Robert J. Sawyer, canadese, è uno dei più brillanti autori di fantascienza contemporanei. La sua science fiction va certamente inclusa in quella fascia del genere che pone maggiormente l'accento sulla prima parola, science. Ma se la scienza per Sawyer rappresenta un eccezionale strumento per sviluppare idee affascinanti sulle queli basare le sue storie, alla fine al centro resta l'uomo, con i suoi eterni interrogativi.
Recentemente il suo romanzo Flash Forward (uscito in Italia da Fanucci col titolo Avanti nel tempo) è stato acquistato per trarne una serie televisiva da Brannon Braga (Star Trek, 24) e David S. Goyer (Dark City, Batman Begins, Il cavaliere uscuro). Originariamente destinata alla tv via cavo HBO, la serie ha finito per essere contesa dai grandi network ed è stata alla fine acquisita dalla ABC.
Sawyer questo mese è anche nelle nostre edicole su Urania con Fuga dal pianeta degli umani, secondo romanzo del ciclo The Neanderthal Parallax. Di tutto questo abbiamo parlato con l'autore stesso, che ci ha dato anche dettagli sul suo nuovo romanzo che si preannuncia di grande successo.
Il tuo romanzo Flash Forward (Avanti nel tempo) è stato scelto come soggetto per una serie televisiva. Qual è l'idea sulla quale è basato il romanzo?
Nel 1975, quand'ero al decimo grado scolastico, ho fondato un club di appassionati di fantascienza delle superiori. Vent'anni dopo, nel 1975, abbiamo fatto una rimpatriata. Ci siamo stupiti di quanto le nostre vite abbiano preso strade diverse da quelle che ci aspettavamo. Vari membri del gruppo si erano sposati e avevano divorziato, e praticamente nessuno faceva il lavoro che allora si aspettava avrebbe fatto. Io progettavo di diventare un paleontologo; Ted vedeva davanti a sé una carriera di veterinario; Rick sarebbe stato un regista e Bruce un poliziotto.Vent'anni dopo, io sono uno scrittore di fantascienza, Ted è un programmatore, Rick un avvocato. E quello che voleva diventare poliziotto è un chef molto quotato.Tutti noi diciamo sempre una cosa, riguardo ai nostri giorni di scuola: se avessi saputo allora le cose che so adesso, avrei fatto cose molto migliori.Be', uno scrittore di fantascienza non può sentire un commento del genere senza che gli venga la voglia di fare, in un certo senso, un esperimento al riguardo. È così che è nato il romanzo Flash Forward.La storia riguarda un esperimento del CERN, il centro europeo della fisica delle particelle, che va storto, e causa un balzo della coscienza di ogni abitante della Terra avanti di vent'anni per due minuti. In quel momento ognuno scopre come sarà la sua vita, la sua carriera, il suo matrimonio. Il romanzo descrive l'impatto che ha questa conoscenza sulle persone e sul mondo, nel bene e nel male. Naturalmente un balzo di solo due minuti può essere ambiguo in modo frustrante. Porteresti a compimento un matrimonio ora sapendo che tra vent'anni sarai sposato con qualcun altro? Saresti felice della nascita di tuo figlio sapenso che diventerà un delinquente?Come accade in molti miei romanzi, Flash Forward cerca di combinare un'idea sconvolgente con una storia molto umana. La fantascienza è proprio questo, secondo me: esaminare la condizione umana sotto circostanze del tutto nuove. È ciò che rende la fantascienza un genere tutt'altro che banale, e sempre affascinante da scrivere.
La storia è stata adattata per la serie TV? Ci sono cambiamenti sostanziali rispetto al romanzo?
