Delos 25: Pensiero Stocastico Pensiero Stocastico
della clonazione umana
Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.
Un po' di anni fa, parlando con qualcuno della clonazione, si incorreva nel fastidio che l'altro di solito non aveva la minima idea di che cosa si trattasse. Ultimamente, parlando con qualcuno della clonazione, s'incorre nel fastidio che di solito l'altro, pur continuando a non sapere cosa sia, sostiene tuttavia con vivace sdegno che è una faccenda che non gli piace affatto.Il Grande Occhio della cosiddetta opinione pubblica è costretto dai mass media, negli ultimi tempi, a volgere il proprio sguardo verso l'improvvisa esistenza, nell'immaginario dei giornalisti, della clonazione, una materia che nell'immaginario di scienziati e appassionati di letteratura di science fiction è perfettamente nota da parecchi decenni. I giornali hanno infatti da poco scoperto l'ennesima gallina dalle uova d'oro: le ciance sui pericoli della clonazione. Si tratta dell'ennesima variante dell'infantile "complesso di Frankenstein": atroce punizione spetterà allo scienziato che oserà troppo con i propri esperimenti! Un mito spazzato via nel campo dell'estrapolazione fantascientifica già negli anni 40-50 con la "Golden Age" di Asimov, Heinlein e compagnia bella, ma tuttora florido e imperante fra i saccenti più ignoranti della nostra società.
La clonazione umana è in realtà un gran bello sballo, e ora cercheremo di elencare alcuni fra i moltissimi vantaggi che essa comporterà.
Mediante la clonazione, come è noto, si è in grado di decidere quale codice genetico fornire ad una persona che si vuole concepire. Per il momento non si può ancora, purtroppo, inventarsi un nuovo codice genetico a proprio piacimento, ma bisogna accontentarsi di "fotocopiare" quello di qualcun altro. Per gli interventi creativi ci vorrà così ancora qualche tempo (qualche decennio, oppure qualche secolo per i risultati più eclatanti). Per il momento l'intervento creativo umano nell'opera di concepimento di un nuovo individuo dovrà limitarsi al gesto di scegliere il modello da "fotocopiare". La qual cosa non è molto, pur essendo sempre meglio che niente.
Come è infatti andata avanti la faccenda delle riproduzione sulla terra, negli ultimi milioni (o miliardi) d'anni? Ci pensa la natura, ci ha sempre pensato la natura, argomenta qualcuno. E' un buon argomento, rifletto io, a patto di capire cosa in effetti sia mai la natura. Mi guardo intorno, per vedere se vedo la natura, e noto delle cose, alcune delle quali certamente parte della natura. Ma quali? E quali cose non fanno parte della natura? Tutto fa parte della natura salmodia allora il qualcuno che argomentava prima. Tutto?, mi chiedo io. Qui c'è qualcosa che non quadra. Che senso ha definire qualcosa di indistinguibile da tutto il resto? Dire che tutto fa parte della natura equivale a eliminare qualsiasi distinzione fra la parola Tutto, la parola Natura, la parola Dio e la parola Universo (altre etichette che vanno per la maggiore per la definizione dell'insieme delle cose). Comunque sia, una cosa è certa: anch'io faccio parte della natura, e quindi qualsiasi cosa io faccia è naturale per definizione. E allora, se l'essere umano si mette a fare le cose che in precedenza solo "la natura" faceva, ciò altro non vuol dire che la natura, mediante l'Uomo, amplia il proprio repertorio di attività e competenze. Se l'essere umano interviene sulle modalità della propria riproduzione con la clonazione (o con qualsiasi altro mezzo - contraccezione inclusa), altro non fa che arricchire la gamma delle cause e dei criteri che regolano il fenomeno della riproduzione, e quindi dell'evoluzione. In parola povere la Natura, di cui siamo parte, è arricchita da ogni nostra nuova invenzione, clonazione inclusa. Qualsiasi "cosa" che aumenta la varietà delle "cose" che ci sono, arricchisce la natura, che è l'equilibrio fra tutte queste "cose". Tutto ciò non si può dire in parole più povere di queste.
Le vie della clonazione saranno infinite. E la prima di esse sarà l'autoclonazione. Si potrà avere figli identici a se stessi, in pratica un gemello di sé posticipato. E' probabile che molte persone vorranno autoclonarsi, appena ciò sarà possibile. E' probabile che il vincolo di affezione che legherebbe un individuo ad un proprio figlio che è la copia gemellare di se stesso sarebbe maggiore di quello verso un figlio prodotto nel vecchio modo sessuale. Si autocloneranno soprattutto gli individui poco inclini alla vita di coppia, persone che vogliono avere un figlio o una figlia, senza doversi per questo sorbire una moglie o un marito. I single, insomma, una categoria in costante aumento che con la clonazione umana crescerà ancora.
