“Quando l’industriale multimilionario Tony Stark, inventore straordinario, indossa la sua armatura ad energia solare diventa la più potente macchina da combattimento umana del mondo: l’invincibile Iron Man”
L’umanità e la tecnologia sono da sempre i punti fondamentali attorno a cui ruota il personaggio di Iron Man: in un mondo di “veri” supereroi Tony (Anthony) Stark ha solo il suo genio, considerevolmente aiutato dell’immenso patrimonio personale, per tenerlo sulla breccia. Non è stato morso da un ragno radioattivo, non gli scorre nelle vene il siero del supersoldato e nemmeno si è buttato vicino ad una qualche fonte di raggi gamma: per sopravvivere usa l’intelletto e le sue straordinarie conoscenze tecnologiche. Proprio questo particolare affascina solitamente i numerosi appassionati delle sue avventure nessuno dei quali si può dire a digiuno di fantascienza. Fin dal lontano 1963, quando il personaggio è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby, i vari autori che si sono succeduti sulle testate di Iron Man hanno cercato, con più o meno successo, di mantenere l’armatura al passo coi tempi attingendo a piene mani dalla letteratura di genere dell’epoca. Si è passati da pesanti apparati a transistori, ai microcircuiti, alla tecnologia più avanzata di matrice cyberpunk seguendo una curva di sviluppo più o meno lineare. Fino ad ora.
Warren Ellis è stato chiamato dalla Marvel per ristrutturare il personaggio in vista dei progetti che cominciavano a prender corpo attorno a lui già dalla metà del 2005: un lungometraggio con un grosso budget, il crossover Civil War (che avrebbe visto Iron Man come vincitore) e The Initiative (la ristrutturazione a tavolino di tutto il panorama supereroistico Marvel). Per l’occasione è stato cooptato Adi Granov ai disegni, un artista che riesce a coniugare la tecnica tradizionale con la colorazione digitale per effetti a dir poco strabilianti. Il risultato è stato Extremis.
L’autore scozzese si concentra sull’uomo dentro all’armatura, sulle ambiguità e le debolezze di uno dei più grandi intelletti del pianeta: l’armatura di Iron Man diventa un mezzo per trascenderle, per trasformarle in punti di forza e al contempo un simbolo del desiderio bruciante di Tony Stark di cambiare il mondo attraverso la scienza e la tecnologia (o la Ragione). L’armatura rimane però un costrutto tecnologico, un avanzatissimo esoscheletro che deve, per essere efficace, rimanere sempre un passo avanti a qualunque cosa possano sviluppare gli avversari di Stark. Il suo inventore si rende conto che in questa corsa estenuante non serve perfezionare all’infinito la macchina se l’uomo che la indossa non si perfeziona e non muta assieme a lei in perfetta sinergia. L’armatura infatti viene limitata proprio dalle caratteristiche umane che il suo stesso creatore ha tentato di lasciarsi alle spalle attraverso di lei. Solo una soluzione quindi si prospetta ad Anthony Stark, una soluzione in perfetto stile transumano: perfezionare l’uomo con la stessa efficienza con cui si lavora sulla macchina.
La tecnologia e l’umanità, le due caratteristiche fondamentali del fumetto, vengono fuse e mescolate in una miniserie che nel bene o nel male ha cambiato completamente un’icona del fumetto.
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