Delos 27: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole
cybersix
Sotto i riflettori della rubrica dedicata al fumetto di fantascienza, questo mese, ancora una volta un'opera argentina. Benché "Fantasia & Nuvole" abbia cercato di mantenersi equidistante e imparziale tra le diverse scuole nazionali, gli autori argentini, obiettivamente, hanno dominato il campo. D'altronde, se le loro creazioni continuano a guadagnare riconoscimenti internazionali di pubblico e critica, un motivo dovrà pur esserci.
E il fumetto di cui ci occuperemo questo mese non fa eccezione: comparso in Italia qualche anno fa sulle pagine di Skorpio, uno degli albi tuttofumetto dell'Eura Editoriale, ha quasi subito ottenuto un successo tanto clamoroso quanto inaspettato. Grazie a tale successo, è stato in seguito "promosso", meritandosi l'onore (e l'onere) di un albo tutto suo. Ma la sua stella è ancora in ascesa, e di certo la sua popolarità è tutt'ora minore di quella che meriterebbe.
Tra i tanti riconoscimenti ottenuti da quest'opera
nel nostro Paese, ricordiamo il premio "Fumo di China"
per il miglior personaggio e il miglior fumetto realistico, e
il premio ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto
e dell'Illustrazione) per la migliore iniziativa editoriale. Stiamo
parlando, naturalmente, di Cybersix di Carlos Trillo e
Carlos Meglia.
LE TRAME
Nata dagli esperimenti genetici del dottor Von Reichter (un ex-scienziato nazista specializzato in tecniche di clonazione), Cybersix è una donna sintetica, unica superstite della serie cyber, distrutta dal suo creatore per aver dato prova di indipendenza (e dunque di capacità di disobbedire).
Fuggita dal covo di Von Reichter (situato da qualche parte nella foresta amazzonica), Cybersix si rifugia nella città di Meridiana, ove si nasconde sotto la falsa identità di Adrian Seidelman, un timido insegnante di letteratura. Di notte, però, ella riprende sembianze femminili e vaga per la città in una tenuta da "super-eroina" che tanto ricorda Batman (compreso il mantello nero). La sua ribellione contro Von Reichter si concretizza nella lotta spietata che ella conduce contro le altre creature dello scienziato nazista, i "chip", i "tecno", i "type", gli "idea fissa", altrettante serie di creature artificiali con cui Von Reichter conta di conquistare il mondo. Nelle notti dark e violente di Meridiana, Cybersix va a caccia dei suoi "fratelli sintetici" e, contando sulla sua forza e i suoi sensi più che umani, combatte per sopraffarli. Ma la sua lotta ha motivazioni anche più crudeli, più ciniche: Cybersix ha bisogno, per sopravvivere, di una speciale sostanza di cui sono dotate tutte le creature di Von Reichter. Per questo motivo, ella non deve solo abbattere i seguaci del suo nemico: deve anche vampirizzarli, ovvero succhiare dal loro corpo il prezioso fluido.
Cybersix, rendendosi conto dell'orrore della sua vita, tenta costantemente di sfuggire dalla sua condizione di fuggiasca braccata, di furia vendicatrice della notte. E tenta di avere un'esistenza umana, degli amici, degli affetti, tutto ciò che Von Reichter le ha negato.
Un suo amico, indubbiamente, è il tenente di polizia Dostoievski. E' questi il prototipo del tutore della Legge violento e brutale, ma in fondo è un uomo onesto e sincero. Un'altra amica è Maura, una tossicodipendente che vive per le strade di Meridiana, e che è disposta a tutto, anche alle peggiori bassezze, per procurarsi la sua dose. Infine, più importante di tutti, il giornalista Lucas Amato, che stabilisce con Cybersix una relazione sentimentale, che la fa sentire, per la prima volta, una vera donna, e da cui ella scopre con gioia di attendere un figlio.
Ma la nostra eroina non è destinata a essere felice. Lucas viene catturato da terroristi mediorientali e scompare dalla scena; suo figlio Gengis, appena nato, le viene sottratto da Von Reichter, e da questi sottoposto a una serie di trattamenti sperimentali. Von Reichter dona al piccolo Gengis precocissime capacità cerebrali, ma lo plagia in modo che egli odi la sua stessa madre, e poi lo usa come arma segreta e spietata nella guerra che lo oppone a Cybersix.
