Gli ascolti calano, e la serie viene eliminata dal palinsesto. Questa è l'unica considerazione che vale per Italia 1. Il fatto che una serie abbia una trama, e degli spettatori che vorrebbero vedere come va a finire, non rientra nei punti da prendere in considerazione per chi fa i palinsesti di una tv generalista commerciale. Lo spettatore vale soltanto se fa parte di un gregge abbastanza grosso da poter far pagare abbastanza care le tonnellate di pubblicità che gli si devono riversare addosso. E' la legge del mercato, ed è la legge di chi fa televisione pensando solo al mercato.
Così, dopo Gilmore Girls - Una mamma per amica - già serie popolarissima ma ormai calata sotto al livello che Italia 1 considera minimo, anche Heroes, a sole quattro puntate dalle fine, sparisce dai palinsesti di Italia 1. Si salverà la cheerleader? Verrà sconfitto Sylar? Che ruolo avrà nella battaglia finale Hiro? Quale sarà il destino di Peter Petrelli? Lo saprete alla prossima puntata.
Che non sono andati in onda ieri sera né lo saranno domenica prossima; bisognerà invece aspettare mercoledì 7 novembre, in notturna - ore 11 secondo il palinsesto, ma è normale che gli orari dichiarati in quella fascia sulle reti Mediaset slittino anche di un'ora più avanti - e il mercoledì successivo, alla stessa ora, per vedere gli ultimi quattro episodi. E va già bene così: il rischio era di dover aspettare i dvd.
Queste notizie non sono nuove, è successo decine di volte e succederà ancora, eppure ogni volta sono sconfortanti.
"Ci sono logiche nella programmazione dei palinsesti della tv commerciale che, a volte, possono apparire non così scontate" ha dichiarato a questo proposito Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1. "In realtà lo sono agli occhi di chi, dall'interno, le deve orchestrare. Nuove strategie mi hanno portato infatti a modificare il palinsesto e quindi trovare altre collocazioni per due serie tv dal taglio molto editoriale. Comprendo che questa decisione possa avere deluso gli appassionati. Se ciò è accaduto mi scuso e garantisco che faremo tutto il possibile affinché ai numerosi fan non venga precluso nulla. A volte ciò che si deve non è ciò che si vuole". Apprezzabile, comunque, che Italia 1 abbia dedicato uno spazio sul suo sito per questa comunicazione: credo che sia la prima volta che a questo tipo di decisione segue anche un qualche tipo di comunicato o addirittura di pubbliche scuse.
Del resto, Heroes non è Lost, non è Grey's Anatomy, non è neanche House; i suoi ascolti sono ottimi per una serie fantastica, ma sono medio-bassi in termini generali. Heroes ora viene tolta dalla prima serata perché è scesa al 5,9 di share; ma se il 6% di share non bastava, perché andare innanzitutto a comprare una serie come Heroes che in USA ha circa il 6% di share? Forse si pensava che in Italia la fantascienza andasse meglio che in USA? Sarebbe bello, ma sappiamo che non è così. E perché posizionare un telefilm di supereroi, quindi dopotutto con un pubblico soprattutto maschile, alla domenica sera in diretta concorrenza con lo sport?
Qualcuno sostiene che sin dai tempi di X-Files si sia fissato il concetto che la sf in Italia va bene proprio alla domenica sera. Ma il mondo cambia, all'epoca praticamente non c'era il satellite, lo sport aveva orari diversi, non c'era internet e, dopotutto, X-Files non era Heroes. Insomma, troppo facile poi nascondersi dietro alle imperscrutabili leggi dell'audience o alle fredde leggi di mercato. Anche di fronte alle leggi di mercato, i nudi fatti dicono che vengono acquistate serie televisive che poi vengono trasmesse male scontentando gli spettatori. Questo è comunque un fallimento, anche per la rete.
Del resto sono sempre di più gli spettatori che preferiscono i canali via satellite o il fai-da-te con internet (sempre più difficile dar loro torto) e dvd. L'età media del pubblico delle reti generaliste è sempre più alto, tant'è che i palinsesti sono sempre più confezionati pensando di avere di fronte soprattutto pensionati.
Il meccanismo perverso dell'auditel continua a far vivere le reti generaliste e il loro clienti inserzionisti nel sogno dorato di uno share che nel mondo reale non hanno più da tempo. Ma è un sogno dal quale prima o poi ci si sveglierà, e sarà un risveglio molto brusco.
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