Avere un figlio che sia un proprio clone presenta evidentissimi vantaggi: dato che in genere ben si conosce se stessi, avendo perfettamente presenti le proprie inclinazioni ed esigenze, sarà per il genitore molto più facile comprendere anche quelle del figlio clone. E' vero che non tutte le caratteristiche di una persona sono determinate geneticamente, e che l'ambiente influisce non poco nello sviluppo di una personalità, ma a somme linee alcuni tratti fondamentali delle persone sono di chiara matrice genetica. Un figlio clone comporterà quindi per il genitore clonato una minor quantità di sorprese, e dato che la maggior parte delle persone in questi campi preferisce di gran lunga la quiete della prevedibilità rispetto ai turbamenti dell'indeterminazione, l'autoclonazione sarà la via intrapresa da tutti quelli che non vorranno rischiare. I rapporti fra figlio clone e genitore clonato saranno contraddistinti da una maggiore comunicabilità e comprensione reciproca. Anche una polizza assicurativa sulla vita di un figlio clonato costerà spesso di meno, dato che le compagnie assicurative avranno una garanzia sulla qualità genetica del bambino fornita dall'anamnesi del genitore.
Se i single potranno felicemente clonare se stessi, questa procedura è meno consigliabile per le coppie. Se infatti si produce un figlio che è la copia esatta del padre, la madre potrebbe nel tempo sentirsi isolata ed esclusa dal forte vincolo fra padre e figlio. Soprattutto quando insorgessero problemi di coppia fra lui e lei, un figlio clonato dal padre potrebbe appesantire notevolmente la situazione. La donna potrebbe allora trasferire la disaffezione (ed eventuale odio) che nutre verso l'uomo sul bambino ad esso uguale, soprattutto quando il ragazzo iniziasse ad essere un po' cresciutello, ovvero prendesse ad assomigliare un po' troppo all'uomo che ella si rammarica di avere sposato. Anche da parte dell'uomo potrebbero insorgere problemi: in caso di separazione, per l'uomo sarebbe più difficile accettare che il figlio identico a sé possa venire affidato alla madre. Possiamo anche immaginare situazioni nelle quali un uomo con una prevaricante personalità e sufficienti risorse finanziarie imponga alla moglie una nutrita schiera di figli tutti clonati da sé. La donna dovrebbe quindi allevare tre, quattro, cinque, dieci copie identiche del marito. Alla lunga, potrebbe facilmente sentirsi circondata.
Pure nel caso in cui in una coppia si generassero figli che fossero cloni di lei, alcuni problemi potrebbero emergere con fastidiosa frequenza. Crescendo, infatti, la figlia assumerebbe nel tempo le esatte sembianze avute dalla madre da giovane, all'epoca in cui il padre si innamorò di lei. Ciò porterebbe con frequenza a comprensibili turbamenti nell'uomo, soprattutto nei soggetti di basso intelletto, ed eventuali gelosie della donna, sempre e soprattutto nei soggetti di basso intelletto. Aumenterebbero così probabilmente anche i casi di stupro intra-familiare, sempre naturalmente fra i soggetti di basso intelletto.
L'autoclonazione sarà quindi il sistema di riproduzione preferenziale dei single.
Le coppie, invece, ricorreranno in genere alla clonazione di terzi.
E allora sorge inevitabile la domanda: chi saranno i modelli da clonare?
Elementare Watson, risponderebbe immediatamente Sherlock Holmes. I modelli da clonare saranno semplicemente quelli che la gente vorrà clonare. Ci saranno agenzie che avranno cataloghi di individui che offrono il proprio DNA a disposizione di chiunque lo voglia utilizzare a fini riproduttivi. Naturalmente, almeno all'inizio, si imporranno soprattutto gli individui più belli. E' innegabile che la percentuale "esteticamente bellissima" della popolazione è in ogni luogo minima rispetto all'insieme; i "bellissimi" sono pochi, e già oggi essi riescono perfettamente a vivere nell'agio in conseguenza del solo fatto di essere belli. Uomini e donne particolarmente belli ricevono infatti tutto il denaro che serve loro per vivere (e anche molto di più) semplicemente perché coloro che sono meno belli di loro se li vogliono guardare su qualche fotografia. Fotomodelli e fotomodelle traggono dunque sostentamento dal solo fatto di essere belli. In futuro, essi trarranno sostentamento anche dalla vendita del proprio codice genetico a tutti coloro che vorranno avere figli come loro. Le Agenzie Genetiche, in cooperazione con le Banche del DNA, offriranno in catalogo i migliori cromosomi del mondo per avere figli garantitamente sani e bellissimi. Gli esemplari migliori costeranno ovviamente di più, ma ci saranno comunque sempre prodotti validissimi per tutte le tasche.
