È proprio di un personaggio iconico che ho avuto il piacere di ascoltare alla conferenza stampa del primo giorni di comics: Robert Lawrence Stine, autore della serie di romanzi horror per ragazzi intitolata Piccoli brividi” (Goosebumps) che ha avuto un grande successo per i giovani di tutto il mondo, edita in Italia soprattutto negli anni '90.

L'autore è stato accolto da un grande applauso e subito è saltato agli occhi che la maggior parte degli addetti stampa non solo era interessata a livello professionale, ma soprattutto a livello emozionale. Molti giornalisti e articolisti erano ragazzini proprio negli anni d'oro di Piccoli brividi e incontrare dal vivo il loro autore preferito ha reso l'intervista un momento quasi intimo.

A riprova di questo Stine ha raccontato un aneddoto perfetto per l'occasione: quando era ragazzino non amava leggere i libri, era appassionato solo di fumetti. La madre un giorno lo accompagnò in biblioteca e la bibliotecaria gli propose i romanzi di Ray Bradbury. Da quel giorno la sua vita cambiò appassionandosi alla lettura e poi alla scrittura. Quindi, già adulto e già scrittore vide un giorno a una convention proprio Bradbury che consumava un panino seduto nello stand del suo editore. Stine ci racconta che era titubante ad avvicinarsi, ma la moglie lo spronò e lui quindi riuscì a dire Lei è il mio eroe! e Bradbury tranquillamente gli rispose Come io lo sono stato per te tu lo sei per tante altre persone.

A questo aneddoto posso notare gli sguardi degli astanti illuminati da una luce entusiasta. Molti di loro stringono fra le mani le copie di Piccoli Brividi che hanno letto e tanto amato da ragazzini sperando in un autografo alla fine della conferenza. Ed è di ragazzini che i racconti di Stine parlano. Stine ci narra del suo universo iconografico, di questi protagonisti così giovani che devono affrontare situazioni pericolose con la sola loro forza, con l'amicizia o il forte legame fra fratelli, ma in cui la figura genitoriale è del tutto assente o inutile. Un mondo fatto solo di pre adolescenti o adolescenti del tutto normali che trovano in sé stessi le capacità straordinarie per risolvere i problemi, mentre gli adulti sono indifferenti, increduli o incapaci di alcun intervento.

Un mondo di piccoli orrori che nel tempo non è cambiato, dice Stine, in quanto le paure ancestrali dei giovani sono rimaste esattamente le stesse: l'abbandono, la paura del buio, la paura dei mostri, dell'ignoto… i ragazzini non sono cambiati, solo la tecnologia è mutata.

E cosa spaventa Stine? Da ragazzino era un bambino timoroso che usciva di rado e non cercava avventure. Quando rientrava da dei giri in bicicletta temeva addirittura che qualcosa potesse aggredirlo quando lasciava la bici in garage. Però quei brividi provati fisicamente gli sono poi tornati utili per descriverli nei romanzi. Il suo più grande spavento fu però a un'esposizione di auto a New York in cui perse per qualche istante il figlio di quattro anni. Fu un momento di indicibile orrore per l'autore che fortunatamente si risolse in fretta trovando il bambino poco più avanti immobile che lo guardava con cipiglio dicendo al padre che era preoccupato per lui e che aveva intenzione di avvertire le autorità. Come se a perdersi fosse stato l'adulto e non il bambino.

Tornando ad aneddoti simpatici sulla sua gioventù e formazione Stine ci racconta di quanto gli piacessero i fumetti tipo Tales from the Crypt che leggeva dal barbiere dove ce n'era sempre una pila. Un giorno acquistò anche due albi e li portò a casa, ma la madre gli impedì di varcare la soglia con quella che lei considerava spazzatura. Da quel giorno Stine decise di tagliarsi i capelli molto frequentemente per poter leggere i fumetti dal barbiere, risultato? Aveva dei capelli sempre cortissimi!

Per quanto riguarda la trasposizione cinematografica e seriale dei suoi scritti si ritiene molto soddisfatto. Quando questi progetti sono iniziati lui non aveva la minima possibilità di collaborare in quanto produceva un volumetto al mese, quindi ha solo visto le serie e i film completati e ne è rimasto molto soddisfatto. Gli è piaciuto vedere come altri artisti (attori, registi) hanno interpretato le opere di sua creazione. Ha molto apprezzato l'attore Jack Black.

Il racconto preferito di Stine è La maschera maledetta tratto da una storia vera. Il figlio dello scrittore quand'era molto piccolo indossò una maschera da Frankenstein non riuscendo, però, a togliersela. Il bambino si divincolò per un po' mentre il padre invece di intervenire prontamente rimase qualche istante a studiare la situazione trovando poi spunto per la trama del suo racconto.

Con l'autore delle prime copertine – Tim Jacobus – ha avuto sempre un ottimo rapporto. Jacobus creava le cover senza aver potuto leggere preventivamente i racconti, ma basandosi sulle trame per sommi capi. L'istinto dell'illustratore lo ha sempre portato a ottimi risultati tranne che per il racconto Foto dal futuro dove aveva disegnato degli scheletri che preparano un barbecue. La casa editrice chiese quindi a Stine di creare un escamotage narrativo per far calzare l'illustrazione al romanzo.

Tutto il pubblico ride a questo racconto. Ed è proprio la risata l'argomento successivo. Orrore e Commedia per Stine sono due facce della stessa medaglia. Due reazioni “di pancia” come quando una persona sobbalza per uno spavento improvviso e poi, capito lo scampato pericolo, si mette a ridere fragorosamente, quasi a esorcizzare la paura patita.

Infine il ricordo dolce dei film che Stine vedeva da ragazzino negli anni '50 quando lui e il fratello andavano al cinema pomeridiano e vedevano uno spettacolo di Tom e Jerry e poi un film dell'orrore. Quei film sono stati molto ispiranti per la sua produzione letteraria.

Infine il parere favorevole di Stine al suo lavoro coi fumetti. L'autore detesta dover descrivere le ambientazioni e collaborando coi fumetti è molto semplice. Non deve, per esempio, descrivere tutta una foresta, gli basta scrivere “il protagonista attraversa una palude” e il resto del lavoro è a carico dell'illustratore.

Il tempo con il papà di Piccoli Brividi si conclude.

Una nuova esperienza in questo Lucca Comics and Games 2024