Una guerra che sembra destinata a non aver mai fine.
GLI AUTORI
La sceneggiatura di Cybersix é opera di Carlos Trillo, con la collaborazione di Viviana Centol. Trillo è uno dei più prolifici maestri della scuola argentina. Ha firmato innumerevoli serie di fumetti, impegnandosi nei più svariati generi, dalla fantascienza al giallo, dal noir all'umoristico. Molti suoi lavori sono stati tradotti in italiano, e ospitati sulle pagine degli albi dell'Eura Editoriale e della Comic Art. Tra questi ricordiamo "Loco Chavez", "Il ragazzo senza nome", "Bruno Bianco", e lo strepitoso "Uscita di Sicurezza", un vero gioiello che, a nostro parere, è il suo capolavoro.
Il disegno è opera di Carlos Meglia, con la collaborazione di Gustavo Mazali. Il tratto di Meglia caratterizza fortemente le vicende di Cybersix, ed è senz'altro alla base del successo di questo fumetto. Cybersix, disegnato rigorosamente in bianco e nero, è uno di quei pochi fumetti leggendo i quali non si rimpiange in alcun modo l'assenza del colore. Al contrario, sono proprio le copertine degli albi (colorate) a stonare, a sembrare irreali quando ci presentano la nostra eroina in qualche modo incarnata, addirittura rosea, irriconoscibile, lontana dai chiaroscuri violenti, impressivi, sincopati, quasi tagliati con l'accetta, che al contrario così bene la identificano. Le ombre di Meglia sono macchie di inchiostro che sembrano voler inghiottire i personaggi, sono frammenti della notte che è fuori e dentro l'anima di Cybersix, sono immagini dallo straordinario potere evocativo, utili più per sognare immaginando che per vedere.
Le scenografie notturne di Meridiana devono qualcosa, naturalmente, a Gotham City. Eppure Meridiana è di più. La città di Cybersix è la Gotham City che ognuno di noi avrebbe sempre voluto vedere (che in qualche modo solo Tim Burton ha saputo/voluto interpretare), la Gotham City assoluta, totale, la Gotham City elevata all'ennesima potenza, perversa, la Gotham City senza neppure la speranza, senza neppure il conforto di un Batman che la protegga. Una città terribile, che distrugge i suoi abitanti e poi li sbeffeggia; una città affollata da un'umanità povera, disperata, drogata; una città che inneggia con cinismo ai miti del consumismo più sfrenato... Mirabili, a questo proposito, i cartelloni pubblicitari per le vie, nascosti negli angoli più oscuri delle inquadrature, colti solo con la coda dell'occhio. (esempio: "Il nostro snack ti fa venire il cancro, ma non ti fa ingrassare: decidi tu." oppure: "Emacrito, il libro scritto col sangue: leggilo, prima che si coaguli.")
Da notare, di fronte alla grandiosità a volte
addirittura wagneriana delle scenografie cittadine (riprese
dall'alto dei palazzi in puro stile "Gargoyles"), la
semplicità, la rozzezza del tratto con cui sono resi i
personaggi. Lungi dal denotare un'insufficienza dell'artista,
questa scelta è figlia di un preciso messaggio, di un'idea
che ci viene comunicata (in modo eccellente) senza essere espressa
a parole: in Cybersix gli uomini (con rare eccezioni) non hanno
né la dignità né la grandezza oscura dei
palazzi di Meridiana. Essi sono come insetti zampettanti sul maestoso
e terribile corpo della città; sono figure vacue, sono
pupazzi di carne e sangue; sono esseri minuscoli, insignificanti,
che il colosso schiaccia senza neppure rendersi conto della loro
esistenza.
CURIOSITA' E SPUNTI
A cosa deve Cybersix il suo clamoroso successo? Una prima risposta, già accennata, può essere l'assonanza con il mondo degli eroi dark americani (Batman e Devil in testa) e in generale con il tema del "supereroe con superproblemi" caro agli statunitensi ma rivisitato, artisticamente, in chiave argentina.