E' probabile che dopo le solite diffidenze iniziali, che l'umanità ha sempre palesato di fronte ai propri progressi, la clonazione diventi fra qualche decennio un sistema di riproduzione molto popolare. Perché infatti una coppia di persone mediamente brutte dovrebbe mettersi a produrre, usando i propri cromosomi, un bambino di eguale o maggiore bruttezza, il quale dovrà fronteggiare nella propria vita tutti i disagi che i brutti tradizionalmente patiscono, quando ad un prezzo ragionevole si possono acquistare da un'agenzia affidabile i cromosomi buoni che garantiranno alla prole un approccio all'esistenza meno disagevole?
Nei primi tempi, solo i ricchi potranno permettersi di figliare cloni di belle persone. Avere il figlio clone sarà così inizialmente uno status symbol, così come lo fu in passato l'automobile, il televisore e il telefonino. Nel tempo, però, l'offerta si allargherà. Un operaio piccolo, brutto e peloso con moglie analoga potrà fare una bellissima figlia di origine scandinava, altissima e biondissima, stipulando un piccolo mutuo decennale per l'acquisto del DNA necessario. Con il trascorrere del tempo, la clonazione perderà ogni carattere di elitarismo, i prezzi scenderanno ed essa sarà alla portata di tutti.
I belli del mondo vivranno nell'agio, godendosi le royalties sul proprio DNA. Un privilegio condiviso anche da chiunque goda di fama, in un campo o nell'altro. Vogliamo che nostro figlio sia un clone di Jack Nicholson? Non c'è problema. Jack Nicholson, se gradirà che il proprio DNA si diffonda nel mondo, incasserà una royalty per ogni figlio concepito a sua immagine e somiglianza. E perché egli o chiunque non dovrebbe gradire? Qualsiasi etologo ci illustra convincentemente come la gran parte delle attività di qualsiasi individuo vivente (esseri umani inclusi) è tesa, in un modo o nell'altro, all'affermazione dei propri codici genetici su quelli degli altri. Si compete per riprodursi, e per riprodursi nel modo migliore possibile, per garantire le condizioni (genetiche ed ambientali) più favorevoli alla propria prole. Chiunque in futuro, per una ragione o per l'altra, sarà richiesto in quanto fonte di cromosomi, avrà tutte, ma proprio tutte le ragioni per non sottrarsi a questo ruolo.
La quantità di figli tratti dal proprio codice genetico potrebbe diventare un futuro motivo di competizione fra i nuovi ricchi. La rivista americana "Forbes", oltre a fare l'elenco annuale degli uomini più ricchi del mondo, potrebbe decidere di redarre anche l'elenco dei più clonati. Qualcuno un giorno riuscirà anche a riesumare avanzi non sufficientemente decomposti di Marylin Monroe, e anche lei allora potrà venire clonata, proprio come in Giurassic Park. Naturalmente, non verrà clonata per venire rinchiusa in una gabbia. Ogni famiglia che vorrà avere una o più figlie che siano un'esatta copia di Marylin, non dovrà far altro che comprare da un Agenzia Genetica o da una Banca del DNA le cellule necessarie, e al resto ci penserà Mamma Natura.
Ogni personaggio di sufficiente notorietà pubblica avrà quindi un proprio agente genetico (un po' come l'agente letterario per gli scrittori), che tratterà con le banche del DNA e con gli altri soggetti interessati sui diritti all'uso del codice genetico del personaggio in questione, e al resto ci penserà Mamma Natura.
Ogni personaggio di sufficiente notorietà pubblica avrà infatti una certa quantità di fans ben lieti di poter fare a pagamento un figlio che sia la copia esatta del loro beniamino.
Ovviamente, questo mirabile progresso non sarà del tutto privo di inconvenienti, come non lo è alcun genere di progresso. Ci si può ragionevolmente attendere che parallelo al mercato ufficiale del DNA si svilupperà un analogo mercato nero. Salteranno fuori i pirati del DNA, che si impadroniscono del codice genetico delle più celebrate star, e lo commercializzeranno sottobanco senza rispettare i diritti d'autore. Un po' come i pirati del software. Ogni tanto, qualcuno che per risparmiare si rivolgesse al mercato nero potrebbe incorrere in qualche bel "pacco". Un fanatico di Valeria Marini si compra una di lei copia illegale di DNA, e dopo nove mesi di gestazione sua moglie partorisce un bel cinesino...
Ma anche dal mercato legale potrebbero scaturire delusioni brucianti: un fanatico di Michael Jackson stipula un mutuo per poter concedersi un figlio che sia esattamente identico al celebre cantante, e quando poi si ritrova con un normale ragazzino nero per casa realizza che per farlo diventare come Michael Jackson occorrono ancora milioni e milioni di dollari in complicatissime operazioni chirurgiche...
Sostanzialmente, però, mediante la clonazione umana l'umanità diventerà rapidamente più bella. Nessuna persona malaticcia, magari portatrice di tare e malattie ereditarie, preferirebbe mettere al mondo un disgraziato suo pari, quando l'alternativa è quella di figliare invece una perfetta replica del personaggio pubblico più convincente, o di un fotomodello o fotomodella di superlativa presenza e prestanza. Nello spazio di poche generazioni, durante le quali una gran massa di individui si riproduce per clonazione dagli esemplari più sani e più belli dell'umanità, la qualità genetica del genere umano può realizzare un balzo in avanti che per vie naturali impiegherebbe milioni di anni.
