In Usa e gran parte del mondo la maggior parte degli appassionati hanno scoperto la fantascienza in tv con Star Trek. In Italia questo ruolo, almeno per un paio di generazioni, spetta invece a Spazio 1999, arrivata in pompa magna sulla Rai nei primi tempi della tv a colori, all'inizio degli anni settanta.
Coprodotta dalla Rai, entusiasta del successo della precedente serie di Gerry Anderson, UFO, Spazio 1999 ha introdotto nel nostro paese, almeno per il pubblico televisivo, il concetto di esplorazione dello spazio, di contatto con nuove forme di vita e nuove civiltà che Star Trek avrebbe portato su Telemontecarlo sono diversi anni dopo, con oltre un decennio di ritardo rispetto agli Usa.
Spazio 1999 da una parte si presentava con un aspetto molto realistico, scenografie e modellini che dovevano tutto a 2001 Odissea nello spazio e che costituivano un salto enorme rispetto alle serie precedenti. Ma paradossalmente d'altro canto era una sofferenza continua di castronerie scientifiche, a partire dall'idea di fondo: la Luna che esce dall'orbita della Terra e che vaga nel cosmo passando da un sistem stellare all'altro nel tempo tra un episodio e un altro. Difficile del resto affrontare il tema degli anni luce quando questo stesso termine poteva essere usato come unita di tempo, così come si usavano come sinonimi intercambiambili parole come stella, pianeta, galassia, universo.
Nonostante ciò, Spazio 1999 aveva il suo fascino, e sorvolando sui problemi scientifici e su qualche buco di sceneggiatura si potevano apprezzare episodi che affrontavano anche temi difficili e coraggiosi, con dialoghi sempre sostenuti da attori di grande calibro come Martin Landau, l'allora moglie Barbara Bain, Barry Morse e Nick Tate.Spazio 1999 ora torna sotto i riflettori grazie a Repubblica e al suo settimanale L'Espresso, che a partire dal 14 dicembre renderanno disponibile la serie in dvd da due episodi l'uno, per un totale di 12 uscite. Dopo una prima uscita a prezzo di lancio, i restanti dvd dovrebbero costare 7,90 euro.
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