Nella cornice ovale una foto color seppia, no, forse è un dagherrotipo, rappresenta un uomo, alto, segaligno, che indossa una sahariana, stivali alti, elmetto, appoggiato al fucile mi guarda con espressione intensa. È Cesare Falessi.
Nato nella seconda metà dell'Ottocento parte dall'Italia giovanissimo, lavora al taglio del canale di Suez e sale sulla Rubattino per il viaggio inaugurale; in Africa, in Eritrea, mette radici. Qualche avventura e poi una piantagione e una moglie africana e una bimba. E i predoni che incendiano la piantagione, uccidono la moglie e rapiscono la sua bimba di due anni...
Mi perdo per qualche attimo a immaginare il seguito della storia, lui con la sua vita devastata, la sua bimba cresciuta in una capanna e ignara anche del suo vero nome.
- Oggi avrebbe 108 anni - dice Cesare Falessi.
Certo non quel Cesare ma il nipote, uno dei tanti nipoti di quel Cesare che tornato in Italia si risposò per ben due volte ed ebbe ancora sedici figli.
Siamo a casa sua stasera, Ernesto Vegetti e io, e Cesare sta raccontando, racconta un po' di storie, anzi di Storia: del nonno, dei tanti e tanti personaggi che ha conosciuto e dei quali è stato amico, della guerra, quando bombardarono il suo villino di Nettuno e ci mostra foto e ritagli di giornale incorniciati: i traccianti nel cielo notturno, il Generale Alexander davanti alle macerie della sua casa, appena dopo lo sbarco di Anzio, no, no di Nettuno ci tiene a precisare! La signora Anna ci parla brevemente del padre, trasvolatore atlantico nella formazione di Balbo che ora riposa accanto a lui a Orbetello.
Cesare Falessi, una presenza imponente, una bella barba autoritaria, è un personaggio estremamente interessante; nella sua lunga vita si è occupato di un'infinità di cose, giornalista, scrittore, regista, modellista, sempre sostenuto e aiutato dalla moglie Anna, la donna meravigliosa che ha conosciuto quando erano ancora due giovincelli, 21 anni lui, una bimba di 16 anni lei. È stato direttore responsabile di Oltre il Cielo (edita dal 1957 al 1970) la rivista di astronautica, missili e fantascienza che ha tenuto a battesimo le più belle firme della fantascienza italiana di quegli anni. Una rivista che assieme alla versione francese Au de la du ciel (1958-1961) in certi periodi è stata la più diffusa nel mondo. Cesare ha scritto di fantascienza anche con diversi pseudonimi, e ha ancora parecchi racconti in mente, tutti che aspettano di essere scritti.
Davanti a una tazzina di caffè Cesare ed Ernesto discorrono di persone che conoscono entrambi e che io considero padri della fantascienza italiana.
- Hai incontrato Malaguti ultimamente? Ah io attendo una visita da Catani, sai ho alcuni numeri di Oltre il Cielo per lui...
- E hai saputo di Raiola? Se ne è andato a ottobre...
Perdinci, stanno facendo i nomi di tutta l'intellighénzia italiana nel campo della fantascienza, dagli autori agli illustratori. La signora Anna ci mostra alcuni disegni incorniciati di Jacoponi disegni strani, molto anni 70 anche se sicuramente di anni precedenti. Io un po' ascolto e un po' lascio scorrere lo sguardo sui tanti quadri appesi alle pareti del soggiorno, sulla collezione di pipe, là in un angolo, segno che forse una volta Cesare fumava; per la verità con gli occhi sto cercando i libri ma qui anche se ce n'è un buon numero non si arriva alla cifra di oltre undicimila che Cesare ci dice possedere. Mi soccorre la signora Anna che quando l'argomento della conversazione si sposta sui libri si premura di farci vedere lo studio di Cesare. Ecco... le pareti spariscono nascoste dalle librerie e libri e riviste anche nel mezzo della stanza, ogni tavolo, ogni ripiano è occupato da carta, ogni cosa catalogata per bene, mi dice la signora, sull'ultimo ripiano invece modellini di aerei e di elicotteri!
Cesare è stato modellista, ha anche pubblicato un Dizionario Tecnico dei Corazzati che Anna mi mostra, quando le dico che anche il mio babbo è un modellista. E poi in alto, dove proprio non ci si arriverebbe con una libreria, piccoli quadri, cornici con diplomi targhe, ritagli di giornale, le tappe di una vita piena zeppa di eventi.
La signora ci mostra il resto della casa: libri, libri e libri, Ovunque ci sia uno pezzo di parete utilizzabile o una nicchia, là ci sono libri, riviste, enciclopedie, giornali, faldoni pieni di carte dattiloscritte, perché Cesare, o meglio la moglie che ne è la segretaria, ancora scrive su una vecchia Olivetti a nastro.
Ernesto cerca di convincerli entrambi che il computer per loro sarebbe l'ideale, una vera finestra sull'esterno, il modo per riallacciare tante e tante amicizie perse nel tempo, per conoscere gente nuova per rientrare completamente in quel mondo che da tre anni è loro precluso Infatti, purtroppo a causa di un incidente Cesare è limitato nei movimenti e da un po' di tempo non conduce più la vita attiva di prima, mostre, salotti, cene, costretto in casa, a Roma d'inverno e a Nettuno d'estate.
Dall'ampia vetrata del soggiorno vediamo il cielo scurirsi, i primi lampioni accendersi, è l'ora di andare; salutiamo Cesare e Anna, due persone piene di vita e di voglia di comunicare con la speranza di incontrarli al più presto in rete, perché oggi internet è il mezzo più efficace e veloce per dividere le conoscenze e moltiplicare le amicizie.
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