Tanto più che la selezione naturale, che ha funzionato per miliardi di anni per tutte le specie viventi, da pochi decenni non è più in vigore fra gli esseri umani delle società più industrializzate. Piaccia o non piaccia, l'alto livello di mortalità infantile che ha accompagnato tutta la storia dell'umanità (e che permane nel terzo mondo) ha costituito un formidabile strumento di selezione dei caratteri genetici umani più forti e più stabili. Oggi non è più così. La morte moderna non è più quella di una volta. Raramente le malattie ci uccidono da piccoli, ovvero prima che ci si possa riprodurre. Oggi, chiunque nasca, se non è scemo (in realtà ci riescono benissimo anche gli scemi) prima o poi si accoppia e si riproduce. Il che va benissimo per lui (ci mancherebbe!), ma dal punto di vista dei progressi evolutivi della specie non è una faccenda conveniente. Siamo anzi al paradosso che i soggetti che più hanno successo nelle cose che fanno (quindi nella vita), meno si riproducono, perché magari non hanno il tempo di farlo. Dove c'è cultura e intelligenza, di solito i figli scarseggiano. Almeno da noi, fare molti figli conviene ben poco. Un tempo chi era malaticcio si vergognava di esserlo perché ne ricavava svantaggi. Oggi lo stato Italiano paga la pensione di invalidità a sette milioni di persone. Ho detto sette milioni. Un italiano su otto, bambini e poppanti compresi. Essere malaticcio oggi conviene. Se il malanno poi è ereditario, poco male. C'è qualcosa di strano e inquietante in tutto ciò.
Per fortuna, con la clonazione umana questo problema si risolverà. La selezione naturale riprenderà a funzionare, ma in un modo nuovissimo e straordinariamente veloce. Nessuno che sia brutto è particolarmente felice di essere brutto, e tutti - potendo - ambiscono ad avere figli più belli di sé. La clonazione umana permetterà a chiunque lo vorrà di avere i figli dell'esatta qualità desiderata. Nello spazio di alcune generazioni, a partire dal ventunesimo secolo, vedremo l'evoluzione genetica del genere umano accelerare con la stessa progressione di crescita che in questo secolo abbiamo osservato per ciò che riguarda la qualità dei manufatti dell'uomo, ovvero la tecnologia.
Questi discorsi potrebbero forse suonare come vagamente nazisti, se a decidere chi debba clonare chi dovesse essere un governo o comunque un'autorità centrale, e magari lo facesse per allevare una particolare razza a scapito delle altre. Ma dato che ognuno sceglierà in piena libertà di avere un figlio clone di qualcuno a sua volta consenziente, l'unica conclusione certa che se ne può trarre è che saranno le libertà e le facoltà e le opzioni di scelta degli individui a crescere e a guadagnarci.
Superato il momento iniziale di diffidenza, l'umanità si getterà sulla clonazione con la stessa passione con la quale oggi si butta sulle medicine, sulla chirurgia plastica e su tutte quelle innovazioni umane in grado di rendere più complessa, varia, piacevole e lievemente perversa la nostra vita (ammesso che possa esistere qualcosa che si possa definire "perverso").
Naturalmente, il modo di pensare cambierà tantissimo, così come è incredibilmente mutato in questo stesso ventesimo secolo.
Se inizialmente avere figli clonati da personaggi famosi o da bellezze statuarie sarà motivo di elevazione sociale, uno status symbol da ostentare e invidiare, nel tempo non sarà più così.
Dopo un po', infatti, il mondo sarà pieno di cloni, i quali avranno opinioni diverse. In sé, il fatto di essere un clone non dovrebbe disturbare nessuno di quelli che lo è, così come anche oggi i gemelli omozigoti non sono per nulla scontenti di essere tali. Coloro che verranno al mondo per essere stati clonati da un proprio genitore, goderanno del non indifferente privilegio di avere un chiaro modello al quale riferirsi durante la propria crescita, un elemento stabilizzante e confortante nella maggior parte dei casi. Essendo il genitore un loro gemello "in avanscoperta nel tempo", i mutui vincoli di comunicazione possono essere molto più intensi e utili. Chi invece sarà il clone di un personaggio famoso, goderà del conforto della sicurezza di covare in sé un importante talento. E anche il clone di un soggetto di statuaria bellezza sarà sostanzialmente ben lieto di essere molto più bello e sano dei propri genitori. Qualcuno potrà anche sviluppare dei problemi di identità, ma tutto sommato questo è un fenomeno che già oggi esiste, e che aumenta costantemente di per sé.
