Si arriva quindi all'ultimo scontro in cui Capitan America ha la meglio su Iron Man, ma si ferma quando si rende conto di quanti danni la battaglia stia causando a New York: si arrende e nelle vesti di Steve Rogers, si fa arrestare per portare avanti il confronto in tribunale.
Questa, molto in breve, è la storia principale in cui se ne incardinano molte altre che seguono più nel dettaglio i singoli personaggi.
Cerchiamo di dare ora una valutazione di quanto la Marvel ci ha proposto con questa miniserie e coi tanti altri albi ad essa collegati. L'idea alla base di tutti gli eventi è la registrazione dei superpoteri che, se ci fermassimo qui, non è neanche tanto campata in aria: pistole e fucili vengono denunciati e a maggior ragione armi umane in grado di infliggere danni ben più gravi dovrebbero esserlo. Perché, però, imporre ai super esseri di lavorare per il governo? Se si fosse, invece, vietato l'utilizzo dei superpoteri, senza l'autorizzazione dello Stato, Peter Parker avrebbe potuto continuare a fare l'insegnante, rinunciando semplicemente ad arrampicarsi sul Crysler Building. La stessa struttura detentiva, esplicitamente alla Guantanamo, e le pene comminate sono eccessive e sembra chiaro perché Capitan America e i suoi non abbiano saputo e potuto accettare una simile soluzione al problema. Dal punto di vista narrativo questi eccessi sono comunque funzionali alla storia, servono ad aggiungere peso sulla bilancia a sfavore della nuova legge e quindi a motivare il conflitto.
A differenza della gran parte delle storie comuni nel mondo dei supereroi non c'è una netta distinzione tra il bene e il male, gli eroi che si combattono non lo fanno per un equivoco e perché ingannati da qualche grande mente criminale: la lotta nasce dalle convinzioni che i vari personaggi hanno maturato nel corso della loro storia. Inoltre, al termine della vicenda non c'è un vincitore, non viene affatto detto chi abbia ragione: la scelta della Marvel è stata di non arrivare a una soluzione del conflitto, ma piuttosto di sfruttare quanto accaduto per sbilanciare un po' lo status quo dei personaggi coinvolti e dare quindi nuovi spunti alle storie.
Come dichiarato da Mark Millar - lo sceneggiatore della miniserie, ma non certo l'unica mente creativa del progetto -, la storia è stata concepita proprio per garantire molteplici livelli di lettura: dall'immediatamente evidente scazzottata tra personaggi in costume a un sottotesto più decisamente politico che pone in risalto una delle ossessioni contemporanee degli USA: la necessità di ritrovare quella sicurezza precedente all'attentato al World Trade Center che contrasta con la ricerca della libertà che si vuole continuare a considerare valore fondamentale del popolo statunitense. Molte sono le riflessioni non banali che si possono trarre da una lettura non eccessivamente superficiale, come per esempio che, se si considera logico equiparare un superpotere ad un'arma, la posizione contraria alla registrazione che appare per certi versi più liberal coincide invece con la concezione repubblicana del diritto all'autodifesa.
Per quanto riguarda invece l'ambito fumettistico si può leggere in questo evento, ovviamente pubblicizzatissimo e vendutissimo, un decisivo passo dell'intero universo Marvel nella direzione già intrapresa ma in ambiti più piccoli e meno complessi: una maggiore crudezza e un tentativo di esplorare un impatto col reale che è in qualche misura più maturo.
Per esemplificare quanto detto possiamo analizzare una delle conseguenze di questa guerra civile: Iron Man, con la resa di Capitan America, si ritrova virtualmente a capo di tutti i supereroi e supercriminali registrati; in più viene nominato direttore dello SHIELD. Una delle sue prime mosse è la cosiddetta “Iniziativa dei 50 Stati”, vale a dire la creazione di un super gruppo per ognuno degli stati dell'unione. È burocrazia, ma non solo: è anche un'idea così banalmente ovvia che non si capisce perché in precedenza nessun ente governativo, a parte stravaganti agenzie super segrete o minuscole squadre speciali, abbia pensato di presidiare in questo modo il territorio della nazione più ricca al mondo di superpoteri.
La grande novità di Civil War è quindi quella di provare, con che conseguenze lo vedremo prossimamente, a far riflettere i lettori e gli stessi personaggi su quale sia l'influenza che i supereroi e i loro superpoteri hanno sul mondo e su quali potrebbero essere le reazioni: dopo tante storie che hanno trattato argomenti simili, si pensi a Watchmen come al più recente Rising Star, è la prima volta che si approfondisce la questione coinvolgendo una realtà tanto grande quanto lo è l'universo Marvel
Alla fine della storia il giudizio può essere così riassunto: leggetela, ne vale la pena.
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