Fred Hoyle appartiene a quella schiera di scienziati che si sono lasciati sedurre dalla possibilità di scrivere romanzi di fantascienza. Le sue conoscenze scientifiche sono così confluite in qualche modo in romanzi come Il segreto dei cervelli di Caragh (1959), A come Andromeda (1965) e L'insidia di Andromeda (1966) scritti assieme a John Elliot, e il suo capolavoro La Nuvola nera del 1958, riproposto da Feltrinelli nella traduzione di Luciano Bianciardi.

All'osservatorio astronomico di Monte Palomar si scopre che un'immensa, e mai vista prima, nuvola di gas interstellari si sta pericolosamente avvicinando al sistema solare. Il rischio è di un'autentica catastrofe per gli umani. Si cerca il modo di correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. Ma la comunità degli scienziati, oltre alla minaccia della Nuvola nera, si trova a dover affrontare anche la reazione dei politici, il cui proposito sarebbe di celare all'opinione pubblica la scoperta per non creare allarmismo. La Nuvola però, nella sua distruttività, forse nasconde delle sorprese positive. Potrebbe trattarsi di un'intelligenza, un possibile contatto con l'universo e il preludio a una conoscenza superiore.

Pur restando nei confini della narrativa speculativa, The Black Cloud ha un retrogusto realistico. La descrizione di come il gruppo di scienziati, capitanati dall'astronomo Chris Kingsley, riesca a riconoscere nella nuvola una forma d'intelligenza extraterrestre e di come metta a punto un sistema per comunicare con essa, ha quantomeno una patina di reale probabilità.

Astronomo, matematico, fisico e divulgatore scientifico, Hoyle è riuscito a coniugare in questo romanzo, come del resto in quasi tutta la sua narrativa, la passione per la scrittura con la divulgazione scientifica. Certo, non siamo di fronte ad un autore di cui si può decantare lo stile visionario o la fervida immaginazione, ma Hoyle è riuscito a misurare e sapientemente mescolare la naturale tendenza a spiegare i fatti scientifici - di cui è comunque infarcito il romanzo - con una discreta dose di suspence. Il romanzo, in questo senso, non delude il lettore più raffinato. Dalla scoperta dell'esistenza della nuvola fino al suo sopraggiungere, la tensione è palpabile: l'arrivo della nuvola - e le sue possibili ricadute sulla vita della Terra - è fonte d'angoscia per gli scienziati quanto per i politici.

La prosa dello scrittore inglese è schietta, sorretta da robusti dialoghi che aiutano il lettore a riflettere sulle possibili conseguenze sociali di un incontro con una forma di vita aliena. Basta pensare all'atteggiamento che nella storia assumono, di fronte alla scoperta della nuvola, gli scienziati e i politici: i primi vorrebbero divulgarne l'esistenza, i secondi mettere a tacere la notizia.

Riconosciuto come uno dei più creativi uomini di scienza del XX° Secolo, Hoyle ha ricoperto vari incarichi di prestigio e ha dato i suoi maggiori contributi nelle ricerche teoriche sulla struttura delle stelle.