Tuttavia è probabile che molti cloni, una volta adulti, sentiranno l'esigenza di riprodursi per via sessuale. Soprattutto i cloni delle agenzie genetiche. Innanzitutto perché non sentiranno il bisogno di migliorare il DNA delle proprie discendenze, essendo essi stessi portatori delle più eccellenti credenziali genetiche. In secondo luogo per fare esattamente il contrario di quanto hanno fatto i loro genitori, un atteggiamento che ogni nuova generazione palesa rispetto alla generazione precedente.
Dopo una prima ondata, nella quale la clonazione diventerà di moda e le masse ambiranno o a farsi clonare o a comprare il diritto di clonare chi gli piace di più, un opportuno riflusso riequilibrerà le procedure riproduttive. Fra uno o due secoli, clonazione e riproduzione sessuale conviveranno armoniosamente. La prima contribuirà ad un veloce e costante miglioramento del genoma umano complessivo, la seconda garantirà il necessario rimescolamento dei cromosomi che la clonazione non effettua.
Chi pensasse che la clonazione di massa porterà ad un omogeneizzazione dei caratteri genetici delle popolazioni, è pesantemente in errore. Al contrario, essa favorirà non poco il rimescolamento delle razze. Molti italiani vorranno figlie clonate da fotomodelle scandinave, molte donne scandinave vorranno figli clonati dai più splendidi esemplari italiani, e così via. L'ostacolo che oggi c'è al rimescolamento delle razze è più che altro costituito dalle differenze culturali che separano chi vive in località molto diverse. Con la clonazione umana di massa le differenze culturali rimarranno esattamente le stesse ma le razze si mescoleranno e ci saranno molte più società multirazziali di oggi.
Dato che con la clonazione umana la bellezza non sarà più il privilegio di pochi, essa perderà molto del valore che oggi le viene riconosciuto. Se inizialmente tutti vorranno clonare le varie Claudia Schiffer del momento, dopo qualche tempo altre categorie dell'esistenza umana, come l'intelligenza (roba oggi guardata con diffidenza e sospetto), potranno venire rivalutate. Quando tutti saranno belli a poco prezzo, diventerà così di moda clonare i più intelligenti fra i belli. Le Agenzie Genetiche faranno a gara per vendere il proprio DNA in catalogo richiamando l'attenzione sull'alto contenuto di genialità potenziale dello stesso.
Se, come abbiamo visto, nei primi tempi della clonazione di massa basterà essere bellissimi per poter vivere negli agi fruttati dalla rendita sui diritti all'uso del proprio corredo genetico, quando dopo alcuni secoli tutti saranno belli questo criterio infatti non basterà più. I personaggi famosi continueranno a suscitare la pubblica richiesta di clonazione. Ma gli altri dovranno darsi parecchio da fare per apparire di essere qualcuno che valga la pena di clonare.
In tutta questa vera e propria rivoluzione genetica con la quale la specie umana accelererà il cammino dell'evoluzione sul nostro pianeta, risalteranno naturalmente alcune roccaforti di conservazione genetica. Alcune sette religiose, come i Testimoni di Geova, pervicacemente si rifiuteranno di farsi clonare o di figliare prole clonata o di accoppiarsi con individui clonati o addirittura discendenti di persone clonate. Altre categorie sociali potrebbero rigettare per vezzo di classe la clonazione: i rampolli delle grandi famiglie con tradizioni secolari, come i Kennedy, i Rockfeller, gli Agnelli, molto improbabilmente ripudierebbero i cromosomi di famiglia. Costoro potrebbero continuare a riprodursi per via sessuale accoppiandosi esclusivamente fra loro (come in buona parte ha comunque da sempre fatto questa gente, fin dai tempi dell'aristocrazia palese). I creatori di imperi dal nulla, come Bill Gates o Berlusconi, invece, potrebbero optare per l'autoclonazione sempiterna: avviare una discendenza che di padre in figlio, nei secoli e nei secoli, protragga immutato lo stesso identico codice genetico. Io sono il clone di mio padre che fu il clone di mio nonno e del bisnonno, e mio figlio sarà un mio clone così come clone di mio figlio saranno i suoi figli e i suoi nipoti e i nipoti dei nipoti...
Fra un paio di secoli, segno distintivo di una nuova classe di aristocratici potrebbe così essere la quantità di antenati che condivisero il proprio identico codice genetico - proveniente in origine dal patriarca fondatore della casata. La conservazione e perpetuazione, mediante clonazione ad oltranza, del codice genetico di un capostipite potrebbe diventare un fenomeno diffuso anche di molte sette religiose. In tale accanimento clonatorio taluni vedranno infatti la migliore delle dimostrazioni circa la fondatezza delle credenze sulla reincarnazione.
