Come nasce Chernobyl Diaries – La Mutazione?
L’idea mi è venuta quando mi sono imbattuto nel blog fotografico di una ragazza che aveva attraversato Pripyat in moto. Era la prima volta che sentivo parlare di Pripyat e del fatto che era stata evacuata nel corso di una notte e lasciata così com’era, una città fantasma rimasta praticamente inalterata, se non dagli effetti della natura e degli animali selvatici. Il posto mi è sembrato sinistro ma anche molto bello e affascinante. Poteva essere il set perfetto per un film agghiacciante.
Ok, allora in che cosa consiste un buon film di paura?
Credo che sia una combinazione di tanti elementi. Il concetto dev’essere intrigante, deve avere dei personaggi con cui sei in sintonia e le cui sorti ti interessano e per me quello che fa veramente paura è l’ignoto – non sapere contro che cosa stai combattendo, non sapere che cosa vuole da te e come combatterla o se sei in grado di combatterla. Per me un concetto horror è: “che sta succedendo?” “Dov’è?”, “Come faccio a difendermi?” La paura dell’ignoto è una delle cose più terrificanti.
Quali sono i film horror che ti hanno spaventato di più?
Direi che il film che mi ha spaventato di più è L’esorcista. Ero bambino, e probabilmente ero troppo piccolo per vederlo, ma quel film mi ha veramente terrorizzato. Mi piacciono moltissimo anche The Others, Il sesto senso, Rosemary’s Baby e Nightmare. Preferisco i film con un crescendo più lento agli splatter.
Quando hai scritto, diretto e prodotto Paranormal Activity con un budget molto ridotto che aspettative avevi per quel film?
Quando ho fatto il mio primo film non avevo idea di che cosa aspettarmi. Non avevo idea se sarebbe stato un film riuscito o meno. Naturalmente, speravo che sarebbe andato bene, ma non avevo idea di che cosa aspettarmi. Cominciai a farlo vedere in giro – organizzando proiezioni ristrettissime per gli amici e i vicini di casa e sin dall’inizio vidi che le reazioni erano molto positive – qualcuno mi ha confessato di aver avuto degli incubi dopo averlo visto e così via, quindi cominciai a pensare che forse valeva qualcosa…E ai festival ho visto le reazioni dei veri pubblici e c’era gente che urlava e che dopo mi ha detto che era uno dei film più spaventosi che avessero mai visto. Quindi, ho cominciato ad avere fiducia in me stesso e a credere che con una distribuzione adeguata il film sarebbe andato benissimo. Ma nessuno, neanch’io, si aspettava il successo che il film ha effettivamente avuto. Tutto sommato, siamo rimasti sbalorditi del fatto che sia diventato un fenomeno.
Ti ha cambiato la vita?
Assolutamente sì, me l’ha cambiata. Anche perché ora posso permettermi di fare film come Chernobyl Diaries – La Mutazione e di fare cinema a tempo pieno e non fare più il programmatore di videogame. Mi ha completamente cambiato la vita.
Che ruolo ha il tuo passato di programmatore di videogame nel tuo cinema?
Quando ho girato Paranormal Activity, la mia esperienza di programmatore di videogame e quella di elaboratore di programmi di animazione mi hanno aiutato molto, perché ero molto esperto di computer grafica e per Paranormal Activity ho curato io stesso gran parte degli effetti visivi, nonché il mixaggio del suono. Le mie esperienze mi hanno aiutato moltissimo, perché ero completamente a mio agio coi computer e non avevo paura di occuparmi io stesso del montaggio e della post-produzione. E nel campo dei videogame ci si deve occupare di molte di quelle cose di cui ti devi occupare nel cinema – devi avere a che fare con gli attori quando fai il mocap (la cattura del movimento), devi occuparti del design sonoro, delle angolazioni, delle luci, e così via. Quindi penso che sì, il mio lavoro precedente mi abbia aiutato molto nella realizzazione di Paranormal Activity.
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