarebbe una soluzione illogica. Anche perché le ragazze in servizio percepirebbero solo la diaria minima, come i soldati di leva, e tutto il profitto generato andrebbe direttamente allo stato, cioè alla società intera. Inoltre, nessuno potrebbe negare una certa parità tra i sessi: per tutti, uomini e donne, un anno di vita da devolvere alla propria comunità, ognuno nell'ambito delle proprie idoneità.
Il futuro della prostituzione non sarà tuttavia soltanto carnale, anzi! La diffusione a tappeto di Internet e delle nuove tecnologie relative già oggi ha creato un nuovo ramo di servizi che potremmo chiamare di meta-prostituzione: il cosiddetto cibersesso, ovvero l'interazione erotica a pagamento per interposta Rete. E' un settore del quale non si vedono i confini. Già oggi giovani ragazze si guadagnano onestamente da vivere semplicemente facendo quello che va loro di fare davanti ad una webcam -- e chi vuole vedere paga il biglietto d'ingresso. Ci sono poi le interazioni One to One a mille o più lire al minuto, ed ogni giorno ne salta fuori una nuova. Ma siamo poi sicuri che si possa ancora parlare di prostituzione? Potrebbe essere l'occasione giusta per inaugurare l'etichetta di operatrici sessuali. Per operare, operano. E da tutte le parti lo guardi, mi sembra proprio che si tratti di sesso.
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