Anno 2112. La Terra è ridotta a una landa inospitale. L'umanità vive nelle profondità del sottosuolo, in cunicoli claustrofobici dove si aggirano gli uomini-topo, essere umani regrediti allo stato animale. Nei grandi agglomerati urbani non va meglio: le Organizzazioni comandano imponendo la legge del più forte. La violenza è all'ordine del giorno, la fame anche. È questo lo scenario distopico da cui prende le mosse Pinocchio 2112, romanzo di Silvio Donà pubblicato da Leone Editore. Un lavoro che pesca a piene mani dalla migliore tradizione fantascientifica con suggestioni da Ray Bradbury e Philip Dick, ma che riesce poi nell'intento di mescolare sapientemente gli ingredienti e trovare una propria via, un nuovo equilibrio fra esigenze narrative (è pur sempre un'avventura) e tematiche d'attualità, come potrebbe essere il ruolo che il libro e il rito della lettura rivestono nella nostra società.
Come avviene nelle utopie al contrario, si immagina un futuro in cui gli elementi negativi del presente sono estremizzati e un eroe che intraprende un suo percorso di redenzione, il cui cambiamento risalta per contrasto su uno sfondo a dir poco cupo. Angelo, il protagonista che ricorda per certi aspetti Rick Deckard, è un cercatore di libri, merce ormai rarissima e richiesta più che altro come sfizio dai nuovi ricchi, i pochi rimasti a saper leggere. In una delle sue ricerche s'imbatte in una copia di Le avventure di Pinocchio. L'evento è insieme una fine, perché il testo si erge a sigillo del suo passato (il protagonista ha imparato a leggere proprio sul quel testo), e un inizio, perché da quel momento in poi nulla sarà come prima. Il cercatore impara a guardare oltre se stesso nel momento in cui si fa carico di un piccolo uomo-topo, battezzato non a caso Lucignolo, e impara soprattutto che la realtà in cui ha vissuto fino a quel momento è una menzogna. Lo scoprirà in un crescendo di svolte a sorpresa nella trama, dove l'autore accompagna il lettore attraverso una serie di scatole cinesi che portano al disvelamento - nel finale - di una verità incredibile.
L'autore. Silvio Donà è nato a Campagna Lupia (Venezia) nel 1965. Vive a Bari. Da qualche parte conserva una laurea in Giurisprudenza. È sposato e ha due figli. Scrive da sempre. Ha vinto alcuni concorsi letterari, tra cui il Premio Mondolibro 2001, e ha pubblicato numerosi racconti in antologie di autori esordienti. Con il romanzo Nebbie è stato finalista dell'edizione 2004 del Premio Palazzo al Bosco.
La quarta di copertina. "Io procuro gli oggetti più assurdi che si possano desiderare in un mondo in cui il vizio è regola e l'eccesso non è punito, in cui chi ha la forza può tutto e chi è debole non ha che se stesso da vendere. E se non vale molto agli occhi di nessuno, allora può solo fuggire e subire. O scegliere di smettere di soffrire. E morire. Io procuro il passato."
Nel claustrofobico mondo sotterraneo in cui l'umanità è stata costretta a rifugiarsi, i ricordi del mondo di superficie, del sole, delle stelle, dei fiori, dell'arcobaleno, sono custoditi unicamente dai libri: merce rarissima e preziosa a cui il protagonista del romanzo dà la caccia, tra mille insidie.
La fama d'infallibile cercatore lo condurrà al cuore della feroce Organizzazione che controlla la sua città, a un pericoloso faccia a faccia con il suo Reggente e al privilegio di conoscere la Verità.
In un quadro fantascientifico e distopico, Pinocchio 2112 è al contempo una storia rocambolesca, una celebrazione del piacere della lettura, un invito alla sensibilità ecologica e una riflessione sull'amore paterno.
Silvio Donà, Pinocchio 2112 (2009)
Leone Editore, collana Oltre la soglia, pagg. 176, euro 15,00
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