Gli alieni amano invadere il nostro pianeta, sia al cinema che in tv, in un flusso così continuo che a parte pochi casi, ci siamo abituati all'idea che l'unica forma di contatto extraterrestre debba risolversi in un'apocalisse.
Il regista Denis Villeneuve (Sicario, Blade Runner 2) però aveva un'idea diversa: ispirarsi al racconto La storia della tua vita, che fa parte della raccolta di racconti omonima di Ted Chiang, per raccontare un Arrival molto inusuale.
Come forse sapete, nel film una serie di ovoidali navi aliene compare ovunque nel mondo, ma le intenzioni dei loro occupanti sono misteriose.
Non tanto per mancanza di tentativi, quanto per l'incomprensibilità del loro linguaggio, vero fulcro del racconto originale.
L'unica chance diventa quella di coinvolgere la linguista Louise Banks (Amy Adams), la quale porta con sè un peso non indifferente legato alla figlia.
Con lei anche il matematico Ian Donnelly (Jeremy Renner) e il colonnello Weber (Forest Whitaker), perché ovviamente l'esercito e il mondo vogliono capire le intenzioni dei nuovi arrivati.
La chiave è il linguaggio, che diventa rapidamente elemento totalizzante nella vita, mente e perfino sogni della dottoressa Banks, l'unica che non esita a offrirsi volontaria per un nuovo incontro ravvicinato del terzo tipo.
Ma mentre il linguaggio alieno diventa più incalzante, il tempo sta scadendo per il momento in cui gli umani decideranno che attaccare sia l'unica opzione possibile.
Più poetico che guerrafondaio, Arrival si presenta con il recente final trailer, in cui viene raccontato il mistero che andremo a scoprire al cinema.
Purtroppo, mentre in patria il film è previsto in arrivo l'11 novembre, noi dovremo attendere un po' più in là, il 12 gennaio 2017.
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