E sono due, ma per l’ultima volta. È toccato a Donato Altomare, uno degli autori più bravi che abbiamo in Italia nel campo della narrativa fantastica, vincere per la seconda ed ultima volta il Premio Urania 2007 con il romanzo inedito Il dono di Svet, appena uscito in edicola. Dal prossimo anno, chi lo vincerà non potrà partecipare di nuovo al prestigioso premio mondadoriano.
Nato nel 1951, a Molfetta (BA), dove vive ed esercita la libera professione di Ingegnere civile, Altomare è autore versatile, capace di passare dalla fantascienza (Vladimir Mei, libero agente, Edizioni della Vigna, 2008) alla fiaba (L’Albero delle conchiglie, Tabula Fati, 2008), dal fantastico (Surgeforas, Tabula Fati, 2006) al racconto umoristico (E la padella disse..., Delos Books, 2004). Sue opere sono apparse sulle principali riviste di fantascienza italiane, ma è stato tradotto anche nella Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Montenegro, Albania, Ungheria, Finlandia e Slovenia.
Nel 2000 ha vinto, con il romanzo Mater Maxima, il Premio Urania e nel 2005 ha vinto la prima edizione del premio Le Ali della Fantasia, con il romanzo inedito Surgeforas.
Lo abbiamo intervistato proprio in occasione dell’uscita su Urania de Il dono di Svet.
Sarai di fatto l'ultimo autore ad aver vinto per ben due volte il Premio Urania. Dal prossimo anno, come da regolamento, chi lo ha già vinto non potrà partecipare. Cosa si prova a far parte di un club esclusivo, a cui non potrà iscriversi più nessuno?
Mi spiace, il Premio Urania è sempre stato una sfida, è ‘colpa’ sua se ho cominciato a scrivere romanzi (Mater Maxima è stato il mio primo romanzo in assoluto). Mi mancherà. Per quel che riguarda il club dei quattro… be’ mi piacerebbe moltissimo se ci ritrovassimo in una antologia ideata apposta per noi. Meditate, editori, meditate.
Quali autori – di fantascienza e non – consideri un po' i tuoi riferimenti?
La lista è un po’ lunga, ho letto centinaia di libri. Al di fuori della fantascienza c’è Victor Hugo, Kundera, Calvino, Eco, Nigro. In fantascienza oltre ai grandi (Heinlein, Clarke, Ballard, Martin, ecc.ecc.) ho una particolare predilezione per gli autori italiani che leggo con assiduità. Sono i migliori scrittori di racconti europei. Non li citò perché sono troppi e potrebbe sfuggirmi qualcuno. Odio quelli che scrivono utilizzando un linguaggio ipertecnologico per iniziati, con la necessità dei sottotitoli/note/spiegazioni. È il sistema migliore per perdere centinaia di lettori.
Parliamo del romanzo. Se non sbaglio è nato da un progetto di un fumetto che non si è poi realizzato. È così?
È esatto. Alcuni anni fa Tommaso D’Alessandro, creatore della Tomatofarm, mi telefonò chiedendomi un personaggio nuovo per un fumetto. Mi disse che avrebbe desiderato un fumetto tra il giallo, la fantascienza e lo spionaggio. Di primo acchito ho storto il muso pensando: “Possibile che ti inventi decine di personaggi e ne vogliono sempre un altro?!” Inoltre non ho mai amato il giallo. Era però una sfida. Così nacque Svet. Il personaggio è stato disegnato da alcuni ottimi artisti del genere per cercare la sua giusta immagine, inoltre sono stati fatti numerosi studi per l’ambientazione. Ora si sta cercando un editore per dare il via al fumetto vero e proprio.
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