Il mondo sensoriale del Nautilus.
Il povero Nemino come abbiamo visto non si può dire che sia messo proprio bene: è nato a bordo, è vissuto sempre in immersione, non ha mai visto il mondo esterno e, per un imperativo introiettato e non meglio precisato, non può o non vuole venire a galla. Sa per esperienza che fuori dal sottomarino ci sono i pesci, le succulente alghe rosse di cui tutti a bordo sono ghiotti e le "miniere" di acqua potabile, ma sa anche che per ottenere quanto a loro serve bisogna navigare attraverso "tenebrosi spazi zeppi di insidie" e che la sua responsabilità di Capitano gli impone di "prevedere con ragionevole anticipo" cosa incontrerà il Nautilus durante la navigazione. Si ricorda ancora di quella terribile volta in cui il Nautilus interagì violentemente con una di Quelle-Cose-Dure-Ed-Impenetrabili. Era giovane allora, ma visse con gli altri le febbrili manovre per evitare la catastrofe, la gioia dello scampato pericolo, il fervore delle riparazioni ed infine la ricerca di sensori più sofisticati in grado di rendere più efficiente e "profonda nel futuro" la loro capacità di prevedere la possibile presenza di Quelle-Cose-Dure-Ed-Impenetrabili e poterle evitare.
I primi sensori messi a punto furono dei lunghi baffi sottili e rigidi posizionati sulla prua del Nautilus, essi erano in grado di "tastare" lo spazio tutt'intorno nel verso di navigazione e qualora fossero entrati in contatto con Quelle-Cose-Dure-Ed-Impenetrabili avrebbero trasmesso al Nautilus una pressione misurabile o si sarebbero spezzati. Ma in questa "pre_collisione" il piccolo danno subito (la rottura di un baffo per esempio) avrebbe fatto suonare le sirene del pericolo trasformandosi in informazione e sintomo del pericolo imminente, ed avrebbe consentito loro di evitare il peggio, con repentine inversioni di marcia o brusche manovre laterali.
L'uso di questi sensori primitivi si combinò in seguito con altri più sofisticati, messi a punto successivamente, e la capacità di Nemino di effettuare previsioni divenne sempre più accurata e tempestiva. Per esempio l'aggiunta di un Sonar aveva reso possibile prevedere la presenza di Quelle-Cose-Dure-Ed-Impenetrabili anche parecchie ore prima di incontrarle, ed in fine l'idea di rappresentare sul tavolo i simboli di ciò che gli strumenti individuavano intorno al Nautilus, aveva fornito un potente mezzo per immaginificare la realtà esterna, prevedere meglio il futuro e rendere più sicura la navigazione.
Purtroppo il giovane Nemino, per amore della bella scienziata, decide di abbandonare il Nautilus e di seguirla nel New Jersey a caccia di bambini, perciò non sapremo mai come si sarebbe evoluto il suo sottomarino, ma sappiamo che aveva già trovato il modo di sostituire il tavolo rotondo con un insieme di proiezioni olografiche in grado di rappresentare il "mondo esterno desunto" in una unica immagine tridimensionale, che stava perfezionando un "casco integrale" col quale avrebbe potuto percepire l'immagine del modo esterno, cosi ricostruita, direttamente intorno a se e che stava studiando un paio di guanti speciali attraverso i quali le sue mani, utilizzando le appendici del sottomarino, avrebbero potuto sentire, tastare ed interagire direttamente col mondo esterno.
Chissà forse prima o poi il piccolo Nemino avrebbe finito col percepirsi lui stesso al centro di questa Weltanschauung decidendo "come muoversi" e controllando de visu l'attività delle "sue appendici". Forse prima o poi avrebbe finito con l'identificarsi addirittura col suo sottomarino... forse, ma questo non lo sapremo mai.
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