Che J.J. Abrams sia un genio delle pubbliche relazioni è ormai fatto noto. Per mantenere alta l'attenzione sul suo Star Trek, in uscita il prossimo maggio, ha scomodato stavolta niente meno che sua maestà George Lucas e la sua creatura Star Wars, dichiarando candidamente che "la sfida di rifare Star Trek è nata all'ombra degli ultimi film di Guerre Stellari, e d'altra parte non poteva che essere così".

La frase è uscita nel corso di un'intervista che Abrams ha rilasciato e che il Los Angeles Times ha pubblicato sul suo blog. "Se guardiamo gli ultimi tre film di Star Wars" ha continuato Abrams, "e pensiamo a quello che la tecnologia ha permesso di fare, ci rendiamo conto che hanno percorso moltissima strada per quanto riguarda il design, le locations, i personaggi, gli alieni, le navi. Gran parte dello spettacolo è basato su questo: nessun aspetto è stato trascurato, dalla geografia alla cultura, dal tempo al design delle astronavi, fino ai personaggi. Ogni particolare è stato curato in quei film. La sfida per il nostro Star Trek è stata quella di fare le stessa cosa malgrado tutti i film di Star Wars, dato che ci trovavamo chiaramente all'ombra di ciò che ha fatto George Lucas."

Abrams è convinto che il successo dell'undicesima avventura trekkiana dipenderà interamente dalla forza dei personaggi principali. "La chiave per me non è superare Star Wars in termini di spettacolo e altro, perché questo è evidentemente impossibile. Quei film sono stati resi così straordinariamente bene che mi sono detto: l'unica chiave vincente sono i personaggi. Cercare di rendere i personaggi il più 'veri' possibile, rendere tutto così reale, così emotivo e così eccitante da riuscire a non far distrarre gli spettatori dai fantasmi di tutti i film di Star Wars realizzati. Ad esempio, ci siamo trovati nella necessità di inventare delle razze aliene, e certamente non volevamo che in ogni scena ci fossero quattro personaggi di colore diverso. Questo lo ha già fatto Star Wars in modo magnifico. Ci siamo chiesti come si poteva introdurre sottilmente l'idea che esistano specie diverse dalle nostre, e anche diverse da quelle viste negli episodi televisivi, dato che in fondo si trattava di persone che indossavano una maschera o un trucco pesante. E' stato necessario trovare un equilibrio per raccontare la storia che volevamo raccontare senza tentare di superare Lucas."

Come in Star Wars, anche in Star Trek ci sarà una scena ambientata in un bar, e che inevitabilmente ricorderà ai fan la leggendaria sequenza nella "cantina" aliena. "Quella scena è ovviamente un classico di quei film" ha ammesso Abrams, "ed era una meravigliosa introduzione a come poteva essere stupendo, diverso e pieno di possibilità quell'universo. Nei film successivi, soprattutto negli ultimi tre, molte scene avevano lo stesso feeling, espandendo ulteriormente la varietà di quell'universo. E' stato allora che ho sentito il peso della sfida e mi sono detto: mio Dio, hanno fatto già tutto! Alla fine la sfida non sta tanto in quello che si fa, ma in come lo si fa, come renderlo reale e significativo senza che qualcuno pensi che tu lo abbia preso in prestito."

L'intervista di Abrams è molto lunga e tocca poi altri aspetti del confronto con l'universo della Forza, per poi passare alla vicenda raccontata ("è la storia di un ragazzo dall'enorme potenziale che non sa utilizzare. Alla fine trova la sua strada e realizza ogni suo sogno. E' una grande storia, valida in ogni tempo e in ogni luogo"), al confronto con le varie serie televisive legate all'universo trekkiano. L'intervista in inglese, in due parti, è reperibile ai link sotto indicato.

Un'ultima chicca: alla domanda se ci fosse già in cantiere un sequel del film, Abrams risponde sornione: "E' come se fossimo ancora a metà del pranzo e qualcuno chiedesse cosa c'è per cena". Ipse dixit.