Un piccolo eterogeneo gruppo di lunari guiderà la rivolta della colonia penale con l’aiuto del primo computer senziente della storia della fantascienza. Questa è la vicenda, ben nota, narrata in quella che è ritenuta la maggiore opera di Robert A. Heinlein, La luna è una severa maestra.
La storia della rivoluzione lunare del 2076 rivela uno studio della “Guerra per bande” di Ernesto “Che” Guevara: 1) le forze popolari possono vincere una guerra contro l’esercito. 2) non sempre si deve attendere che si producano tutte le condizioni favorevoli alla rivoluzione, il fuoco stesso dell’insurrezione può crearle.
E se nel 1966 l’avventura degli insorti lunari poteva sembrare meno credibile a causa del fantascientifico, appunto, aiuto da parte di un computer, dobbiamo oggi ammettere che un bravo hacker con una buona attrezzatura potrebbe egregiamente sostituire Mike, il computer capo dell’Ente Lunare, nel ruolo di leader della rivolta.
Mike sta per Mycroft, il fratello di Sherlock, per via dell’acronimo H.O.L.M.E.S., High-Optional, Logical, Multi-Evaluating Supervisor, che purtroppo si perde in traduzione, nomignolo che gli viene dato da Manuel, suo programmatore e migliore amico, protagonista narrante della storia.
Altro splendido personaggio è Prof, che forma con Manuel la “prima cellula” del movimento rivoluzionario, così credibile nell’esposizione delle sue idee di anarchico razionalista che l’editore italiano, pubblicando il libro nello stesso anno in cui uscì negli Stati Uniti, si sentì in dovere di epurare di un certo numero di pagine. I personaggi di Mike e Prof ci accompagnano in alcune commoventi pagine di poesia che rimarranno impresse nella nostra memoria.
Il romanzo, un inno alla libertà dell’individuo, mette in discussione molte regole societarie dettate dalla consuetudine. I Loonies, grandi lavoratori, estremamente formali nei rapporti interpersonali, con un estremo rispetto per le donne, accettano come unica regola quel che è visto come un dato di fatto, la responsabilità individuale: TANSTAAFL, “There Ain’t No Such Thing As A Free Lunch”, ben tradotto da Antonangelo Pinna come “Non si può mangiare al ristorante e non pagare il conto”. Sulla luna, la responsabilità individuale prevede tra l’altro la scelta del modello famigliare, argomento di estrema attualità ora che quasi tutte le nazioni europee stanno legalizzando forme di convivenza diverse dalla coppia: sul “Sasso”, la poliandria è diffusa a causa del numero delle donne deportate che è inferiore a quello degli uomini, e anche il matrimonio di clan (quello anticipato in Straniero in terra straniera) si rivela una buona idea in un mondo in cui l’unione e la collaborazione fanno sicuramente la forza. Ma la vera invenzione sociale di Heinlein in questo libro è il matrimonio in linea, in cui il benessere emotivo e finanziario della famiglia è garantito dall’ingresso periodico di nuovi consorti più giovani.
Lo stile narrativo del romanzo è, come ci si aspetta da Heinlein, estremamente chiaro e veloce, e il ritmo è ben mantenuto nella traduzione italiana. Ciò che di importante si perde, tuttavia, è l’intraducibile linguaggio dei Loonies, narratore compreso, che non è inglese formale, ma un capolavoro di creatività linguistica, con sintassi, ortografia e vocabolario presi a prestito da diverse lingue terrestri, soprattutto quella russa; le espressioni formali sono in russo (e si ritrovano quasi tutte nella traduzione), in italiano nel testo originale i nomi politici dei due mondi: Luna e Terra. Il successo americano della Severa Maestra dipende anche dalla speculazione su questo inglese del futuro.
Un’analisi delle particolarità del testo potrebbe risultare lunga quasi quanto il libro stesso, ma vale sicuramente la pena di spendere qualche parola per descrivere i personaggi femminili: donne proprietarie di loro stesse, che si assumono le proprie responsabilità come tutti i lunari, che ricevono rispetto dai loro connazionali maschi. Questo non suonerà strano ai lettori più giovani, ma chi ricorda la condizione femminile com’era in epoca pre-femminista non potrà non riconoscere la lungimiranza di Heinlein nel presumere il futuro a riguardo. E di questo dobbiamo ringraziare Virginia, la sua terza moglie.
Una "chicca": ritroviamo un personaggio femminile di un precedente romanzo, ma in versione adolescente. Al lettore il compito di individuarlo.
Per la biografia di R.A.Heinlein, consultare http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_A._Heinlein
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