Ma c'è di più. Le storie di Cybersix rappresentano un modo del tutto unico di affrontare il noir, un modo lucido, astratto, una sorta di trattato sulla crudeltà. Nel mondo di Cybersix l'epico scontro tra il Bene e il Male viene trattato con la sensibilità di un'analisi quotidiana e disincantata, con un occhio cinico davanti al quale, forse, solo l'ironia assume il potere di redenzione. Il Bene e il Male, in questo fumetto, sono figure indistinte, i cui confini sfuggono nell'ombra.
Cybersix é senza dubbio un fumetto"colto", un fumetto che può permettersi citazioni di Borges, di Oscar Wilde, di Lewis Carroll senza per questo perdere la propria coerenza e la propria carica d'azione.
Ma anche i miti cinematografici vengono più volte omaggiati dalla coppia Trillo/Meglia. E così sulle pagine di Cybersix assistiamo a una carrellata di citazioni gustose: dagli scenari alla Batman di cui si è già parlato alle pellicole "classiche" sui vampiri, dall'atmosfera de "Il Corvo" all'omaggio a "Il grande dittatore" di Charlie Chaplin, chiaramente richiamato da Von Reichter.
Cybersix è un personaggio straordinario, fuori da ogni schema, la cui condizione di solitudine e di emarginazione consente riflessioni impietose, a volte del tutto "politically incorrect" sulla realtà umana. Cosa pensa, cosa sogna, che aspirazioni ha un clone, un essere senza storia e senza radici?
Senza dubbio un clone è al di fuori dell'etica e della morale umana... Ma è anche al di fuori dei conflitti, dei complessi, delle perversioni dei suoi fratelli "normali"? Le vicende di Cybersix ci dicono di no. Al contrario, Edipo affligge gli esseri sintetici con molta più forza e crudeltà. E perciò vediamo Joseph, il clone di Von Reichter, creato eternamente giovane, struggersi di odio/amore/gelosia nei confronti del suo padre/creatore. Vediamo la stessa protagonista vivere il suo sogno di maternità in modo viscerale, ossessivo, poiché Cybersix interpreta la sua capacità di generare come un'affermazione della propria umanità ritrovata, come una vittoria morale sulla sua stessa nascita abnorme.
Allo stesso tempo, perché Von Reichter crea i suoi esseri sintetici? Per conquistare il mondo, ci viene detto. Falso. Questa è solo la giustificazione "logica", la scusa con cui il Von Reichter inconscio blandisce il Von Reichter conscio. Ma la verità viene a galla di fronte a una bottiglia, o semplicemente attraverso un sincero momento di autoanalisi. Lo scienziato nazista, tormentato dal fantasma della propria genitrice, dagli infelici ricordi della propria infanzia, dedica la sua vita alla genetica per (come confessa al proprio servo Krumens) "trovare un modo di avere figli salvandoli dalla sgradevole necessità di una madre".
Von Reichter è un personaggio di un'oscura grandezza, geniale, bieco e disperato, un personaggio degno di una tragedia greca. E' lui il Male? E cosa mai ha fatto, se non creare degli esseri a sua immagine, ed esercitare poi su di loro il suo potere? In cosa le sue azioni differiscono dal comportamento di Dio verso l'Uomo? Se Von Reichter è il Male, com'è possibile che Dio sia il Bene? La fuga di Cybersix dall'Eden di Von Reichter simboleggia forse la ribellione di Adamo?
Queste riflessioni sono il più grande patrimonio che Cybersix lascia in dono ai suoi lettori. Raramente un fumetto suscita dilemmi altrettanto profondi... La maniera migliore di concludere questo articolo, forse, è riproporre la domanda finale che la vicenda di Cybersix, inevitabilmente, fa sorgere in ciascuno di noi...
Un clone come Cybersix, un essere non nato da donna, naturalmente, non possiede un'anima. Non ha debiti, promesse da mantenere, non ha comandamenti cui obbedire nei confronti del Creatore degli uomini, e ha rigettato, col suo atto di disobbedienza, ogni analogo legame nei confronti del suo creatore personale. E' un essere definitivamente, completamente, terribilmente libero. E' questa una condizione invidiabile, un traguardo cui aspirare (come sembra fare l'uomo moderno), o è piuttosto una tragedia da compiangere?
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