Dopo Match Point e Scoop, Woody Allen conclude la sua ideale trilogia dell'omicidio con Sogni e Delitti, esplicitazione del più enigmatico, ma anche suggestivo titolo originale Cassandra's Dream che fa riferimento alla barca acquistata dai due fratelli protagonisti all'inizio del film.

Ovviamente solo chi risulta essere un po' 'ignorantello' in mitologia greca può acquistare senza troppe remore una barca 'sfortunata' che si chiama 'Il sogno di Cassandra'. L'imbarcazione stessa, fotografata in maniera molto fredda da Allen e dal direttore della fotografia ungherese Vilmos Zsigmond, sembra sin da subito lasciare allungare sull'intera narrazione un silenzioso presagio di morte.

Protagonisti della storia sono Colin Farrell e Ewan McGregor nei panni di due fratelli, provenienti da una famiglia piccolo borghese sostenuta, più volte, nel corso degli anni dal denaro di uno zio ricco, emigrato negli Stati Uniti. Durante una riunione di famiglia, l'uomo chiede ai due ragazzi di uccidere un suo 'nemico' che potrebbe 'rovinarlo'. Come rifiutare di dare una mano allo zio che ha sempre aiutato la famiglia? Come dire di no ai soldi che l'anziano parente offre e che potranno così saldare inoltre i debiti di gioco e i conti di vizi lussuosi?

Ancora una volta, Woody Allen prende a prestito una storia di cronaca e la fa assurgere in maniera drammatica ad una tragedia 'nera' dove vizi, passioni e pulsioni vengono coagulati attraverso una narrazione lacerata e sensuale.

Peccato che nonostante la qualità di una trama inquietante, delle buone interpretazioni e delle tematiche affrontate, Sogni e Delitti soffre di un andamento frammentato e vagamente meccanico che non giova alla brillante complessità del film.

Sorprendentemente, nonostante tutto, la discesa nell'abisso dei due protagonisti principali, ha qualcosa di violentemente vuoto, in cui nemmeno il talento degli attori e, ovviamente, di Allen sembra riuscire a forare la cappa di gelo che avvolge il film dall'inizio alla fine.

Un dramma intenso, cui è facile connettersi emotivamente e mentalmente che, però, paradossalmente, resta distante e remoto in quanto più figlio di un'elucubrazione intellettuale che di un 'nero' moto del cuore.