Conosciamo benissimo la fantascienza letteraria, cinematografica e televisiva. Ogni tanto ci capita di vederla anche espressa in musica, in dischi di musica rock e pop, in forma di poesia, e più raramente a teatro, in prosa o addirittura in lirica (come l'opera Klingon U di alcuni anni fa). Stavolta, e come al solito dagli USA, arriva addirittura un'operetta composta appositamente per celebrare uno dei temi più noti della fantascienza, ovvero il viaggio spaziale alla ricerca di nuovi mondi. Si tratta di Red Giant, opera commissionata e messa in scena dalla compagnia Rhymes with Opera di Baltimora, e che ha appena debuttato nella stessa città.
Per chi non lo sapesse, l'operetta è un genere teatrale nato nella metà del diciannovesimo secolo in Francia e poi esploso in Austria, che unisce parti cantate secondo i canoni della lirica a parti recitate in prosa, e spesso include parti danzate. Da questo punto di vista è l'antesignana dei moderni musical, ed ebbe grande popolarità fino agli inizi del ventesimo secolo. Per far rivivere i fasti di questo genere la compagnia ha commissionato al musicista Adam Matlock le musiche e allo scrittore di fantascienza Brian Francis Slattery (vincitore nel 2012 del Philip K. Dick Award con il romanzo Lost Everything) il libretto, vale a dire i testi dei brani e della prosa. Il risultato consiste nella storia di tre astronauti in fuga da un pianeta orbitante intorno a una stella in procinto di diventare supernova. Mentre il sole esplode e inghiotte il loro pianeta, i tre meditano sull'inutilità della loro ricerca di un nuovo pianeta e sulla necessità di mantenere viva la speranza.
In un intervista pubblicata sul sito Tor.com, Matlock e Slattery descrivono il loro approccio al tema, soprattutto da parte di Matlock, compositore e musicista poliedrico visto che spazia dalla classica al rock (ha partecipato anche all'ultimo album della band giapponese di metal Sigh): "Non c'è mai stato un momento in cui ho detto, ok, facciamo la science fiction opera, anche se ho sempre pensato che se avessi mai scritto un'opera, sarebbe stata di fantascienza. Negli ultimi quarant'anni ci sono state pochissime SF opera, perché l'opera è un media molto costoso e non viene eseguita spesso." Nonostante sia egli stesso un autore di testi, Matlock si è rivolto a Slattery per la scrittura, il quale ha apprezzato: "Non avevo mai scritto un libretto, così gran parte del divertimento nella scrittura è consistito nel lasciare spazio alla musica, lasciare che svolgesse il compito narrativo, e soprattutto trasmettere le emozioni."
I due poi si dilungano sui dettagli tecnici relativi al lavoro di composizione, soprattutto riguardo alla struttura della storia, che alterna il presente dei tre personaggi all'interno della nave spaziale e il passato che spiega cosa è successo al loro pianeta (per chi è interessato, l'intervento completo è al link nelle Risorse in rete). Interessante la considerazione di Matlock su come letteratura e musica possono trasmettere in modo diverso il senso di un'opera e il contesto, in questo caso apocalittico, senza per questo dover conoscerne appieno le premesse. Fatto che sta che con Red Giant debutta la Space Operetta, se così si può chiamare. A quanto si legge in rete, le prime due date hanno fatto il tutto esaurito, segno che il pubblico è in grado di accogliere anche un'iniziativa non propriamente commerciale come questa. Nelle Risorse in rete c'è anche il link alla pagina della RWO, dove è possibile ascoltare qualche frammento di brani e guardare il video delle prove.
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