Creato dal trio Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna nell'aprile del 1991 Nathan Never si appresta a festeggiare il duecentesimo numero dopo quasi diciassette anni di vita editoriale.
Nato dalle atmosfere cyberpunk anni '80 ed ispirato alle cupe ambientazioni dei romanzi di Gibson e Sterling, l'Agente Alfa per eccellenza ha visto molta acqua passare sotto i ponti e molte cose cambiare da quando ha accettato la proposta di Edward Reiser per unirsi alla neonata agenzia investigativa da cui prende il nome.
In questo lungo periodo abbiamo visto Nathan alle prese con la Fratellanza Ombra, con le incursioni temporali dei Tecnodroidi e con la più recente guerra della Terra con le Colonie Orbitali: eventi epocali che sembrano aver segnato profondamente sia l'ambiente in cui vive sia la sua vita privata. L'Agenzia Alfa è ormai diventata un organo al servizio del governo terrestre ed il nuovo direttore, Solomon Darver, non è solo preoccupato a recuperare sempre nuove risorse economiche per farla sopravvivere ma deve anche destreggiarsi fra i giochi politici e corporativi di chi vuole screditarla. Un cambio di prospettive che viene rieccheggiato anche nella sfera privata: Nathan pare esser diventato un personaggio più maturo ed è comunque riuscito ad esorcizzare una parte dei demoni interiori che lo affligevano. La figlia Ann, in cura dopo l'assalto del serial killer Ned Mace, è guarita e partita per lo spazio mentre il padre, dopo aver convissuto con la ricca ereditiera Hadija, riallacciava i rapporti con Sara McBain, il procuratore di cui si era innamorato quando era ancora un poliziotto.
Se si considerassero i fatti nudi e crudi, velocemente riassunti per dar conto di due decenni di densa produzione fra la serie regolare, gli albi giganti, gli speciali e gli almanacchi della fantascienza si potrebbe dedurre un costante mutamento non solo per adeguarsi ai gusti in evoluzione del pubblico storico ma anche incontrare quelli nuovi dei giovani lettori: a volte però tutto cambia solo per rimanere lo stesso.
Soprattutto negli ultimi anni la serie sembra aver subito una considerevole flessione nell'originalità narrativa e nella freschezza delle storie a favore di una forzata ricerca per mantenere lo stile narrativo che le è consueto.
Gli eventi che hanno modellato Nathan Never cambiano di significato ma il personaggio agisce e reagisce come se non fosse accaduto nulla, come se fosse toccato solo formalmente da quanto gli succede attorno. Le storie che sarebbero dovute rusultare più sconvolgenti, come la guerra fra Terra e Colonie, vengono risolte in modo leggero e approssimativo con colpi di scena telegrafati e presi in prestito da altre serie. I mutamenti che ne conseguono risultano superficiali e senza reali ripercussioni sull'universo narrativo salvo un'atmosfera in stile leggermente più dark ed una megalopoli in via di disfacimento. I personaggi comprimari vengono sostituiti, Reiser e Legs Weaver fra altri, ma i nuovi acquisti non sono che echi di quelli che li hanno preceduti. Uno strano periodo quindi per uno dei più famosi fumetti di Casa Bonelli, un periodo di trasformazioni promesse ma mai portate fino in fondo, un periodo di metamorfosi a metà che fanno sperare a un vero rinnovamento per il futuro senza però darne una minima certezza.
Speriamo che il numero 200 sia un buon punto di partenza...
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