I fan della serie dopo l'annuncio che questa avrebbe chiuso i battenti con la decima stagione avevano lanciato petizioni e proteste di ogni genere, che non si sono minimamente placate nemmeno dopo l'annuncio che le avventure della SG-1 sarebbero comunque proseguite sotto forma di alcuni lungometraggi.
Alla luce dei fatti i fan avevano ragione, ragione da vendere.
Arriva al copolinea la saga degli Ori con questo Ark of Truth che raccoglie e condensa un arco narrativo di storie scritte da Robert C. Cooper inizialmente previste a cavallo tra la decima e la mai nata unidicesima stagione.
I nostri eroi si trovano catapultati nella galassia Ori con la pericolosa missione di trovare un artefatto Alterano potenzialmente in grado di mostrare a chiunque la verità programmata nel congegno in una sorta di lavaggio del cervello, un sistema perfetto per eliminare in un sol colpo i seguaci degli Ori che rappresentano una grave minaccia per la Terra. Gli Alterani non avevano mai usato questo congegno perché credevano che anche se la religione degli Ori si basa sulla menzogna, la libertà di scegliere di credere in un qualcosa anche di falso o sbagliato, il libero arbitrio, fosse un qualcosa da cui non si poteva prescindere.
Ma ovviamente i nostri eroi, giustamente, se ne infischiano.
La produzione per un telefilm è di quelle coi fiocchi, 7 milioni di dollari sono un budget interessante per il piccolo schermo, ma sono pochi per fare un vero film, e Ark of Truth rispecchia fedelmente questo suo essere ibrido. Infatti la sensazione che si ha guardandolo è contrastante, quasi schizofrenica, con splendide scene di esterni, quella ad esempio con un Teal'c moribondo che si aggira per montagne dalla bellezza terribile, girate in 35 mm e supportate da musica orchestrale di primordine, affiancate poi da piatte inquadrature e riciclo da teatro di posa per quanto riguarda gli interni. Un prodotto ondivago.
Va comunque riconosciuto che l'operazione era di quelle difficili, col fardello pesante di dover riprender il filo intessuto con la serie per poi concludere e azzerare un ciclo, sicuramente nel caso vengano prodotti nuovi lungometraggi avranno più mano libera e conseguentemente vita facile.
Ci sono momenti buoni: fa sempre piacere vedere rivitalizzato il personaggio della Carter dopo l'abbrutimento dell'esperienza fuori ruolo su Atlantis. C'è un ottimo ritmo e il lungometraggio è pieno tutte quelle scene d'azione con sparatorie a go go che hanno reso il brand Stargate così popolare, ma la sostanza latita e sin dalle prime battute si ha l'impressione di andare incontro a un finale ineluttabile.
Da vecchio fan della serie a mio avviso qualcosa in Stargate non funziona più da molto tempo, probabilmente il giocattolo s'è rotto irrimediabilmente con l'ottava stagione e, spero di sbagliarmi, questo lungometraggio non credo proprio che servirà a rilanciarne le sorti.
Serve un nuovo inizio, una tabula rasa e almeno in questo senso Ark of Truth svolge bene il suo compito potenzialmente chiudendo tutti i capitoli aperti.
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