Michael Chabon, quarantaquattrenne di Washington D.C., si è imposto all'attenzione americana e mondiale con il suo romanzo del 2000 Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, con il quale ha vinto il Premio Pulitzer per la fiction. Autore anche televisivo e cinematografico, Chabon negli anni si è avvicinato anche alla fantascienza, con racconti tradizionali quale è The Martian Agent, ma soprattutto con romanzi ucronici, ambientati cioé in linee temporali alternative, come in The Final Solution del 2004. Il suo ultimo romanzo uscito lo scorso anno, The Yiddish Policemen's Union, è in piena corsa per l'attribuzione del premio Nebula. In un'intervista rilasciata a Sci Fi Wire, l'autore racconta la genesi del romanzo e il suo punto di vista.
Intanto Chabon sostiene di aver avuto l'ispirazione per il libro dalla lettura di una di quelle piccole raccolte di frasi in Yiddish per viaggiatori, Say It in Yiddish, pubblicato addirittura nel 1958. "Un libro estremamente preciso nel definire la parlata Yiddish moderna, come se fosse la lingua ufficiale di un paese che attualmente non esiste" dice Chabon. "Ciò mi ha spinto a immaginare questo luogo ipotetico, e più ci pensavo più sentivo il bisogno di scriverne." Ricordiamo che lo Yiddish è una lingua diffusasi tra la comunità ebraica in USA dopo la seconda guerra mondiale; viene utilizzata anche in Israele ma non ne costituisce la lingua ufficiale, essendo quest'ultima ovviamente l'ebraico.
The Yiddish Policemen's Union è una detective story ambientata in una realtà alternativa, nella quale milioni di profughi ebrei fuggiti dall'Europa hanno creato un'enclave basata sullo Yiddish nella regione di Sitka, in Alaska. "Anche questo spunto è reale: infatti si trattava di una proposta presentata al Congresso nel 1940, che prevedeva una zona di accoglienza in Alaska per i profughi ebrei. Poi non se ne fece nulla" continua Chabon. "Per sviluppare l'idea del romanzo, mi sono servito di un concetto elaborato da un signore che forse non è sconosciuto ai fan della fantascienza: il grande Jack Williamson. E' stato questo il mio Jonbar." Il riferimento è a uno dei classici di Williamson, La legione del Tempo, in cui veniva introdotto il Cardine Jonbar, cioé un avvenimento che modificato porta a un futuro diverso.
Nel romanzo, la seconda guerra mondiale è terminata nel 1946, la Germania ha conquistato l'Unione Sovietica nel 1942 prima che Berlino venisse distrutta dalla bomba atomica, l'Olocausto si è fermato a solo (si fa per dire) due milioni di morti, Israele è stato distrutto subito dopo la sua fondazione del 1948 da una coalizione di stati arabi. Di conseguenza la più grande comunità ebraica al mondo è stanziata in Alaska ed è proprio un detective alcolista della omicidi di Sitka, Meyer Landsman, il protagonista del libro, costretto a indagare su un omicidio scomodo che rivelerà un complotto teso a distruggere l'enclave ebraica. "Oltre a documentarmi su Sitka e a studiare lo Yiddish" continua Chabon, "mi sono dovuto sforzare molto per modificare il mio stile, renderlo più scarno e asciutto. Per riuscirci ho riletto i grandi maestri del genere, da Chandler a Hammett fino a Ross McDonald, secondo me il più grande scrittore hard boiled mai esistito."
Sforzi che hanno sicuramente ripagato l'autore, come testimonia il successo del libro e i riconoscimenti prestigiosi a cui è andato incontro. A testimoniare il notevole riscontro del romanzo è stata anche la decisione di Columbia Pictures di acquisire i diritti di trasposizione cinematografica del libro, la cui sceneggiatura e regia è già stata affidata a due calibri da novanta come i fratelli Coen, freschi reduci dai meritati Oscar per Non è un paese per vecchi.
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