Dave Lizewski è un normale studente delle superiori, con un padre che lo adora ed una passione smodata per i fumetti ed è questo che rimarrà dall’inizio alla fine di Kick-Ass, uscito ad aprile di quest’anno per la Icon, l’etichetta Marvel rivolta ad un pubblico più maturo. Se Alan Moore rendeva in Watchmen i suoi superesseri più umani e vicini a noi Mark Millar (Ultimates, Wanted) rilancia cancellando il concetto di superessere senza sostituirlo con alcunché.
Lizewski, in arte Kick-Ass, è un ragazzo reale che vive nel mondo reale e che non verrà morso da nessun insetto radioattivo, né si costruirà armature ipertecnologiche o scoprirà di essere un alieno schiantatosi sul nostro pianeta ma, armato della sua mazza da baseball, uscirà nelle strade per “fare” giustizia da solo, ispirando nello stesso tempo innumerevoli emuli dalle diverse fortune. Il lettore verrà messo di fronte ad un’opera durissima e violenta di un realismo cinico e spietato ed illustrata alla perfezione dalla solide matite di John Romita Jr (Daredevil, World War Hulk).
Un’opera studiata a tavolino per il massimo impatto mediatico tanto da venir lanciata tramite un sito MySpace in cui il giovane Supereroe Kick-Ass confessava che Millar avrebbe presto messo per iscritto la sua storia e in cui si dichiarava disponibile a richieste di intervento nella zona di New York. Matthew Vaughn (produttore di Snatch e Stardust) già da maggio si è accaparrato i diritti del film per cui ha coinvolto anche Nicholas Cage che reciterà nel ruolo del padre di Hit-Girl, una ragazza undicenne armata di spada e spinta dal genitore psicotico sulla strada del “vero eroismo” alla Kick-Ass.
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