Brannon Braga e David S. Goyer ci hanno messo il loro marchio e, sì, hanno fatto cambiamenti. Sono rimasto francamente sorpreso da quanto erano preoccupati che io fossi d'accordo con le loro modifiche alla storia: quando vendi qualcosa a Hollywood, cedi completamente il controllo creativo. Ma fin dal nostro primo incontro nel 2007 David e Brannon si sono sempre preoccupati che ciò che facevano andasse bene anche per me. E devo dire che sì, sono molto soddisfatto.La nostra speranza è che Flash Forward possa avere cinque o sei stagioni di 22 episodi, nel qual caso dovranno per forza espandere il mio libro, visto che, anche se si girassero tutte le scene del romanzo, ci si potrebbe tirar fuori al massimo una miniserie di otto ore. Invece qui avremo una storia che dovrà reggere centinaia di ore, e devo dire che mi piace molto l'approccio intelligente che hanno scelto.
È la prima volta che vendi un libro a Hollywood?
Molti dei miei libri sono stati opzionati, e diverse ottime sceneggiature sono state scritte su alcuni di essi, ma non era mai andato nulla veramente in produzione. Sono emozionatissimo. Io e mia moglie scenderemo a Hollywood a vedere le riprese dell'episodio pilota.
Come sei stato coinvolto nello sviluppo della serie?
Contrattualmente sono un consulente. Sono stato pagato per dare consigli per la sceneggiatura del pilota, e lo sarò per dare consigli su ogni episodio della serie. Ho anche un contratto per scrivere la sceneggiatura di uno degli episodi della prima stagione. Il romanzo è mio, ma la serie è di Brannon e David. Il mio impegno è aiutarli a realizzare la loro idea.
Hai incontrato Brannon Braga? Cosa ne pensi di lui?
Certo che l'ho incontrato. Ero emozionatissimo. È estremamente intelligente e creativo, ed è una persona squisita. Sono un fan di Star Trek da tanti anni, e Brannon, naturalmente, è il coature di All Good Things, il finale di Next Generation, e anche di First Contact, forse il miglior film di Star Trek, quindi incontrarlo per me è stato fantastico.
Questo mese in Italia è uscito Humans (Fuga dal pianeta degli umani), il secondo libro del ciclo The Neanderthal Parallax. Il primo libro, Hominids (La genesi della specie) mi era piaciuto moltissimo; ci dici qualcosa su questo seguito?
La struttua della trilogia è questa: in Hominids, il primo libro, un maschio neandertaliano moderno, il fisico quantistico Ponter Boddit, che vive in un mondo parallelo nel quale la nostra specie umana si è estinta, riesce a passare nella nostra versione della realtà.Nel secondo volume, Humans, un moderno Homo sapiens femmina, la genetista Mary Vaughan, rende la visita alla realtà neandertaliana.Nel terzo libro, Hybrids, insieme cercano di scoprire il meglio di entrambi i mondi. In ultima analisi, credo che sia una serie utopica.
Speriamo di vedere presto in Italia anche l’ultimo volume, Hybrids. È la fine definitiva della storia?
Sì, certo. La serie è stata concepita fin dall’inizio come una trilogia, e finisce con un botto definitivo. Ho dovuto effettivamente fornire conclusioni ben definite. Una delle sottotrame riguarda l’ateismo di Ponter e dei neandertaliani che si scontra col cattolicesimo di Mary, un altro la bisessualità e il poliamore di Ponter a confronto con l’eterosessualità e la monogamia di Mary. Sono argomenti che arrivano a conclusioni ben definite nel terzo libro, e, a seconda del proprio punto di vista, il lettore le amerà o odierà, ma spero che in ogni caso inducano a qualche riflessione sull’argomento.
Cosa stai scrivendo ora?
Una trilogia sul web che prende coscienza di se stesso. Il primo volume, Wake, uscirà nell’aprile del 2009, e sarà seguito da Watch e Wonder. Molti, inclusi i miei agenti di New York e di Hollywood, pensano che Wake sia la cosa migliore che abbia mai scritto. L’idea di dover scrivere due seguiti mi spaventa, ma sto lavorando con impegno per far sì che siano allo stesso livello del primo libro.
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