John Hillcoat non deve avere avuto vita facile nel tradurre le pagine di The Road in immagini per il grande schermo. Il romanzo di Cormac McCarthy è essenziale nella trama e asciutto nello stile. Racconta una storia dura e lineare, semplice nella sua crudeltà: padre e figlio attraversano un'America devastata da un cataclisma naturale in cerca di una comunità di sopravvissuti. Fra mille pericoli, riscopriranno le radici più profonde del loro rapporto.
“Per me era molto importante rispettare il pensiero e il lavoro di McCarthy,” ha dichiarato Hillcoat in un'intervista riportata sulle pagine di Robot n. 58 (Oltre l'Apocalisse, The Road di Marco Spagnoli). “Anche se avevo le mie riserve nel rendere un'immagine del mondo dopo l'Apocalisse, volevo restare fedele fino in fondo all'autenticità del romanzo e alla sua visione. In questo senso non volevamo replicare qualcosa di già visto, ma sperimentare una sensibilità nuova.”
Dunque briglie sciolte all'esplorazione di nuovi orizzonti creativi? Hillcoat ha dichiarato più volte di avere avuto la massima libertà. Tranne che per un aspetto, come si viene a scoprire in una recente intervista rilasciata a io9.com.
“Cormac ha una conoscenza profonda del cinema e dei suoi strumenti,” spiega il regista. “Rispetto a ciò che ha scritto, non ha avuto obiezioni su ciò che siamo andati a girare. Ma c'era uno scambio di battute nel romanzo a cui teneva tantissimo. E qui sto dicendo molto su quale sia il messaggio di fondo del film, perché quelle quattro righe – che noi abbiamo ripreso, girato e messo nel film – sono tratte dal momento in cui il bambino dice a padre: 'Cosa faresti se io morissi?'. E lui risponde: 'Vorrei morire anch'io, così che tu potresti stare con me – e io con te.'"
The Road, presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia, uscirà negli Stati Uniti il 25 novembre. Non c'è ancora una data ufficiale di distribuzione in Italia.
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