Potrà inoltre evolversi la moda del collezionismo intergenerazionale di personaggi famosi. E cioè: una famiglia, associazione, stato o azienda che si prenda cura, per un arco di tempo di centinaia di anni, di clonare ad oltranza, per ragioni simboliche, una persona di particolare importanza. Il collezionismo intergenerazionale conferirebbe prestigio e distinzione a chiunque avesse i mezzi per attuarlo. La clonazione ad oltranza nei secoli potrebbe anche diventare un importante riconoscimento conferito da una nazione. Anziché Cavalieri del Lavoro, i meritori potrebbero venire insigniti del titolo di Clonabili Eternamente. A spese dello Stato verrebbero quindi clonate nei secoli e nei secoli copie di tale figure straordinariamente meritorie, di modo che la memoria delle stesse sia nel tempo rafforzata dalla incessante presenza di un clone precisamente identico al modello originale. Se questa abitudine fosse già vigente, avremmo ad esempio la certezza che anche i figli e i nipoti dei nostri figli si goderebbero la presenza di Andreotti e di Mike Bongiorno. Se i progressi della tecnica di clonazione fossero stati conseguiti un po' prima, al Maurizio Costanzo Show avremmo come ospiti abituali i cloni di Garibaldi, Mussolini, Gramsci e Rodolfo Valentino.
Facezie a parte, la clonazione umana riempirà di propri gadgets anche il Magazzino degli Orrori Umani, quel luogo bestiale nell'immaginario di ciascuno di noi ove si archivia con raccapriccio tutto ciò che disarmonicamente si accorda con il nostro spirito. Il Magazzino degli Orrori Umani è sempre esistito e sempre esisterà, e ciò che contiene varia nella forma a seconda delle mode e delle contingenze, pur rimanendo fondamentalmente sempre identico nella sostanza. Anche la clonazione umana apporterà il suo piccolo e modesto contributo, e non potrebbe essere altrimenti.
La clonazione umana offrirà infatti grandi opportunità anche alle grandi organizzazioni criminali. Possiamo facilmente immaginare che i più desiderabili personaggi femminili nell'immaginario maschile mondiale - del livello di Marylin Monroe a Cindy Crawford e Naomi Campbell, tanto per intenderci - verranno immediatamente clonati in serie con l'obiettivo di produrre merce sessuale della massima qualità, da noleggiare sul mercato della carne in affitto per gingillamenti fornicatori - in parole povere la scena della prostituzione organizzata. Possiamo ragionevolmente attenderci che dopo una quindicina d'anni dall'inizio della clonazione umana di massa, i marciapiedi delle nostre strade urbane italiane si riempiranno di un esercito di "lucciole" albanesi a perfetta immagine delle più celebrate star femminili di quindici anni prima. Albanesi, poiché evidentemente tali allevamenti di cloni da prostituzione non saranno facili da imbastire nel nostro paese, e le organizzazioni criminali, come già oggi fanno, impianteranno i loro centri di produzione dove meno rischieranno di venire disturbate. I criminali potranno in effetti clonare chiunque vorranno, anche le persone che non mettessero sul mercato i propri codici genetici. Per potere clonare un individuo, sarà infatti sufficiente entrare in contatto con esso, e mediante qualche espediente impadronirsi di qualche sua cellula. Non è difficile. Chiunque, a propria insaputa, semplicemente muovendosi lascia costantemente in giro un sacco di proprie cellule. Succede soffiandosi il naso. Strisciando con la pelle su una superficie ruvida o abrasiva. Starnutendo o tossendo con foga. Sputando. Ogni volta che in futuro farai una di queste cose rischierai che qualcuno ti cloni.
La clonazione umana avrà importanti risvolti anche in medicina. Possiamo immaginare che inizialmente i ricchi, e successivamente anche gli altri, gradiranno eventualmente che sia prodotto e mantenuto un loro clone dedicato unicamente all'eventualità di propri trapianti. Servisse mai un po' di sangue, un occhio, una mano, un fegato o un rene da trapiantare, il donatore ideale sarebbe infatti un clone di se stessi - dato che ciò annullerebbe ogni probabilità di rigetto. Naturalmente sarebbe ben poco morale destinare una persona viva e vegeta - ancorché clone - all'infame ruolo di mera coltura di organi da trapianto. Dato che non sarebbe molto morale, inizialmente se ne occuperanno - come già oggi fanno - le organizzazioni criminali, o medico-criminali, o medico-senza-scrupoli (di fatto queste cose già si fanno oggi in abbondanza; migliaia di occidentali si sono ad esempio già comprati un rene indiano... "venduto" da "donatori" che neppure sanno cosa sia un rene e a che cosa serva). Dopo qualche decennio di tale pratica, tuttavia, il proibizionismo sulle clonazioni da trapianti fallirebbe (come tutti i proibizionismi, d'altronde), e la materia verrebbe regolamentata. Restando immorale trattare da coltura di organi un clone vivo e vegeto, non sarà più illecito fare la stessa cosa se il soggetto non sarà più propriamente vivo, pur essendo esso perfettamente vegeto. La legge allora stabilirà che i cloni da trapianto andranno allevati fin dalla loro nascita e per tutta la vita in costante stato di anestesia generale, di modo che mai, neppure per un istante possano emergere dal loro limbo di esistenza sospesa, sviluppando la loro umanità potenziale. In pratica vivrebbero e si svilupperebbero fisicamente mentre la loro mente rimarrebbe per sempre ibernata nello stato fetale. Giuridicamente, a costoro potrebbe venire assegnato lo status di organismo fetale extrauterino, una qualifica che li equiparerebbe ai feti che le leggi sull'aborto già oggi permettono di sopprimere in caso di necessità. Dopo qualche decennio di accesi dibattiti etici sulla faccenda, le evidenti ragioni di convenienza generale condurrebbero ad una istituzionalizzazione di questa procedura, ed ognuno in grado di pagarselo avrebbe il proprio personalissimo clone da trapianti galleggiante nel brodo di coltura pseudo-uterino della bara-incubatrice stivata in cantina, in soffitta, in garage o in un armadio capiente, pronto per ogni emergenza.
Dalle utili ma stomachevoli discipline mediche, balziamo alle inutili ma gradevolissime discipline artistiche e sportive.
E' soprattutto nel campo dell'arte che la clonazione umana offrirà i propri risvolti più nobili, ed in quello dello sport che permetterà i risvolti più spettacolari.
Quale perdita per l'umanità è oggi la morte dei rari grandissimi artisti che di quando in quando calcano le scene del mondo! Quale meraviglia sarebbe se si fosse potuto clonare Mozart, Beethoven, Leonardo da Vinci...
E' vero che non è solo il corredo genetico a determinare la qualità e il destino di un artista, e che quindi non si potrebbe avere la certezza che un clone di Mozart evolverebbe la genialità del modello originale. Questo è però vero con un clone di Mozart. Se però noi producessimo mille cloni di Mozart, e fin da piccoli li mettessimo tutti nelle condizioni di esercitare il più possibile la propria musica, una parte di essi assurgerebbe con tutta probabilità ai livelli del Mozart originale, e qualcuno probabilmente andrebbe anche oltre. Anche e soprattutto considerando che Mozart è morto poco dopo i trent'anni mentre l'aspettativa di vita dei suoi cloni sarebbe decisamente maggiore. Analoga cosa sarebbe da farsi con un Leonardo da Vinci o con chiunque altro abbia in vita rivelato un talento straordinario. In più, non dobbiamo pensare a una sola generazione di cloni di Mozart o di Leonardo, bensì ad una loro clonazione ad oltranza illimitata nel tempo. Generazione dopo generazione, i vari Mozart o Leonardi avranno come propri alunni e discepoli nientedimeno che i cloni di loro stessi, i quali avranno a loro volta come allievi dei propri cloni, e così via, così costituendo una discendenza interamente tesa nei secoli al pieno sviluppo di tutte le potenzialità creative del DNA dei Mozart e Leonardi originali. Una vita è poco per sviluppare appieno se stessi - soprattutto per chi più di altri reca in sé potenzialità da sviluppare. La clonazione dei migliori talenti artistici sarà fonte di elevazione e progresso per l'intera umanità. Inoltre, secondo i ragionamenti in precedenza fatti, ognuno avrà un giorno facoltà di figliare un clone del proprio artista preferito, e potrà dunque cimentarsi nell'educazione artistica dello stesso, nel tentativo di fare di esso il genio che i suoi cromosomi gli permettono di diventare. Sono addirittura ipotizzabili dei concorsi a premi ai quali potranno partecipare tutti coloro che generano come proprio figlio un clone di uno stesso grande artista. Manteniamo l'esempio di Mozart. Tutte le persone che nell'anno 2150 hanno avuto come figlio un clone di Mozart, vent'anni dopo hanno facoltà di misurare il loro successo educativo in una competizione musicale alla quale possono prendere parte tutti i Mozart ventenni. Il miglior musicista fra tutti i Mozart partecipanti decreterà il successo educativo del proprio genitore.
I risultati più eclatanti della clonazione umana, però, sarebbero soprattutto visibili nel campo dello sport. I migliori atleti di tutte le discipline verrebbero naturalmente clonati innumerevoli volte. Da talenti calcistici come Pelé o Maradona verrebbero certamente tratti eserciti di cloni che quindici anni dopo già zampetterebbero sui migliori campi da gioco di tutto il mondo in tutte le squadre. Potrebbero configurarsi partite di calcio nelle quali giochino otto cloni di Maradona (tre in una squadra e cinque nell'altra) due o tre calciatori anonimi qualsiasi e dieci cloni di Pelé (cinque in una squadra, quattro nell'altra, e uno a fare l'arbitro). Un atleta velocista come Ben Johnson verrebbe immediatamente clonato a iosa, e tutti i nuovi esemplari allenati a correre fin da neonati. Anche Alberto Tomba verrebbe clonato un po', e ai suoi piccoli cloni, confinati fin da subito e per sempre sulle piste da sci, verrebbe insegnata come prima cosa ad andare giù dritto per le piste da sci, per fare in maniera che da adulti non se la facciano sotto se devono fare una discesa libera.
Tanto molteplici sono le mirabili possibilità che l'avvento della clonazione umana dischiuderà, che possiamo saltare di palo in frasca da una all'altra di esse, così come in ordine sparso ci vengono in mente.
In futuro, dopo svariate generazioni di intensive clonazioni umane, il modo di pensare comune dell'umanità sarà stravolto in misura oggi del tutto imprefigurabile rispetto alle nostre norme contemporanee.
Concedendoci una speculazione azzardata, non è illecito supporre che la clonazione umana conduca un giorno anche al superamento del tabù dell'incesto. Come è noto agli studiosi, il tabù dell'incesto trae le sue ottime ragioni di esistere dall'inopportunità evolutiva che individui geneticamente troppo simili (ovvero gli stretti congiunti) si accoppino fra di loro, poiché la maggior mescolanza possibile dei cromosomi è lo strumento migliore che la natura ha escogitato per ordire le sue misteriose trame evolutive. La "punizione" che la Natura dispensa per l'incesto che ad Essa poco serve, sono le note malformazioni e degenerazioni genetiche che frequentemente possono incorrere fra coloro che si accoppiano essendo troppo strettamente congiunti. Un ristretto gruppetto familiare che per varie generazioni si ostinasse a riprodursi solo mediante rapporti incestuosi, incorrerebbe prima o poi fatalmente in sconvenienti degenerazioni genetiche. Per certi aspetti la natura evidentemente aborrisce la mancanza di varietà.
Con la clonazione umana di massa questo problema perderebbe di rilevanza. Qualsiasi padre o madre che si accoppiasse con una propria figlia o figlio clonato da qualcuno che non sia loro congiunto, non violerebbe i dettami fondamentali della natura che spingono verso la varietà della biodiversità. In certe parti del mondo dove il femminismo non ha mai attecchito potrebbe dunque diventare costume consolidato che un uomo si doti di una figlia clonata dalla fotomodella o attrice dei suoi sogni, al duplice scopo di avere prima una bella bambina alla quale fare normalmente da padre, e successivamente una ottima concubina con la quale dei figli per via sessuale. Nei paesi dove invece il femminismo spadroneggiasse, potrebbe facilmente accadere l'inverso. Tutto ciò può suonare strano e improbabile alle nostre orecchie, ma le categorie mentali che sanciscono cosa sia normale e cosa sia perverso cambiano molto in fretta nelle società umane. E' sufficiente dare qualche occhiata alla storia per rendersene conto. In futuro, ognuno potrebbe davvero scegliere di avere come primo figlio o figlia il clone della persona preferita, con il quale o la quale successivamente figliare nel modo sessuale. Dal punto di vista del rimescolamento genetico - ovvero l'interesse primario che la natura ha nel fatto che noi ci si riproduca - si tratterebbe probabilmente di una soluzione ottimale. E quando la natura è contenta, di solito la psiche si adatta.
Tutte le estrapolazioni effettuate sinora sulle prospettive della clonazione umana ventura sono probabilmente errate... per difetto. Nella storia del pensiero umano, nulla di ciò che sia stato immaginato e previsto non è stato successivamente superato dalla realtà. Il pensiero anticipa alcuni aspetti futuri della realtà, ma la realtà è più fantasiosa del più fantasioso di noi, poiché noi siamo parte di essa ma non viceversa. Quindi, le meraviglie che la clonazione umana renderà possibile sono oggi ben al di là della nostra immaginazione - anche se nulla ci vieta di sbizzarrirci un po' ' in merito. Abbiamo infatti ad esempio parlato solo di clonazione di individui in toto. Abbiamo trascurato di riflettere in quale misura l'evoluzione dell'ingegneria genetica interverrà in tutto ciò. Probabilmente, in futuro si potrà fare ben di più che clonare chiunque. Ci si potrà sbizzarrire a modificare e a incrociare a piacimento diversi codici genetici. Sovra- e sottospecie umane potranno venire create. Quella biodiversità che l'umanità da una parte annichilisce - estinguendo anno dopo anno centinaia e centinaia di specie animali - dall'altra un domani ricreerà, con le proprie mani, con le proprie tecniche, con la propria fantasia. Che poi sono quelle della Natura. Alla fine, inevitabilmente, sarà infatti la Natura a vincere, anche perché è difficile distinguere qualcosa o qualcuno che sia estraneo alla Natura. E la Natura - qualsiasi cosa essa sia - è l'unico artefice della biodiversità, e della diversità in genere. Dalla pura radiazione che era l'Universo dei primordi essa si è costantemente diversificata fino a produrre noi umani (e qualche E.T. altrove, of course). E da domani noi, per conto della Natura di cui siamo fiore all'occhiello, accelereremo sulla strada delle biodiversità confezionandola con le nostre stesse mani, con l'ingegneria genetica. E con l'artigianato genetico. E con l'arte genetica. Ma questo è un altro viaggio mentale. E lo faremo un'altra volta.
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